La critica d’arte è davvero al capolinea o si sta trasformando? Le opinioni di Valentino Catricalà 

  • Postato il 14 agosto 2025
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Pubblichiamo di seguito il contributo del curatore e critico d’arte contemporanea Valentino Catricalà: “Verso la scrittura, oltre la scrittura. Il nuovo critico d’arte”. 

Verso la scrittura. La critica secondo Valentino Catricalà

“Per anni la critica è stata identificata con il testo scritto, con la riflessione teorica divulgata attraverso il libro o il giornale. E partirei proprio dal ribadire l’importanza ancora oggi di questo atteggiamento. Scrivere articoli o pubblicare libri è fondamentale oggi, pratica purtroppo sempre più abbandonata, troppo spesso sostituita dalla forma intervista o addirittura dal semplice comunicato stampa. La scrittura e la riflessione teorica oggi è fondamentale, è il punto fermo in un mondo in costante mutamento, in cui concetti e parole chiave cambiano in continuazione e non si ha più tempo di soffermarsi troppo ad approfondire. Tuttavia, se si distoglie l’attenzione dall’ ‘innominabile attuale’, per dirla con Calasso, e si guarda a una prospettiva temporale più ampia, risulta evidente come l’analisi storica e la reinterpretazione degli artisti in un futuro non potranno che passare attraverso il catalogo o il libro. Per questo mi dispiace sentire colleghi curatori che dicono cose del tipo “non ho tempo per scrivere”, avvilendo così la possibilità di ricerca su un tema o un artista. Siamo tutti sommersi in un turbinio di informazioni, in una vita accelerata, ma sempre dobbiamo trovare tempo per scrivere, io mi sforzo moltissimo per questo”. 

Oltre la scrittura. La critica secondo Valentino Catricalà

“Parallelamente a questo discorso di rivalutazione del ruolo della scrittura e della ricerca, occorre farne un altro. Dove si produce cultura oggi? Un discorso legato soprattutto alla questione divulgativa, a come veicolare le informazioni, a come disseminare la ricerca e le idee. E qui il discorso cambia un po’, perché se fino a qualche anno fa il libro e la scrittura rappresentavano almeno l’85 % della divulgazione culturale, oggi sono emerse altre forme, sonore a audiovisive dove poter fare critica d’arte. Pensiamo infatti ai documentari, alle docuserie, ai podcast. Ed è qui che la critica, ma anche le accademie e le università, si fermano, spesso chiudendosi. Se la figura professionale del critico è definita solo da ciò che scrive, questo rimarrà confinato all’accademia. Oggi, il critico non è semplicemente chi pubblica libri o articoli, ma chi porta un atteggiamento critico all’interno del dibattito artistico, chi offre una visione capace di stimolare la riflessione. Un atteggiamento critico lo possiamo trovare certamente in chi scrive, ma anche in progetti curatoriali di ricerca, o in altre forme di divulgazione, come documentari, podcast, ecc. 

A mio avviso, se si vuole continuare a dare un ruolo alla critica nel mondo, occorre concepire il critico come colui che porta un forte approccio di ricerca (fondamentale anche per la curatela!!), e che lo sappia divulgare attraverso i diversi linguaggi mediali, attraverso i media che ci permettono di accedere all’informazione, trovando così nuovi strumenti di discussione. La critica deve diversificarsi, adattarsi ai nuovi linguaggi e ai nuovi ritmi della comunicazione senza perdere di vista la ricerca e l’approfondimento. Il Ragghianti di oggi deve sapere aprire dibattiti attraverso forme diversificate di espressione”.

Conclusioni. La critica secondo Valentino Catricalà

“Ma qui va fatto un terzo discorso per chiudere il cerchio. Da questo punto di vista la scrittura può trovare una nuova vita nel mondo globalizzato, non solo come divulgazione ma come motore per la riflessione culturale. Ancora oggi la scrittura è la modalità principale per la comprensione del mondo. Quando scrivo sono costretto a confrontarmi con una pagina bianca, sono costretto a confrontarmi con me stesso e la mia conoscenza, sono costretto a sviluppare un pensiero critico, una narrazione. Ed è da questa narrazione che nasce l’analisi e la divulgazione critica, ed è solo una volta che si è sviluppato un pensiero critico che questo può vivere in diversi contesti mediali (podcast, documentario, docuserie?). La scrittura così, oltre ad avere un ruolo importante sul lungo periodo, come prima accennato, diventa anche il motore del pensiero, permettendo così di divulgarlo su piattaforme diverse da quelle del solo libro. È fondamentale riportare in primo piano il critico come figura che genera confronto, che approfondisce e che sa muoversi tra diversi media per restituire un pensiero articolato. Il futuro della critica è nella capacità di interpretare la complessità del presente.

Caterina Angelucci

L’articolo "La critica d’arte è davvero al capolinea o si sta trasformando? Le opinioni di Valentino Catricalà " è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

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