La critica d’arte è davvero al capolinea o si sta trasformando? Le risposte di Giulia Zompa

  • Postato il 18 agosto 2025
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Pubblichiamo di seguito l’intervento della storica e critica d’arte Giulia Zompa

Se scrivere un testo critico è pagato una miseria, è inevitabile che l’energia venga incanalata altrove o che, semplicemente, il tempo dedicato alla ricerca e alla scrittura si riduca drasticamente. La sostenibilità di una critica approfondita e accurata è un problema centrale, che influisce direttamente sulla qualità del pensiero critico e, di conseguenza, sulla sua capacità di incidere nel dibattito artistico. 

La nuova forma della critica secondo Giulia Zompa

Credo che oggi esista già una nuova forma di critica, profondamente diversa rispetto al passato. La critica militante, ovviamente, non esiste più, eppure tutti la invocano, la rimpiangono. Ma il sistema è cambiato troppo, è diventato troppo precario perché possano ancora esistere figure disposte ad esporsi in modo netto e radicale. La frammentazione del panorama artistico, la crescente dipendenza dalle dinamiche di mercato e la mancanza di spazi realmente autonomi per il pensiero hanno reso sempre più difficile l’esistenza di una critica capace di avere un impatto reale. 

Il cambio di prospettiva nella critica

Servirebbe una rivoluzione culturale, un cambio di prospettiva che riporti al centro la sinergia tra critico e artista, che restituisca alla scrittura un valore intellettuale. Tornare a credere che il pensiero critico non sia un semplice esercizio di stile, e dunque secondario, ma una pratica essenziale, che merita di essere riconosciuta e retribuita. La vedo difficile, ma senza questo passaggio la critica resterà confinata ai margini di un sistema che non sembra più averne bisogno.

A cura di Caterina Angelucci

L’articolo "La critica d’arte è davvero al capolinea o si sta trasformando? Le risposte di Giulia Zompa" è apparso per la prima volta su Artribune®.

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