La Cueva de los Dones svela un tesoro nascosto: trovate oltre cento strutture preistoriche
- Postato il 4 giugno 2025
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- Di SiViaggia.it
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La storia non smette di stupire e grazie al lavoro minuzioso di team di archeologi abbiamo l’opportunità di scoprire di più su quello che è stato il passato. Nella provincia di Valencia presso la Cueva de los Dones è emerso un tesoro nascosto incredibile: oltre cento le strutture preistoriche che hanno rivelato un messaggio dimenticato e inciso non sull’argilla o sulla pietra ma nella forma stessa del paesaggio sotterraneo. Molto più di un dato storico, un vero e proprio viaggio nella mente simbolica dell’umanità tra stalagmiti spezzate e raggruppate intenzionalmente che raccontano molto su quelle che erano le abitudini di chi abitava queste terre.
La scoperta di oltre cento costruzioni preistoriche a la Cueva de los Dones
La campagna di scavi guidata dagli archeologi dell’Università di Alicante e di Saragozza a la Cueva de los Dones ha dato modo di scoprire un tesoro: sono stati rinvenute oltre cento strutture formate da stalagmiti intenzionalmente modificate da mani umane in epoca preistorica.
Prima fratturate, poi spostate e dunque riorganizzate con uno scopo preciso: le formazioni rappresentano una delle prove più concrete e affascinanti dell’occupazione pianificata del mondo sotterraneo. Secondo i ricercatori la presenza di calcite ricristallizzata su alcune fratture dà modo di datare le creazioni al Paleolitico ma serviranno indagini più profonde per confermarlo.
Si tratta di una scoperta importantissima, seconda solo alla caverna francese di Saint-Marcel. Insomma la Cueva de los Dones vicino a Valencia è diventata un tempio archeologico del mondo ipogeo. Non si tratta della prima scoperta simile nel mondo, basti pensare appunto alla grotta di Bruniquel, in Francia che aveva sorpreso per le creazioni realizzate dai Neandertal oltre 176.000 anni fa. Ora, anche la Spagna entra in questa mappa che racconta le origini umane.

Perché la scoperta è così importante
Perché il ritrovamento di alcune stalagmiti rotte nel buio di una grotta risulta così importante? Quelle pietre hanno molto da raccontare, è quasi come se parlassero e quello che hanno da dire rappresenta una testimonianza spirituale e culturale di una coscienza antica. L’uomo preistorico non si limitava a rifugiarsi in grotta: la trasformava, la abitava con ritualità, la riempiva di significato.
Le strutture ritrovate sono il segno che, anche nel buio delle grotte c’era un progetto chiaro che andava oltre il semplice trovare rifugio. Al momento gli studi sono ancora in corso ma sembrerebbe che il simbolismo o forse il legame religioso o sociale abbiano portato gli antichi popoli verso queste realizzazioni.
La Cueva de los Dones è un luogo incredibile dal punto di vista archeologico e questo è solo l’ultimo dei ritrovamenti. Nel 2023, infatti, erano stati ritrovati importanti esempi di arte rupestre paleolitica tanto da definire il luogo come il più grande complesso di tutta la costa mediterranea orientale della penisola iberica. Un vero e proprio “santuario antico” nascosto con strati su strati di cultura, fede, bellezza e mistero. La scoperta è pronta a riscrivere pezzi della nostra storia, spinge la scienza a continuare a cercare più in profondità e invita tutti a voler riscoprire il passato, l’evoluzione e non dare mai nulla per scontato.