La ‘cultura della bistecca’ e il suo impatto ambientale: un problema ignorato alla COP30

  • Postato il 27 novembre 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
  • 1 Visualizzazioni

di Giorgio Boratto

Sono passati 33 anni dalla pubblicazione del libro Ecocidio di Jeremy Rifkin, che denunciava la ‘cultura della bistecca’ e il conseguente danno ambientale che ne derivava. Questo libro analizzava soprattutto il consumo della carne negli Usa: quel american way of life che fa della bistecca e dell’hamburger il punto di forza del loro consumismo e business esasperato; una cultura che distruggerà la vita e la Terra.

Si è appena conclusa la COP30 a Belèm in Brasile in cui sono state disattese le scelte di riduzione delle fonti fossili… e se al posto di queste fosse stata aggiunta anche la riduzione del consumo di carne? Penso che sarebbe stato un buon passo avanti.

“Oggi milioni di americani, europei e giapponesi consumano hamburger, arrosti e bistecche in quantità incalcolabili, ignari dell’effetto che le loro abitudini alimentari hanno sulla biosfera e sulla sopravvivenza della vita nel pianeta. Ogni chilogrammo di carne bovina è prodotto a spese di una foresta bruciata, di un territorio eroso, di una campo isterilito, di un fiume disseccato, del rilascio nell’atmosfera di milioni di tonnellate di anidride carbonica, monossido d’azoto e metano”. Così c’è scritto nel libro di Jeremy Rifkin.

Oggi in ogni città il consumo della carne è simboleggiato dagli archi dorati della McDonald’s. Bisognerebbe riconoscere che ogni hamburger ricavato da carni provenienti dal Centro e Sud America comporta la distruzione di circa 75 chilogrammi di forme viventi e insieme comporta la desertificazione; uno dei più gravi problemi attuali del nostro pianeta, che assume proporzioni enormi proprio in America e in Africa. Oggi più del 50% della superficie dell’Africa orientale è riservata al pascolo, quando l’uso dell’acqua e delle terre fertili per produrre cereali destinati agli uomini sarebbe la cosa più intelligente da fare. Eppure gli organismi internazionali, compresa la FAO, continuano a indirizzare l’Africa in questo senso e ad elargire fondi per incentivare l’allevamento. In questo modo l’Africa diventa una terra sempre più arida.

Un’altra convinzione che alimenta il consumo di carne è la cosiddetta ‘scala artificiale delle proteine’, che fa credere che le proteine animali siano insostituibili, perché più complete per la salute umana, rispetto alle proteine di origine vegetale. Se queste proteine di origine vegetale fossero destinate all’alimentazione umana procurerebbero una ciotola di cibo per ogni essere umano per un anno intero. Invece vengono usate per assicurare carne ai più ricchi del pianeta che consumano il doppio delle proteine raccomandate dalla FAO: molto più di quanto il corpo possa assorbire e per questo si ammalano. Chi muore di fame e chi muore per le patologie del benessere.

Certo, è che a questa COP30 non erano presenti gli Usa che di queste due fonti: quelle fossili e quella carnivora sono i primi consumatori. Che dire? Questo li condanna e indirettamente condanna anche noi. Intanto ognuno può iniziare consumando molto meno carne.

Il blog Sostenitore ospita i post scritti dai lettori che hanno deciso di contribuire alla crescita de ilfattoquotidiano.it, sottoscrivendo l’offerta Sostenitore e diventando così parte attiva della nostra community. Tra i post inviati, Peter Gomez e la redazione selezioneranno e pubblicheranno quelli più interessanti. Questo blog nasce da un’idea dei lettori, continuate a renderlo il vostro spazio. Diventare Sostenitore significa anche metterci la faccia, la firma o l’impegno: aderisci alle nostre campagne, pensate perché tu abbia un ruolo attivo! Se vuoi partecipare, al prezzo di “un cappuccino alla settimana” potrai anche seguire in diretta streaming la riunione di redazione del giovedì – mandandoci in tempo reale suggerimenti, notizie e idee – e accedere al Forum riservato dove discutere e interagire con la redazione. Scopri tutti i vantaggi!

L'articolo La ‘cultura della bistecca’ e il suo impatto ambientale: un problema ignorato alla COP30 proviene da Il Fatto Quotidiano.

Autore
Il Fatto Quotidiano

Potrebbero anche piacerti