La Flotilla ha portato milioni di giovanissimi a decidere che costruire la pace senza violenza è possibile

  • Postato il 8 ottobre 2025
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La Flotilla ha lanciato un messaggio semplice e chiaro, capace di infiammare i cuori: 200 persone di 40 nazioni sono disposte a rischiare la vita per portare aiuti a Gaza e gridare a tutti l’orrore del genocidio. Persone inermi che affrontano l’esercito più sanguinario del mondo.

Il coraggio gentile della Flotilla ha riempito i social network di racconti, di testimonianze, di video, di emozioni. E poi ha riempito le piazze di tutto il mondo.

I gerarchi israeliani avevano avvertito: vi metteremo in galera al pari dei terroristi. Cioè: vi chiudiamo in cella, buttiamo via le chiavi e poi vi torturiamo con calma. Ma poi si sono accorti che questi 200 pacifisti avevano addosso gli occhi di una parte troppo grande dell’umanità. Ha sedotto questo tentativo di affrontare Golia senza portarsi neanche una fionda. E intanto cresceva enormemente lo sciopero degli acquisti dei prodotti delle aziende che sostengono il genocidio. Ed è quando li tocchi sui soldi che gli fa veramente male. E solo gli stupidi hanno potuto credere che i soccorritori disarmati fossero in realtà agenti del terrorismo islamico.

Lo spirito di sacrificio e di abnegazione della Flotilla è riuscito a coinvolgere una nuova generazione di giovanissimi ribelli. Dicevano che erano solo alienati digitali, stupidotti, l’influencer in testa! Invece eccoli lì, a sfilare in corteo in centinaia di migliaia… Protagonisti di una campagna di comunicazione spontanea che ha sconvolto gli algoritmi. Pochi addetti ai lavori se ne sono accorti: leonesse da tastiera e orsi digitali hanno vinto una guerra selvaggia con la censura di Instagram, Fb e X, il silenzio dei tg, i falsi giornalistici e i video costruiti con l’AI.
Nonostante i milioni spesi da Netanyahu per diffondere video di ristoranti e supermercati di Gaza pieni di ogni ben di dio. Nonostante i video-fake dei soldati israeliani che distribuiscono cibo a palestinesi felici che inneggiano al buon cuore di Netanyahu. Nonostante i fantasmagorici video che mostrano set cinematografici di Hamas dove bambine ben pasciute vengono truccate per sembrare emaciate e poi piangere a favore delle telecamere.

Milioni di giovanissimi sono andati su Google Earth e hanno visto con i loro occhi cosa è oggi Gaza… sono riusciti ad immaginare la misura dell’orrore e hanno deciso di fare qualche cosa. E poi lo hanno fatto. E che succede? Scendono in piazza 2 milioni di persone e la signora Meloni parla solo di mille violenti. Ma il tentativo di descrivere cortei popolati da sostenitori di Hamas è patetico. Lo spirito del Movimento è la Flotilla: esattamente il contrario della foto del ragazzo che lancia una bottiglia molotov. Anzi si vede l’incredibile: venerdì a Milano i pacifisti hanno fermato chi voleva lo scontro schierandosi di fronte alla polizia. Ma il tg non lo sa.

Qualcuno esclamerà: “Manifestanti che proteggono la polizia? Ma che follia è questa?”. Non è follia, è la scoperta della potenza della nonviolenza. È il vento della Flotilla. Il pacifismo è finalmente l’ideale della stragrande maggioranza degli oppositori. E le cronache lo confermano. A Padova due avvenenti ragazze si sono presentate al banchetto pro Palestina: una agitava elegantemente la bandiera di Israele, l’altra riprendeva la scena. Evidentemente speravano di essere aggredite, ma i compagni invece si sono limitati a parlare. Immagina cosa sarebbe successo se qualcuno le avesse anche solo sfiorate.

Ma la presenza dei violenti, anche se minima, esiste e dà una mano ai deliri dei genocidi. Recentemente 5 razzisti hanno aggredito una famiglia all’autogrill perché uno indossava la kippāh, lo zucchetto che viene indossato dai fedeli più osservanti. Questi aggressori sono talmente ignoranti da non sapere che in Israele moltissimi ebrei ortodossi stanno manifestando contro il genocidio. Già pochi giorni dopo il 7 ottobre 450 israeliti ortodossi occuparono il Congresso Usa e li dovettero portare via di peso uno per uno. Questi razzisti non capiscono che gli ebrei pacifisti sono i nostri più forti alleati. Perché è più difficile accusare un ebreo di antisemitismo.

Poi ci sono quelli che inneggiano ad Hamas, più o meno giustificando le azioni compiute il 7 ottobre. Disgraziatamente ha avuto poca eco la denuncia di Amnesty sui rapimenti, le torture e l’assassinio di palestinesi moderati ad opera di Hamas. Ugualmente si parla poco dell’inchiesta israeliana contro Netanyahu, accusato di aver incassato milioni di dollari dal Qatar e facilitato un finanziamento milionario per Hamas.

E poco si è parlato delle inchieste sul rifiuto dei vertici israeliani di prendere in considerazione la scoperta del piano di attacco di Hamas molto prima del 7 ottobre 2023. Insomma si scopre che gli interessi dei terroristi e degli antiterroristi sono spesso intrecciati.

A questo punto vorrei raccontarti della prima volta che ci trovammo a proteggere la polizia, tanti anni fa, quando i pacifisti erano veramente pochi e il mito di tutti noi era il ragazzo che lancia la molotov. Ma lo spazio è finito. Te lo racconto la prossima volta: “La vera storia di come ci trovammo a proteggere la polizia dalle P38 armati solo di spinelli”.

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Il Fatto Quotidiano

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