La Francia dice no agli hotel per soli adulti: il dibattito sulle vacanze child-free
- Postato il 22 agosto 2025
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- Di SiViaggia.it
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Silenzio assoluto a bordo piscina, niente spruzzi improvvisi, nessun bimbo che corre tra i tavoli durante la colazione. È la promessa degli hotel “adults only”, o “child free”, strutture che altrove – Italia e Spagna in testa – hanno trovato un pubblico affezionato, ma che in Francia scatenano un acceso dibattito politico e sociale.
A dare il via alla polemica è stata la senatrice socialista Laurence Rossignol, ex ministra della Famiglia, che ha chiesto una legge per vietare le strutture riservate esclusivamente agli adulti. «Non possiamo organizzare la nostra società tenendo separati i bambini da noi stessi, allo stesso modo in cui alcune strutture lo fanno con i cani», ha dichiarato. Secondo Rossignol, questo modello finisce per “legittimare l’intolleranza” e trasmettere l’idea che i più piccoli non siano i benvenuti.
Hotel adults only: moda turistica o discriminazione?
Il governo francese non è nuovo a prese di posizione. Già in passato la commissaria all’Infanzia Sarah El Haïry aveva lanciato il Family Choice Award, un premio che incoraggia hotel e ristoranti a distinguersi per la loro accoglienza alle famiglie. «Non possiamo permettere che passi l’idea che i bambini siano indesiderati sulla terrazza di un ristorante», ha ribadito.
Eppure, guardando ai numeri, il fenomeno in Francia resta marginale: gli hotel adults only rappresentano appena il 3-5% dell’offerta turistica, come conferma l’UMIH (Unione delle imprese del settore alberghiero). «Sono estremamente rari», spiega Véronique Siegel, presidente della sezione hotel del sindacato. E avverte: «Se fossero dichiarati illegali, i clienti semplicemente sceglierebbero altre destinazioni europee».
Ed è qui che il confronto con l’estero diventa interessante. In Spagna, soprattutto nelle Baleari e alle Canarie, gli adults only non solo sono accettati, ma anche pubblicizzati come opzione premium. Le catene internazionali li includono ormai in catalogo come fossero un segmento naturale dell’offerta.
In Italia, invece, pur senza grande clamore politico, esistono diverse strutture child-free sul lago di Garda, in Toscana e in Sardegna, scelte soprattutto da coppie in cerca di relax. Nessuno ha pensato di vietarle, anzi: vengono viste come una nicchia che arricchisce l’offerta turistica complessiva.
Perché qualcuno sceglie le vacanze senza bambini?
La scelta di un resort adults only non è frutto di misantropia verso i più piccoli. Lo sottolinea Vincent Lagarde, docente all’Università di Limoges: «Molti ospiti sono genitori, insegnanti o persone che lavorano con i bambini. Cercano semplicemente una pausa dal ritmo quotidiano».
Le ragioni principali sono tre:
- il bisogno di riposo da un anno scandito da rumore e corse,
- il tempo di coppia o tra amici, senza interruzioni,
- la percezione di lusso associata a luoghi esclusivi e silenziosi.
L’antropologo Jean-Didier Urbain lo inserisce in una tendenza più ampia: «C’è un desiderio crescente di comfort, di lentezza e di spazi privati. Le vacanze servono proprio a sospendere gli obblighi sociali, e gli adults only rientrano in questo schema».
Il caso francese, però, va oltre il turismo. Con un tasso di natalità in calo e il presidente Emmanuel Macron che parla di “riarmo demografico”, la questione assume un peso simbolico: vietare gli adults only significherebbe affermare che i bambini devono restare al centro della vita pubblica.
Ma resta aperto l’interrogativo più spinoso: si tratta di proteggere i diritti dei bambini o di limitare la libertà dei viaggiatori?