La guerra nuova e gli eserciti obsoleti
- Postato il 4 giugno 2025
- Di Panorama
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Dopo il sorprendente attacco ucraino dello scorso fine settimana, nel quale sono stati utilizzati numerosissimi piccoli droni per colpire e distruggere i bombardieri strategici russi, gli eserciti di tutto il mondo stanno traendo importanti insegnamenti riguardo la protezione delle infrastrutture e del personale militare. Tra questi c’è l’Esercito statunitense che ha da tempo deciso di attuare una trasformazione riconoscendo che quanto accaduto in Russia sia stata la conferma di alcuni dei cambiamenti radicali che la forza armata sta cercando di attuare nel modo di acquisire e gestire le capacità in futuro.
Fino a ieri per avere a disposizione un determinato oggetto effettore era necessario acquisirlo dopo aver concluso le campagne di valutazione e di sperimentazione che implicano anni di lavoro. Oggi questo non è più possibile. Il generale Randy George, capo di Stato maggiore dell’esercito, durante Exchange, la conferenza sull’intelligenza artificiale ospitata dalla giornata di lunedì a oggi dallo Special Competitive Studies Project di Washington, ha dichiarato: “L’attacco ucraino è stato un ottimo esempio di quanto rapidamente la tecnologia stia cambiando il campo di battaglia. Negli ultimi due anni abbiamo visto che tutti parlano di cicli di pianificazione e di programmi di riferimento a cinque e dieci anni. Credo che sia solo un modo di pensare antiquato”. George ha fatto notare che la tecnologia sta cambiando troppo rapidamente sul campo di battaglia per poter essere legata a grandi programmi di approvvigionamento che, come tali, richiedono anni di sviluppo e, una volta operativi, possono rivelarsi già ampiamente obsoleti.
Secondo il generale occorre ridurre i tempi necessari per sviluppare i sistemi e metterli nelle mani dei soldati, soprattutto considerando che molte di queste capacità, come quelle dei droni, delle apparecchiature di comunicazione e degli strumenti per la guerra elettronica, sono sempre più disponibili sul mercato commerciale. “Quello che dobbiamo fare” ha detto George, “è assicurarci di essere allineati al contemporaneo modificando i processi per garantire che forniamo alle truppe le attrezzature e le capacità vincenti di cui sanno di aver bisogno. Dovremo essere più agili. Per esempio, i droni cambieranno costantemente, potranno integrare elettroniche molto più sofisticate e trasmettere informazioni che oggi escono soltanto da apparati classificati. Cercheremo di giocare al gatto e al topo con i sistemi anti-drone, quindi dovremo lavorare su questo aspetto per assicurarci di acquistare i sistemi rapidamente. Quindi avremo bisogno di molta più agilità nel modo in cui acquistiamo. Ciò che serve è anche poter sperimentare le nuove tecnologie nelle esercitazioni per comprenderne peculiarità e potenzialità, ma anche i limiti.”
L’alto ufficiale allude anche alle prestazioni dei piccoli droni militari che oggi, in termini di qualità dei video trasmessi, della mole di dati che forniscono, eccetera, sono inferiori a quelli in libera vendita per uso ludico o professionale. George ha affermato che una delle unità dell’Esercito Usa che si è appena recata al poligono Joint Readiness Training Center di Fort Johnson, in Louisiana, luogo che fornisce gli scenari di combattimento più realistici che l’Esercito possa creare per l’addestramento delle unità, dove le forze simulano una campagna di battaglia contro un nemico attivo, aveva portato quasi 400 droni. Un numero enorme. E il pericolo è schierare gli stessi sistemi per molti anni perché la tecnologia cambia così rapidamente e bastano mesi per trovare ina zione un congegno più moderno di quelli che si hanno a disposizione anche se “li aggiorniamo costantemente e su questo è necessario concentrarsi per il futuro”, ha concluso George, osservando anche che l’attacco con i droni avvenuto lo scorso fine settimana ha invertito la cosiddetta curva dei costi, poiché Kiev ha utilizzato sistemi relativamente economici, nell’ordine di poche centinaia di dollari, per distruggere una potenza di combattimento russa del valore di miliardi di dollari.
Esattamente l’opposto di quanto avveniva nel Mar Rosso, dove missili da milioni di dollari venivano usati per abbattere droni molto più economici. L’attacco ucraino, inoltre, ha dimostrato ancora e in odo mai così chiaro quanto i campi di battaglia stiano diventando ‘trasparenti’, il che significa che non c’è più spazio dove nascondersi. “Si parla molto del fatto che non ci si può più nascondere, che si tratti di uomini o mezzi. Bisogna ridurre la propria visibilità e di tutte queste cose parliamo molto con le nostre truppe e con i nostri comandanti”, ha detto George. L’attacco è stato filmato e visto in tutto il mondo poche ore dopo essere avvenuto grazie alla natura sempre più open source delle informazioni sulle attività militari che ha implicazioni sul modo in cui l’Esercito opererà in futuro. Per questo il Segretario di Stato per l’Esercito, l’avvocato, ex ufficiale, veterano e oggi politico dei conservatori Dan Driscoll, ha affermato di voler essere un “motore di innovazione” del Dipartimento della Difesa, selezionando le migliori idee e tecnologie dal settore commerciale e testandole nell’esercito. “Crediamo che l’Esercito debba essere il motore di innovazione del Pentagono ma dobbiamo guadagnarci questo diritto”, ha dichiarato Driscoll alla convention di lunedì.