La Guggenheim di Venezia si apre alle arti performative: in arrivo la terza edizione di “Avvenimento”

Si tiene in occasione della conclusione della mostra Maria Helena Vieira da Silva. Anatomia di uno spazio la terza edizione del format promosso e ospitato dalla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia Avvenimento. Dedicato al dialogo tra arti visive, performance, danza e teatro, quest’anno si ispira all’opera di Vieira da Silva, partendo prima di tutto dal titolo scelto in portoghese: Nos Bastidores do Estudo, ossia ‘dietro le quinte dello spazio’.

La terza edizione di “Avvenimento” alla Collezione Peggy Guggenheim di Venezia

Con un’apertura speciale, oltre l’orario usuale, martedì 9 settembre 2025 dalle 19 alle 23, gli spazi del museo accoglieranno un evento in tre atti, per raccontare la dimensione non pubblica della creazione artistica con la partecipazione del collettivo Royal Divorce, Luca Gerry Conte, Rac Montoro, Teodora Grano, Annamaria Ajmone, Fabio Quaranta e Sofia Naglieri. A cura di Edoardo Lazzari e con l’allestimento scenografico di Cosimo Ferrigolo.

Il programma di “Avvenimento #3” a Venezia

L’inizio è affidato a due interventi che chiamano in causa la partecipazione del pubblico. Il collettivo Royal Divorce presenta Il primo respiro sulla terra e il suo conseguente sublime collasso, un’opera nata da un laboratorio intensivo condotto nei giorni precedenti all’evento: un viaggio performativo tra le pieghe della memoria digitale e dell’empatia artificiale. Al suo fianco, l’artista Luca Gerry Conte propone Solve et Coagula, una performance culinaria dal sapore alchemico in cui il cibo diventa mezzo di trasformazione simbolica e rituale.

Avvenimento. Photo Matteo De Fina
Avvenimento. Photo Matteo De Fina

“Avvenimento #3” tra arti visive, performance, danza e teatro

Rac Montoro, invece, artista e ricercatore non binario, invita alla riflessione con A Trouble at Night is Not Your Karmic Wound: una lecture-performance che intreccia astrologia, trauma e possibilità di guarigione collettiva attraverso la figura mitica di Chirone, il guaritore ferito. Nel giardino del museo, successivamente, la serata culmina con tre performance che esplorano la fisicità come archivio di emozioni, memorie e traumi. Teodora Grano, con Daughters, compone una genealogia femminile fatta di gesti, voci e danza, riscrivendo la relazione madre-figlia come atto creativo e politico. Annamaria Ajmone, affiancata dal designer Fabio Quaranta, attiva una coreografia site-specific in cui il corpo è misura dello spazio e attivatore di percezioni condivise. A chiudere, Sofia Naglieri con Devozioni per occasioni di emergenza, una performance sulla malattia e la vulnerabilità, tra preghiera laica e atto di resistenza.

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Autore
Artribune

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