“La mappa di Mercatore riduce le dimensioni dell’Africa”. Il ritorno di un annoso problema cartografico
- Postato il 26 agosto 2025
- Dal Mondo
- Di Artribune
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Se siete abituati a pensare che la Groenlandia sia molto più grande dell’Australia, o che l’Africa sia più piccola della Russia, siete stati ingannati da Mercatore. Lo studioso fiammingo, nato Gerhard Kremer e specializzatosi a metà Cinquecento in geografia, astronomia e cartografia all’Università di Lovanio, ha realizzato diverse incisioni per il globo terrestre e quello celeste ma soprattutto creato una celebre mappa, nel 1596. Nonostante i bias dell’epoca – come l’eurocentrismo e la rappresentazione dell’Equatore nella metà inferiore della carta invece che in mezzo – questa carta era un capolavoro di tecnica, che trasponeva su una superficie piana (attraverso una proiezione centrografica) la forma dei diversi continenti, facendo apparire come linee rette le rotte navali che avevano un angolo costante rispetto al nord.
Non era però esente dal problema chiave di tutte le mappe del globo: dato che nascono per rappresentare una superficie curva, quella della terra, se trasposte (o meglio, proiettate) su superfici piane e bidimensionali si distorcono. Notevolmente. La sua non fa eccezione, dato che non mitiga affatto questo effetto, e anzi è spesso il motivo per cui viene menzionata: per questo, in tempi recenti, gli studiosi hanno lamentato il suo uso, adducendo non solo la scorrettezza tecnica ma anche le sue ripercussioni sociali e politiche.

La distorsione della mappa di Mercatore
Ma come fa una mappa a influenzare la politica? L’opera magna di Mercatore, un must per i navigatori nel secolo delle maggiori conquiste coloniali, ingrandisce le aree più vicine ai poli (come il Canada e la Groenlandia) finendo per rimpicciolire di contrasto quelle vicine all’Equatore, come l’Africa e il Sud America. La conseguenza è una percezione di importanza sbilanciata, che consolida l’egemonia culturale del cosiddetto Primo mondo. Per fare un paio di esempi (ben visibili in questo montaggio): nella mappa di Mercatore l’Alaska sembra grande quanto l’Australia quando in realtà è quattro volte più piccola, mentre la Groenlandia, che prima rivaleggiava con l’intera Africa, in realtà è paragonabile per superficie alla sola Repubblica Democratica del Congo. E che dire della Svezia che sembra poter contenere dieci Italie quando in realtà è solo il 50% più grande della Penisola?
“Potrebbe sembrare solo una mappa, ma in realtà non lo è”, ha detto a Reuters la vicepresidente della Commissione dell’Unione Africana, Selma Malika Haddadi, secondo cui la proiezione di Mercatore ha alimentato la falsa impressione che l’Africa fosse “marginale” a livello mondiale. Eppure parliamo del continente più ricco di risorse al mondo e il secondo più esteso. È la campagna di disinformazione più lunga al mondo e deve semplicemente cessare”, ha sottolineato Moky Makura, direttore esecutivo di Africa No Filter, come riportato dal Guardian.

La pervasività della mappa di Mercatore
Se anche le critiche alla mappa di Mercatore non sono una novità – già nel 1973 lo storico Arno Peters diceva che “si è dimostrata funzionale allo sfruttamento del ‘Terzo Mondo’ da parte delle potenze industrializzate anche nell’epoca post-coloniale” –, la campagna promossa dall’unione di 55 stati africani, chiamata Correct the Map e guidata dai gruppi Africa No Filter e Speak Up Africa, ha riacceso l’annoso dibattito. Lungi dall’essere utilizzata solo in contesti scolastici, dove di per sé sarebbe già abbastanza obsoleta da meritare una sostituzione, la proiezione di Mercatore è quella di uso più comune tra le istituzioni mondiali di primo piano e le grandi aziende tecnologiche: è la visione predefinita del mondo sulla versione mobile di Google Maps (mentre su desktop c’è una vista globale 3D dal 2018), ed è ancora usata da Nazioni Unite e Banca Mondiale. Quest’ultima dice di essere nel processo di sostituzione, mentre l’organismo geospaziale delle Nazioni Unite, l’UN-GGIM, dovrà far esaminare la richiesta da un comitato di esperti.

Oltre la mappa di Mercatore: la proiezione Equal Earth
Il problema avrebbe, secondo gli aderenti alla campagna, una soluzione “semplice”: utilizzare, tra le molte mappe disponibili oggi, la proiezione Equal Earth del 2018, che riesce meglio a riflettere le reali dimensioni dei diversi Paesi. “Stiamo lavorando attivamente per promuovere un curriculum in cui la proiezione Equal Earth sia lo standard principale in tutte le classi [africane]”, ha detto Fara Ndiaye, co-fondatrice di Speak Up Africa.
Inventata nel 2018 da Bojan Šavrič, Bernhard Jenny e Tom Patterson (che a sua volta aveva proposto nel 2012 la sua Natural Earth projection), la mappa Equal Earth si ispira alla proiezione di Robinson, creata nel 1963 e utilizzata tra gli altri dalla National Geographic Society. A differenza di quest’ultima, però, ha una caratteristica fondamentale: mantiene la dimensione relativa delle aree. Un buon inizio per contrastare lo sfalsamento nella percezione dei Paesi del mondo e della loro rilevanza.
Giulia Giaume
L’articolo "“La mappa di Mercatore riduce le dimensioni dell’Africa”. Il ritorno di un annoso problema cartografico" è apparso per la prima volta su Artribune®.