La posta dell’estate: La mia vita da dimezzata divisa da un ballo e un palo

  • Postato il 3 agosto 2025
  • Notizie
  • Di Quotidiano del Sud
  • 1 Visualizzazioni

Il Quotidiano del Sud
La posta dell’estate: La mia vita da dimezzata divisa da un ballo e un palo

Share

La rubrica del Quotidiano… la Posta dell’estate: le vostre domande, le nostre risposte… il tema di oggi: La mia vita da dimezzata divisa da un ballo e un palo


LE VOSTRE DOMANDE ALLA POSTA DELL’ESTATE: La mia vita da dimezzata divisa da un ballo e un palo

Caro Quotidiano, sono una donna a metà. Dimezzata mi dico tra me e me. Sono due persone che convivono in una, felicemente? Non lo so, forse con gli anni che passano inizio a sentire il peso di questa dicotomia. Di giorno sono una maestra in un asilo, insegno in una scuola per l’infanzia, in un paese al confine tra Calabria e Basilicata, adoro i miei bambini, tutti. Di sera, mi sposto in un’altra cittadina e insegno pole dance. Prima ero una ballerina di lap-dance.

Quando insegno uso un nome d’arte e metto su una parrucca. Corta, bellissima. Che appiccico fortissimamente in testa per non perderla mentre ballo. Adoro ballare. Adoro stare con i miei bambini. Perché vivo a metà? Per paura. Del giudizio degli altri e forse, in fondo, anche del mio. Una cosa sciocca vero? Il primo a dirmi che facevo una cosa brutta fu mio padre, quando ancora era in vita, lo invitai con mia madre a vedere il primo spettacolo che feci. «Non ne tieni vrigogna?». Fu terribile. Mi sentii ferita, eppure libera. Finalmente. Ballo, sensualmente è vero, ma ballo.

Poi mi sono incatenata da sola in questa vita dove sono due persone che amo ma le cui vite non riesco a conciliare in una sola. La mia.

Ballerina cappuccina lungo un palo


LA NOSTRA RISPOSTA

I brain rot. Ballerina mia, usciamo dal trip. Non ho figli né, causa natura che fa il suo naturale corso, ne avrò. Al netto dei motivi, troppo personali per raccontarli anche per una cicala canterina come me, la condizione di donna non mamma a lungo mi ha reso (e per molti per sempre mi renderà) una donna a metà. Non compiuta. Mi sono arrovellata a lungo, scissa in lucido equilibrio tra l’insito desiderio di maternità e la sua mancata realizzazione. Poi semplicemente ho smesso di pensarci, ho risolto i sospesi con me stessa, chiuso i conti e ho continuato a vivere la mia vita da incompiuta.

Una cosa che ti racconto come parallelo estremo per consigliarti un libro, che non vincerà la ferita di un padre deluso, ma potrebbe aiutarti a capire: “I dimezzati. Storie vere di uomini e donne a metà”, CTRL Books 2020. Il libro raccoglie tredici storie di confusione, di disorientamento, di mancanza, di attesa accompagnate 40 fotografie dell’Archivio Quasi Perduto raccolte all’ospedale psichiatrico San Niccolò dell’Università degli Studi di Siena tra il 1818 e il 1999, sono ritratti realizzati da diversi psichiatri nel corso del tempo come documenti attendibili per il riconoscimento dei pazienti, ad uso esclusivamente interno.

Un’altra scissione, dimezzamento del libro. Volti e storie che non sono di quei volti. E quindi quali saranno le loro storie? Le loro due metà di una stessa vita? Non lo sappiamo, possiamo immaginarle mentre viviamo quella Eleonora, che è a metà perché ha una madre adottiva e una naturale (boom) o di Lena che lavora sia nell’editoria per l’infanzia sia nella produzione di film porno, Elisa, nata udente da genitori sordi. Francesca, che si fa chiamare la Nana bianca, che è a metà perché è alta meno di un metro. Irina la badante ucraina che sa tutti i fatti degli anziani a cui bada ma nessuno sa niente di lei e a nessuno interessa.

Dimezzati sono anche i luoghi: una lavanderia nella periferia di Milano che contiene due mondi divisi da una tenda, un paese in Liguria percorso da un muro che non esiste.
«I dimezzati raccontano storie dell’altra metà della vita, come quelle dei pazienti della Clinica del Sonno di Pisa: abbiamo mandato uno scrittore a raccoglierle, e a dormire con loro» una notte intera. Eccoci, noi mancanti, dimidiati. Ibridi sospesi tra chi siamo, chi ci manca, cosa non abbiamo – fatto, voluto, potuto – che pure teniamo insieme pervicacemente le nostre due metà. A farne una. Diventare noi.

Chi sono i dimezzati? Sono gli incompleti, gli spaccati, i mancanti di qualcosa, o di qualcuno. Sono coloro che per scelta propria o degli altri tentano di far convivere con tenacia due metà in opposizione, esseri felicemente o infelicemente ibridi che vivono a metà strada, in bilico tra un sapore dimenticato e l’attesa di un ritorno.

«Condividiamo la stessa ferita – scrive Giulia Sarli su La balena bianca – Ora sta a noi scegliere come affrontarla. Se cercare costantemente di ricucirla con false cure o darle il diritto all’esistenza. E da questo, finalmente, ripartire».



CLICCA E SCOPRI TUTTE LE LETTERE DELLA POSTA DELL’ESTATE


Share

Il Quotidiano del Sud.
La posta dell’estate: La mia vita da dimezzata divisa da un ballo e un palo

Autore
Quotidiano del Sud

Potrebbero anche piacerti