La rete dei comitati genovesi: “Forte Puin torna alla città, ma incombe l’ombra del crematorio”
- Postato il 27 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. Riceviamo e pubblichiamo dalla rete dei comitati genovesi e liguri. “La conclusione dei lavori di ristrutturazione di Forte Puin segna un momento significativo per la valorizzazione del patrimonio storico e paesaggistico cittadino. Come dichiarato dalla sindaca Silvia Salis, “il recupero di Forte Puin rappresenta un passo importante nel più ampio disegno di valorizzazione del nostro patrimonio dei Forti e, più in generale, dei nostri monti“.
Un luogo suggestivo, immerso nella natura, che torna ad essere spazio vivo, accogliente e accessibile per cittadini e turisti, come sottolineato anche da figure istituzionali quali l’assessore Ferrante e Paolo Iannelli del ministero della Cultura. Tuttavia, mentre si celebra la rinascita di Forte Puin, non si può ignorare ciò che sta accadendo nella valle sottostante: l’imminente attivazione di un impianto di cremazione classificato come industria insalubre di prima classe, che cremerà anche bare in zinco provenienti da fuori città e resti da estumuli in zinco, con emissioni potenzialmente nocive per la salute pubblica.
Durante la campagna elettorale, la sindaca Salis aveva più volte affermato pubblicamente che “non serve” che non vi era alcuna necessità di un nuovo impianto, poiché quello già esistente è perfettamente funzionante e più che sufficiente per le esigenze della città. Aveva posto una domanda chiara: “A chi serve?”, sottolineando come ogni scelta che viene fatta che ignoriamo e che permettiamo che avvenga senza che ci sia nessuna esigenza prima o poi la paghiamo.
Eppure, una volta insediata, non ha dato seguito a queste posizioni: non ha accolto le richieste avanzate da comitati, cittadini e dal difensore civico regionale affinché venisse attivata una moratoria in autotutela, strumento che avrebbe potuto sospendere l’avvio dell’impianto in attesa di ulteriori valutazioni ambientali e sanitarie. Questa mancata azione è tanto più grave perché il nuovo crematorio è stato inserito nel cuore di un contesto storico e culturale di altissimo valore.
Ai piedi del Forte Puin, simbolo di memoria, natura e rinascita, e all’interno del cimitero monumentale di Staglieno, riconosciuto a livello mondiale per la sua bellezza artistica, architettonica e il suo significato storico, si è deciso di attivare un impianto insalubre di prima classe. È una scelta che appare non solo incoerente, ma profondamente lesiva: si compromette l’integrità di due luoghi che rappresentano l’identità stessa della città“.