La ribellione di Volvo e delle compagnie elettriche (anche A2A): “Non rinviate lo stop alle auto a combustione nel 2035”
- Postato il 7 ottobre 2025
- Lobby
- Di Il Fatto Quotidiano
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Una nuova lettera. Con l’intenzione di ribadire che non si può fare marcia indietro. Una vera e propria ribellione, con un numero crescente di compagnie legate all’industria dell’auto elettrica che fanno fronte comune per chiedere all’Unione Europea di non tradire i propri obiettivi. Oltre 200 ceo di aziende come la svedese Volvo – che possiede il marchio di e-car Polestar – e le italiane A2A ed Erg, passando per le iberiche Iberdrola ed Edp, fino al colosso americano Uber hanno scritto una missiva al cancelliere tedesco Friedrich Merz chiedendogli di “non fare marcia indietro sullo stop Ue alla vendita di nuove auto a combustione dal 2035″ in vista della revisione del regolamento nei prossimi mesi.
L’appello arriva dopo le dichiarazioni di Merz che, in un’intervista a Ntv, ha chiesto di modificare l’alt europeo sui motori termici, rigettandolo nella sua “forma attuale”. Le aziende della mobilità elettrica – tra produttori di veicoli, batterie e servizi di ricarica – avevano già scritto circa un mese fa alla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, spiegando che il processo è ormai irreversibile e che il settore ha riversato miliardi di investimenti per supportare le norme decise da Bruxelles.
Tra i firmatari italiani della lettera destinata a Merz anche diverse aziende e start-up come Ev Field Service, Fast Way, Fleet220, Powy, Route 220, Scame, Swish, T-Carica. Merz incontrerà giovedì a Berlino i rappresentanti dell’automotive tedesco, tra i più colpiti e meno propensi a procedere spediti con i tempi previsti in questo momento. Per le aziende, l’obiettivo fissato dal regolamento Ue sulle emissioni CO2 “non è solo una pietra miliare per il clima”, ma segna “l’intenzione dell’Europa di guidare la spinta globale verso la mobilità pulita” e ha ormai tracciato “un percorso chiaro e credibile per l’industria e gli investitori” nella transizione all’elettrico.
“Quel segnale era importante e ha dato il via ad azioni concrete” con “centinaia di miliardi di euro in nuovi investimenti”, si legge ancora nella lettera. Le imprese sottolineano quindi la necessità di dar vita a una “strategia industriale europea” che aumenti “la produzione di batterie, garantisca le materie prime e sostenga la trasformazione dei fornitori e dei macchinari”. E incalzano a garantire forme di “incentivi intelligenti e coerenti in tutti gli Stati membri”, da affiancare a “investimenti accelerati nelle reti per fornire le infrastrutture necessarie per un’elettrificazione diffusa”.
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