“La riforma di Bucci smantella la sanità pubblica”: l’attacco di Rifondazione Comunista Liguria
- Postato il 1 novembre 2025
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 - Di Il Vostro Giornale
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Liguria. Rifondazione Comunista Liguria attacca duramente la riforma sanitaria promossa dal presidente della Regione Giovanni Toti e dall’assessore Angelo Gratarola, difesa dal sindaco di Genova Marco Bucci. Nel mirino del partito, in particolare, il paventato blocco delle assunzioni di medici e il progetto di centralizzazione delle ASL.
“Bloccare le assunzioni significa ignorare quanto sia in sofferenza il personale medico, sia ospedaliero che di medicina generale,” dichiarano Jacopo Ricciardi, segretario regionale di Rifondazione, e Mariano Mij, responsabile sanità del partito. “Parlare di centralizzare le ASL senza aver prima risolto la carenza di personale, le lunghe liste d’attesa e l’abuso di medici a gettone è una follia”.
Secondo Rifondazione, la riforma regionale rischia di tradursi in una mera operazione contabile, finalizzata al risparmio più che all’efficienza. “È assurdo parlare di razionalizzazione quando si tagliano posti letto, si riduce la riabilitazione e si lascia scoperta la sanità territoriale – spiegano –. Se il sistema CUP centralizzato manda un paziente di Ventimiglia a Cairo Montenotte per una visita, non è efficienza, è disorganizzazione.”
Il partito denuncia inoltre la mancanza di strumenti informatici omogenei tra le diverse aziende sanitarie: “Non esiste ancora un vero dossier clinico del paziente, come previsto dai piani sanitari regionali. È inaccettabile che un medico non possa accedere agli esami fatti nella ASL vicina.”
Ricciardi e Mij puntano il dito anche contro le Case di Comunità, definite “un contenitore ancora vuoto, privo del personale e delle risorse necessarie per garantire una presa in carico completa del cittadino”.
“Rifondazione respinge con forza una riforma che mira a tagliare servizi con la scusa della razionalizzazione.Servono investimenti veri: nella sanità territoriale, nella prevenzione, nella riabilitazione e nella formazione,” concludono. “Solo così potremo garantire a ogni cittadino, dalla costa all’entroterra, il diritto universale alla cura e alla salute pubblica”.