La Russa jr, la procura chiede il rinvio a giudizio per revenge porn (anche per l’amico dj)
- Postato il 3 giugno 2025
- Giustizia
- Di Il Fatto Quotidiano
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Per la Procura di Milano Leonardo Apache La Russa, figlio del presidente del Senato, va processato per revenge porn. L’aggiunta Letizia Mannella e la pm Rosaria Stagnaro hanno chiesto, infatti, il rinvio a giudizio per lui e per l’amico dj Tommaso Gilardoni per due episodi distinti di “diffusione illecita di immagini o video sessualmente espliciti” aggravata per l’uso dello “strumento telematico“. Si tratta di un filone dell’inchiesta nata dopo la denuncia di una 22enne, nel 2023, per violenza sessuale. Sui presunti abusi, invece, i pm lo scorso aprile hanno chiesto l’archiviazione. Istanza a cui si è opposta la giovane davanti al gip, che ha fissato udienza per il 25 settembre.
Leonardo Apache, secondo i pm, “dopo averlo realizzato“, il 19 maggio 2023, avrebbe inviato all’amico Gilardoni, “ospite presso la sua abitazione”, tramite WhatsApp, “un video a contenuto sessualmente esplicito, destinato a rimanere privato”, che ritraeva la ragazza, senza il suo “consenso”. A Gilardoni viene contestato un episodio dell’agosto successivo. Il 26enne avrebbe inoltrato quell’estate, sempre senza consenso della giovane e su WhatsApp, ad un amico, “organizzatore della festa ‘Eclipse‘” al club Apophis, un altro video di quella notte e che ritraeva la ragazza nel bagno della casa dei La Russa.
Nelle indagini, condotte dalla Squadra mobile della Polizia, era stata scandagliata, nei minimi dettagli, la notte del 18-19 maggio di due anni fa, cominciata in una discoteca della movida milanese e che si era conclusa la mattina dopo nell’abitazione della seconda carica dello Stato. Con la ragazza che, per via di “alcuni tratti di fragilità“, aveva assunto alcool, droga e psicofarmaci contro la depressione e si era risvegliata stordita nel letto di La Russa jr, convinta di aver subito violenze. Per la Procura, al di là della “profonda superficialità e volgarità” con cui i due giovani hanno trattato la ragazza, dall’analisi dei filmati “non emerge la prova” che abbiano tentato di sfruttare la “condizione di inferiorità” della loro coetanea “per carpirne un consenso”. Per il legale della giovane, Stefano Benvenuto, invece, la 22enne era in un “stato di alterazione” tale “da inficiarne alla radice le possibilità di una valida autodeterminazione“. La gip Rossana Mongiardo dovrà decidere se archiviare le accuse ai due indagati, difesi dagli avvocati Vinicio Nardo e Adriano Bazzoni (Leonardo Apache) e Luigi Stortoni e Alessio Lanzi (Gilardoni), disporre nuove indagini o ordinare ai pm l’imputazione coatta.
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