La sensualità di Modigliani cattura il pubblico di Perugia
- Postato il 25 luglio 2025
- Arti Visive
- Di Artribune
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Ci eravamo lasciati un’estate fa con l’ammaliante sensualità delle Tre Età di Klimt. Ci ritroviamo anche quest’anno con una nuova mostra che arricchisce il vocabolario stilistico e autoriale della Galleria Nazionale dell’Umbria. La città d’adozione di Pietro Perugino accoglie tra le mura del suo museo intriso di Basso Medioevo e Rinascimento un’ospite – anzi ben più di una – molto attesa. È la donna colta dalla mano di Amedeo Modigliani in Nu Couché, che si ammira alla fine di un percorso di indagine sulla raffigurazione del nudo femminile. Dagli albori della civiltà al Novecento. Un ensemble di sculture, dipinti e disegni che nel loro insieme diventano occasione di valorizzazione delle collezioni italiane anche di pezzi poco o per nulla noti. Occasione che si amplifica nella possibilità di capire da vicino il ruolo di muse ispiratrici della statuaria classica e africana nei confronti del grande artista livornese.

Amedeo Modigliani e l’Antichità
La radice della vena anticheggiante e classica di Modigliani è gettata nella giovinezza, quando – a causa della tubercolosi – parte per Napoli con la madre. Nel tentativo di alleviare la malattia passa lunghi periodi al Sud, tra Torre del Greco, Capri e Roma. Un periodo vissuto respirando l’Antico dei resti romani, che si fissano nella memoria, sopravvivendo come suggestioni anche in seguito, quando subentrano nella sua cultura gli insegnamenti della Scuola Libera di Nudo fiorentina. La mostra perugina fa rivivere tali rimembranze arcaiche nell’Afrodite Accovacciata proveniente da Ostia Antica. Un format di enorme successo, che continuò a essere replicato più e più volte come rappresentazione della dea nell’atto di ricevere l’acqua del bagno sacro da Eros. L’artista in questione non fa eccezione, con il suo rapido studio di donna accucciata.
La Cariatide a forma di Sirena è una seconda risorsa a cui Modigliani guarda prima di posare la matita su uno dei fogli esposti. Non interessa tanto la scultura in sé, quanto piuttosto il complesso strutturale di una figura femminile con le braccia alzate a reggere il peso sovrastante. Dell’immagine minuziosamente dettagliata dell’arte seicentesca l’artista raccoglie l’essenziale e lo riassume nel suo disegno di nudo.
Amedeo Modigliani e l’Arte Africana
Tra le opere in mostra figurano anche curiosi manufatti etnici, che esplorano la raffigurazione del corpo femminile in maniera variegata. Da simbolo della maternità – una scultura in legno adornata da una splendida collana di perline, proveniente dal Congo – alle maschere antropomorfe in cui l’umano si fonde con un che di animalesco a suggerire certi tratti incontrollabili e istintivi che lo caratterizzano da sempre. Memorie, queste, dei tempi parigini, in cui Modigliani – Picasso e Matisse con lui – scoprono il fascino delle collezioni etnografiche del Trocadéro. Assaporano e aspirano i lineamenti primitivi e semplificati, inglobandoli nel proprio fare arte.






Il nudo in mostra alla Galleria Nazionale dell’Umbria di Perugia
La riflessione sul nudo femminile che permea l’intera mostra prosegue concentrandosi sulla posa distesa. Quella della Venere di matrice tizianesca e giorgionesca: tanto sensuale, quanto scandalosa. In esposizione tale iconografia è riportata nell’olio su tela di Giuliano Bugiardini e ancor meglio nell’acquaforte del fiammingo Valentin Lefèvre, che riproduce l’originale di Giorgione.
Il “Nu couché” di Amedeo Modigliani in mostra a Perugia
E si arriva al dunque. A quel dipinto realizzato molto probabilmente tra le mura dell’appartamento affittato dal mercante Zborowski nel 1916 in Rue Joseph Bara 3. Il tema, il nudo, che tanto aveva interessato Modigliani nella giovinezza, torna in auge dopo anni di pausa. A Parigi, infatti, evita di trattarlo, per timore di apparire troppo accademico di fronte alle sperimentazioni avanguardiste. L’opera incarna una donna dalle mani giunte, fatta emergere dallo sfondo confuso con una linea scura e marcata, presente anche in uno dei bozzetti esposti. L’atteggiamento è sicuro, quasi di sfida verso l’osservatore che si interroga sull’identità della fanciulla – forse la pittrice e compagna di Modigliani Jeanne Hébouterne – evocativa di sottile sensualità. Alla luce del percorso espositivo si inquadrano bene le sue forme essenziali e primitive, che assemblano le maschere tribali ai corpi giorgioneschi. L’esito affascina per tale riuscita combinazione di classico, moderno e interessi contemporanei.
Emma Sedini
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L’articolo "La sensualità di Modigliani cattura il pubblico di Perugia" è apparso per la prima volta su Artribune®.