“La Sla ha perso, io ho vinto”, via libera del comitato etico per permettere ad Ada di accedere al suicidio assistito

  • Postato il 8 ottobre 2025
  • Diritti
  • Di Il Fatto Quotidiano
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“La Sla ha perso, io ho vinto”. Così, Ada, 44enne campana affetta da Sla, che aveva diffuso un video appello, dopo il parere favorevole espresso dal Comitato etico sulla richiesta di accedere alla morte assistita. “Non ci sono parole adatte a descrivere il mio stato d’animo, – fa sapere – ma proverò a rendere l’idea. Quando ho letto le parole ‘parere favorevole’, ho sentito letteralmente un peso scivolare dalle mie spalle. Non trascorrerò nemmeno un minuto in più ad avere paura di ciò che può farmi”, si legge nel comunicato diffuso dall’associazione Coscioni, “da oggi esiste solo il presente, e ogni giorno è prezioso. Da oggi sono legalmente padrona della mia vita e del mio corpo. “Auspico la stessa serenità per tutte le persone che affrontano la mia stessa condizione, e che ogni essere umano possa un giorno esercitare questo diritto senza dover lottare fino all’ultimo respiro. Grazie a chi mi ha ascoltata, sostenuta e accompagnata in questo percorso“.

“Quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento” scrivono in una nota l’avvocata Filomena Gallo, segretaria dell’Associazione Luca Coscioni e coordinatrice del collegio legale di studio e difesa di Ada, composto anche dagli avvocati Angioletto Calandrini, Francesca Re, Alessia Cicatelli e Rocco Berardo. “Oggi – dice ancora l’avvocata Gallo – Ada non riceve semplicemente un parere favorevole: ottiene il pieno riconoscimento del suo diritto costituzionale a decidere sul proprio corpo e sulla propria vita. L’Asl, dopo l’accordo raggiunto in Tribunale di Napoli, – sottoliena Gallo – ha applicato in modo corretto e completo la sentenza Cappato e le successive decisioni della Corte, procedendo con le verifiche previste e avviando le fasi successive. Questo percorso dimostra che, quando le istituzioni rispettano la legge, è possibile garantire alle persone malate un diritto che non è un privilegio, ma una scelta libera e consapevole, riconosciuta dal nostro ordinamento”.

Dopo il diniego da parte della Asl, si legge ancora nel comunicato dell’associazione Coscioni, Ada, aveva presentato, tramite il collegio legale coordinato dall’avvocata Filomena Gallo, Segretaria nazionale dell’Associazione Luca Coscioni, un ricorso d’urgenza al tribunale di Napoli. Durante l’ultima udienza con l’azienda sanitaria si era concordata una nuova valutazione delle sue condizioni. Negli scorsi giorni, Ada, inizialmente conosciuta col nome “Coletta”, aveva deciso di uscire dall’anonimato, raccontando la propria situazione in un video. A leggere le sue parole, la sorella Celeste poiché Ada, colpita dalla Sla diagnosticata lo scorso anno, non riesce più a parlare. A seguito di un decorso molto veloce della grave patologia neurodegenerativa di cui è affetta, diagnosticata a giugno 2024, infatti, Ada non riesce più a parlare e deve quindi utilizzare il puntatore oculare. Ada, ricorda l’associazione Coscioni, non riesce nemmeno più a camminare e ha bisogno dell’assistenza continua dei suoi familiari per svolgere qualsiasi tipo di attività: senza i suoi caregiver non potrebbe alimentarsi, bere, assumere la terapia farmacologica ed espletare le sue funzioni vitali, morirebbe di stenti e in modo atroce e doloroso.

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Il Fatto Quotidiano

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