La Spagna e le ronde razziste per “la caccia ai magrebini”. Arrestato uno dei leader, la sinistra contro Vox: “Diffonde messaggi d’odio”

  • Postato il 16 luglio 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Ventinove anni, guardia del corpo privata, candidato fallito per un ruolo di agente penitenziario: è il profilo di Christian L. F., arrestato in Spagna con l’accusa di essere uno dei presunti capi del gruppo estremista “Deport Them Now UE” (Dtn), la piattaforma che ha lanciato appelli violenti contro i migranti, in particolare in relazione agli scontri avvenuti nei giorni scorsi a Torre Pacheco, nella regione di Murcia. Proprio lì, il gruppo aveva incitato i cittadini a organizzare “ronde di quartiere per dare la caccia ai delinquenti magrebini”, con un richiamo aperto alla violenza che non ha precedenti nel Paese.

Secondo i documenti consultati da El País, lo scorso gennaio Christian L. aveva ottenuto dal ministero dell’Interno l’autorizzazione per lavorare come guardia del corpo privata, il che gli avrebbe permesso (previa richiesta mai formalizzata) anche di ottenere una licenza per porto d’armi di tipo C. Già nel 2021 aveva superato l’esame per diventare vigilante di sicurezza, ma non risulta che abbia mai lavorato nel settore. Nel 2023 aveva tentato – senza successo – di entrare come dipendente nel carcere Mas d’Enric di Tarragona: non superò l’esame in fase di colloquio.

La piattaforma DTN, secondo gli inquirenti, è nata da pochi mesi ma ha rapidamente guadagnato visibilità sui social e in particolare su Telegram, dove in alcuni gruppi ha raggiunto fino a 15mila iscritti. La sua prima apparizione pubblica è stata a marzo, in occasione di una manifestazione organizzata dal partito di estrema destra Vox contro “l’islamizzazione” a Terrassa (Barcellona). Poco dopo, il gruppo ha co-organizzato un’altra protesta contro un centro d’accoglienza per migranti a Sant Gervasi, un quartiere benestante del capoluogo catalano.

Nei suoi canali Telegram, la piattaforma di estrema destra ha diffuso materiale inquietante: mappe di Torre Pacheco con le zone a maggioranza magrebina, suggerimenti per evitare i controlli della polizia e persino tecniche di “guerriglia urbana”. Lo slogan ricorrente è “remigrazione”, un eufemismo per promuovere deportazioni di massa e nuova parola d’ordine dei diversi partiti nazionalisti in tutta Europa.

A oggi, le forze dell’ordine hanno effettuato 14 arresti collegati ai disordini a Torre Pacheco, tra cui quello di Christian L. e di tre persone coinvolte nell’aggressione di un uomo di 60 anni che ha innescato le violenze.

Secondo le autorità, il gruppo ha attratto simpatizzanti da altri movimenti neofascisti già noti in Spagna, come “Núcleo Nacional”, noto per i suoi video in cui invoca la “difesa attiva” contro quella che definisce “l’invasione” straniera. Gli investigatori sottolineano che non è raro che esponenti di estrema destra partecipino contemporaneamente a più gruppi, anche rivali tra loro. Dtn è riuscito anche a mobilitare membri delle tifoserie ultras del calcio, a cui si è rivolto esplicitamente nei suoi messaggi. Secondo il ministero dell’Interno, tra le 120 persone identificate a Torre Pacheco, molte non erano residenti del luogo.

In questi giorni, persino altri gruppi anti-immigrazione si sono dissociati dalle posizioni più estreme di Dtn. È il caso di Daniel Esteve, fondatore della controversa società Desokupa, famosa per le sue attività di sgombero extragiudiziale illegale e i video virali contro la sinistra. Esteve aveva annunciato su X di voler raggiungere Torre Pacheco per aiutare i cittadini a organizzare ronde “legali”, distribuendo spray al peperoncino e altri strumenti di autodifesa. In un video ha sostenuto che ogni cittadino ha il diritto di fermare un criminale, purché usi una forza proporzionata e senza ricorrere a pestaggi. Tuttavia, martedì ha pubblicato un secondo video in cui raccontava che la Guardia Civil lo aveva invitato a lasciare il paese, nonostante fosse arrivato con un gruppo di 40 persone.

Il ministro dell’Interno Fernando Grande-Marlaska ha preso posizione anche contro Vox (in ascesa nei sondaggi), accusando il partito di diffondere disinformazione e messaggi carichi d’odio. Su suo ordine, è stato chiuso il canale Telegram legato al movimento. La procura di Murcia ha avviato un’indagine per istigazione all’odio razziale nei confronti di José Ángel Antelo, presidente regionale di Vox, a seguito di una denuncia presentata da esponenti del Partito Socialista e di altre formazioni di sinistra. Antelo è finito sotto i riflettori non solo per i contenuti razzisti diffusi sui social, ma anche per un comizio tenuto sabato scorso a Torre Pacheco, durante il quale ha lanciato slogan come: “Difenditi dall’insicurezza!” e ha promesso espulsioni di massa dicendo: “Li manderemo via tutti, non resterà nessuno”. Secondo alcuni sondaggi, Vox è ormai il secondo partito nella regione di Murcia.

Le forze progressiste chiedono misure immediate contro l’ascesa dell’estrema destra e accusano il Partito Popolare di un atteggiamento complice, mantenendo un silenzio che suona come assenso. In visita a Torre Pacheco la segretaria di Podemos Ione Belarra ha puntato il dito direttamente contro il leader di Vox Santiago Abascal e i suoi collaboratori, additandoli come registi delle violenze razziste e di alimentare un clima di vero e proprio “terrorismo xenofobo”. Belarra ha anche criticato il ministro dell’Interno, accusandolo di inazione. Ha evidenziato il contrasto tra la tolleranza dimostrata verso le ronde neofasciste a Murcia e la repressione durissima attuata contro i metalmeccanici andalusi in sciopero, che ha portato a ben 23 arresti. Alberto Ibáñez, deputato di Compromís (partito valenciano di sinistra) ha infine sollecitato l’apertura di un dibattito urgente e serio sulla possibilità di mettere fuorilegge Vox, sottolineando che una democrazia consolidata come quella spagnola non può permettersi la legittimazione di partiti apertamente filofascisti.

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Il Fatto Quotidiano

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