La storia del gatto bibliotecario che ha vinto contro la politica
- Postato il 5 agosto 2025
- Gatti, Cani E Altri Animali
- Di Blitz
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Circa due secoli fa, Ernst Theodor Amadeus Hoffmann – per gli amici E.T.A. Hoffmann – conquistava il pubblico con Considerazioni filosofiche del Gatto Murr, una brillante parodia del genere autobiografico. Il protagonista era proprio un gatto intellettuale che, tra un sonnellino e l’altro, leggeva i classici e scriveva versi. Il “gatto da biblioteca” prendeva così forma nella fantasia collettiva: un animale sapiente, indipendente, eppure profondamente legato alla cultura.
Ma non è rimasto solo nella letteratura. Esistono casi reali di felini diventati parte integrante delle biblioteche. Il più famoso è certamente Broswer, un grigio tigrato adottato nel 2010 dalla biblioteca di White Settlement, in Texas. Nato come “scaccia-topi”, il micio ha rapidamente conquistato il cuore della comunità, diventando mascotte ufficiale, star di calendari benefici e simbolo cittadino. La sua presenza tra gli scaffali ha assunto un significato che andava ben oltre il semplice affetto: rappresentava l’anima stessa della biblioteca, un ponte tra lettori e libri.
Broswer vs il consiglio comunale: una battaglia virale
La popolarità di Broswer, però, non è piaciuta a tutti. Nel giugno 2016, l’assessore comunale Elzie Clements ne chiese lo sfratto dalla biblioteca, sostenuto da chi temeva allergie e invocava il rispetto delle norme sugli edifici pubblici: “Gli animali non appartengono agli edifici pubblici”, dichiarò. Il provvedimento passò, ma la reazione fu esplosiva: più di 12.000 firme e 1.500 email da ogni parte del mondo invasero la piccola città texana.
Il clamore spinse il consiglio comunale a fare marcia indietro: nel giro di un mese, Broswer fu riconfermato “Gatto della Biblioteca a vita”, con tanto di dichiarazione ufficiale del sindaco. Ma Clements non si arrese, tentando nuovamente lo sfratto prima di perdere le elezioni e, infine, scomparire nel 2022. Broswer, invece, è ancora lì, tra scaffali e lettori, come un vero protagonista di una favola moderna.
Gatti bibliotecari in America e in Italia
Broswer ha ispirato altri esempi negli Stati Uniti. A Bealton, Virginia, la Biblioteca Bealton ha adottato Ernie, un polidattilo simile ai gatti tanto amati da Ernest Hemingway. Nessuno ha mai tentato di allontanarlo. Anzi, con l’iniziativa “Flat Ernie”, i lettori possono fotografarsi con lui, rendendolo parte attiva dell’esperienza bibliotecaria.
Anche in Italia esistono “gatti da biblioteca”. A Genova, la Biblioteca Berio ha avuto come mascotte per oltre dieci anni Berio, un trovatello che ha ispirato fumetti realizzati da Sergio Badino e Francesco D’Ippolito. La sua memoria vive ancora nella sezione dedicata ai fumetti.
Ancora più impressionante la colonia felina della Biblioteca Classense di Ravenna: Obama, Dewey, Byron e Teresa. Ognuno con un nome ricco di significato – dal sistema di catalogazione alle passioni di Byron, fino a un omaggio all’ex presidente USA – questi gatti hanno vissuto tra i libri fino alla fine dei loro giorni, coccolati dai bibliotecari e dai lettori.
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