Lo zoo di Norimberga uccide 12 esemplari di babbuini: “Erano troppi”. Gli animalisti ricorrono alla magistratura

La decisione dello zoo Tiergarten di Norimberga di sopprimere 12 babbuini della Guinea ha scatenato forti reazioni in Germania e all’estero. I primati, anestetizzati e poi uccisi con un colpo di arma da fuoco, erano stati selezionati tra gli esemplari non coinvolti in studi scientifici. Secondo lo zoo, la popolazione complessiva, salita a 43 individui, aveva superato di gran lunga la capacità massima dell’area loro riservata, costruita nel 2009 per ospitare 25 animali più i cuccioli. Il sovraffollamento, spiegano i vertici della struttura, stava causando aggressività e conflitti interni tra i babbuini.

Lo zoo afferma di aver esplorato ogni alternativa possibile: trasferimenti verso altri parchi (rifiutati da Francia, Cina e Spagna), contraccezione (abbandonata anni fa), e persino la possibilità, impraticabile, di un rilascio in natura. “L’azione si è svolta in coordinamento con le autorità di vigilanza competenti, con gli uffici veterinari e ambientali e con l’Eaza”, ha spiegato la direzione, sottolineando che la decisione risale a febbraio 2024 ed è stata preceduta da anni di valutazioni.

Proteste, accuse e un caso internazionale

La notizia della soppressione ha sollevato un’ondata di proteste. Attivisti si sono introdotti nello zoo durante la chiusura straordinaria e una donna si è incollata al pavimento per bloccare le operazioni. Nulla è servito: i babbuini sono stati uccisi. “La mancata comunicazione preventiva era dettata da motivi di sicurezza”, ha spiegato lo zoo. Intanto, i gruppi animalisti hanno presentato una denuncia penale, accusando la struttura di violazione delle leggi sul benessere animale.

“Questa uccisione era evitabile e, dal nostro punto di vista, è illegale”, ha dichiarato Laura Zodrow, portavoce di Pro Wildlife. Anche il pubblico ha reagito con indignazione, inondando il parco di mail, telefonate e post sui social. “Siamo consapevoli che questa decisione è difficile da capire per molte persone”, si legge in un comunicato dello zoo, “ma è stata la scelta più difficile e toccante anche per noi”.

Precedenti controversi e riflessioni etiche

Il direttore del Tiergarten, Dag Encke, ha difeso la scelta parlando di “anni di riflessione” e della necessità di garantire il benessere del gruppo residuo. Un paradosso, secondo gli animalisti: uccidere per proteggere. “Non si proteggono gli animali uccidendoli”, hanno ribattuto, criticando la gestione delle nascite che avrebbe potuto prevenire l’escalation.

Non è la prima volta che un episodio simile genera scalpore. Nel 2014, lo zoo di Copenaghen uccise una giraffa sana di nome Marius e la diede in pasto ai leoni, tra lo sconcerto generale. Pochi mesi dopo, la stessa struttura soppresse anche quattro leoni, anch’essi sani.

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Blitz

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