La storia di Stefano Achermann, il manager che da 30 anni individua le tecnologie del futuro

  • Postato il 29 luglio 2025
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  • Di Forbes Italia
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Articolo tratto dal numero di luglio 2025 di Forbes Italia. Abbonati!

Manager, imprenditore, fondatore di startup, innovatore, protagonista dell’evoluzione tecnologica degli ultimi 20 anni che ha trasformato il sistema bancario nazionale e traghettatore delle banche italiane verso un futuro che, oggi, in moltissimi non riescono ancora a immaginare, ma che lui riesce a plasmare. Se un termine può condensare la sua storia, questo è visione. La capacità di analizzare i caratteri evolutivi del presente e individuare le soluzioni tecnologiche per costruire il futuro. Questo approccio emerge da ogni parola di Stefano Achermann, romano, classe 1969, trapiantato a Milano e così radicato in città da aver vinto l’Ambrogino d’oro nel 2019 per il suo impegno sociale con l’Associazione per Milano, di cui è fondatore.

La storia di Stefano Achermann

Una capacità di visione e di confrontarsi con ciò che plasma il futuro che Achermann ha dimostrato fin dai tempi degli studi in economia alla Sapienza: si laureò con una tesi sui derivati, argomento in quegli anni alquanto di nicchia negli atenei italiani, se non altro per il valore globale di quegli strumenti finanziari, che allora era una frazione minima di quello odierna. Subito dopo la laurea la vocazione imprenditoriale si è mescolata alla prima sfida che lo ha proiettato verso il futuro del settore bancario. L’uso di massa del web era agli albori, il suo utilizzo commerciale un’ipotesi. Qualche ‘esperto’ formulava addirittura una delle previsioni che peggio invecchieranno nella storia della tecnologia, definendo la rete poco più di un gioco. Achermann, invece, iniziò a chiedersi come le banche potessero utilizzare internet per il business e fondò, nel 1996, E-Finance Consulting, una ‘consulting startup’ rivolta a istituti di credito e assicurazioni, un mondo nel quale allora “molti processi erano svolti analogicamente. Si facevano le scansioni degli assegni manualmente”, ricorda. “C’erano archivi stipati di materiale cartaceo”.

Tra il 1999 e il 2001 affiancò McKinsey e poi, nel 2002, entrò come partner nel gruppo Replay, in cui si occupava dello sviluppo del business. Nel 2005 fu chiamato nel gruppo Capitalia, allora uno dei principali istituti di credito italiani. Dopo due anni era responsabile dell’intero settore It e quindi presidente di Capitalia Informatica. Con l’acquisizione di Capitalia da parte di UniCredit ha avuto il compito di garantire la migrazione dei sistemi del gruppo romano nell’ecosistema tecnologico di quello milanese, assicurando la riuscita di un processo di enorme difficoltà tecnico-organizzativa. In questa fase Achermann ha consolidato il suo bagaglio tecnico e manageriale, che lo ha portato a essere uno dei punti di riferimento per l’innovazione tecnologica e la governance del settore It nel sistema bancario.

Be Consulting e DataService

Nel 2008 ha deciso così di tornare a essere imprenditore e ha fondato Be Consulting – all’interno del gruppo quotato DataService, appena acquistato da Gianni Tamburi e Rocco Sabelli – per creare una “boutique della tecnologia a disposizione del mondo delle banche e delle assicurazioni. Scegliendo di offrire i nostri servizi a grandi istituti internazionali, quelli con maggiori capacità di investimento nell’innovazione. Ci siamo specializzati nella creazione e nella realizzazione di piattaforme tecnologiche sulle quali il business si può innestare e crescere”.

Sabelli è stato scelto come ceo di Alitalia e Achermann è diventato amministratore delegato di DataService, che presto ha cambiato nome in Be Shaping The Future, con la missione di combinare consulenza e tecnologia. Il gruppo si è evoluto così in una ‘fucina di futuro’: “L’innovazione in un settore molto regolato come quello bancario richiede un’elevatissima specializzazione e la capacità di individuare le tecnologie che possono essere adottate e messe a sistema in un orizzonte temporale definito. Abbiamo un ruolo analogo a quello della ricerca applicata. Se la ricerca pura ci apre l’orizzonte del futuro, noi lo facciamo accadere”.

Sotto la sua guida Be Shaping The Future – che ha raggiunto il segmento Star della Borsa italiana – ha superato i 260 milioni di euro di fatturato ed è arrivato a oltre duemila dipendenti in 12 paesi (dall’Italia alla Germania, dalla Svizzera alla Polonia, dal Regno Unito all’Austria) che hanno reso e rendono possibile l’innovazione sistemica dei più importanti gruppi bancari internazionali.

L’ingresso in Engineering

Nel 2022 Be è entrata a far parte del gruppo internazionale Engineering, leader italiano nel settore, che offre soluzioni end to end al mondo finanziario, dalle banche a rilevanza sistemica ai circuiti di pagamento internazionale. Una nuova sfida per Achermann che, all’interno di Engineering, ha assunto il ruolo di vice presidente esecutivo del settore finance, che genera 500 milioni di fatturato. Ancora una volta visione e futuro che si confrontano con un orizzonte sempre più vasto.

La prossima sfida? Ovviamente l’intelligenza artificiale, sull’applicazione della quale Achermann ha un’idea ben precisa, anzitutto per quanto riguarda i tempi: “In questo momento siamo in una fase embrionale. Gli investimenti delle banche sull’intelligenza artificiale sono ancora esigui, spesso limitati a studi su possibili applicazioni e impatti. Il big bang lo avremo nel 2027.” Il futuro è dietro l’angolo, ma per coglierlo è necessaria la capacità di vederlo.

L’articolo La storia di Stefano Achermann, il manager che da 30 anni individua le tecnologie del futuro è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

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