La tragedia di Rende, l’ultimo viaggio di Simona Vanessa
- Postato il 7 luglio 2025
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Il Quotidiano del Sud
La tragedia di Rende, l’ultimo viaggio di Simona Vanessa
La tragedia di Rende, la salma della bambina morta al Parco acquatico di Rende partita per la Romania, dai primi esami la piccola Simona Vanessa non è deceduta per annegamento
È in viaggio verso Baia Mare in Romania la piccola Simona Vanessa. La sua famiglia la sta riportando a casa. Dopo il nulla osta da parte della Procura cosentina è arrivata la ditta estera che si è occupata del trasferimento della salma e di tutti i passaggi burocratici necessari, per far arrivare la bambina nella sua comunità di origine.
È stato il legale della famiglia, l’avvocato Francesco Porto ad occuparsene. Ad attenderla amici e parenti della famiglia Szilagyi che seppur da lontano, hanno condiviso attimo per attimo, la tragedia che è costata la vita a Simona. Quel bagno nella piscina del Parco Acquatico “Santa Chiara” di Rende, in provincia di Cosenza, insieme ai suoi fratelli, le è stato fatale.
E mentre la comunità intera nei giorni scorsi, si è stretta attorno ai familiari della piccola, conosciuta da tutti perché spesso accompagnava la sua mamma nei vari giri cittadini alla ricerca di un aiuto per tutta la famiglia – otto persone stipate in pochi metri quadrati nel centro storico di Cosenza – è partita una gara di solidarietà che ha coinvolto imprenditori e singoli cittadini che insieme hanno deciso di sostenere le spese per il trasferimento di Simona e per i funerali che si svolgeranno nel capoluogo del distretto di Maramures, nella regione storica della Transilvania.
IL SUPPORTO DEI COMUNI DI COSENZA E RENDE AI GENITORI CHE HANNO VISSUTO LA TRAGEDIA DELLA PICCOLA SIMONA VANESSA
Le amministrazioni di Cosenza e Rende, nei giorni scorsi, si sono unite per dare tutto il supporto necessario ai parenti di Simona e l’assessore alla Politiche sociali di Rende Daniela Ielasi, ha evidenziato quanto sia importante che la solidarietà non sia solo nell’emergenza o nel dramma, ma diventi un impegno duraturo e concreto. E mentre le immagini di Simona che si allontana dalla città dei Bruzi, riempiono il cuore e gli occhi di rammarico e tristezza, in Procura si continua a lavorare per ricostruire i fatti di quel 30 giugno, ancora incerti su alcuni passaggi, e la reale responsabilità dei tre indagati, l’amministratore unico della la “Marconi Village srl”, il suo convivente e la bagnina che era presente nel momento in cui Simona è stata recuperata dalla piscina.
LE INDAGINI PER ACCERTARE LE CAUSE E LA DINAMICA DELLA MORTE
Nei quesiti posti dal pm della Procura di Cosenza, Antonio Tridico, titolare dell’inchiesta, ai consulenti che hanno eseguito l’esame autoptico sul corpo di Simona, Berardo Cavalcanti e Vannio Vercillo, la ricerca di una verità che ha già dato le sue prime risposte: la bambina non è morta per annegamento. Nei suoi piccoli polmoni i medici legali non hanno trovato la quantità d’acqua che in molti si aspettavano e quindi sarebbe stata esclusa questa ipotesi. Ma ne restano in piedi delle altre, alcune ancora non prese in considerazione. La bambina, da un primo esame, avrebbe avuto uno shock termico a cui sarebbe seguito un arresto cardiaco.
E ciò che la perizia dovrà spiegare dopo il responso degli esami, è se per Simona, una volta portata fuori dall’acqua, con l’uso di un defibrillatore, potevano esserci delle possibilità di salvezza. Ma il malore sarebbe stato solo frutto di una comune congestione, come si usa dire, o potrebbero esserci altre cause ancora sconosciute? Novanta giorni di tempo avranno i consulenti della Procura per stilare la loro perizia e spiegare cosa è avvenuto nel piccolo corpo di Simona in quell’ultimo, caldo pomeriggio di giugno, che l’ha vista prima felice insieme ai suoi fratelli e poi inerme davanti agli occhi di chi a mani nude ha tentato di far ripartire il suo cuore. E quanto tempo è passato, realmente, tra l’arresto cardiaco e le manovre di rianimazione? Ci sono le immagini del sistema di video sorveglianza che aiuteranno a ricostruire i fatti ma è alla scienza che spetterà l’ultima parola.
Il Quotidiano del Sud.
La tragedia di Rende, l’ultimo viaggio di Simona Vanessa