La vera Blitzkrieg è stata a Zanzibar

  • Postato il 26 agosto 2025
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  • Di Agi.it
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La vera Blitzkrieg è stata a Zanzibar

AGI - La vera guerra lampo non è stata quella scatenata da Hitler il I settembre 1939 attaccando la Polonia battuta in quattro settimane e neppure quella contro la Francia in 40 giorni nel maggio-giugno 1940, ma quella della Gran Bretagna al sultanato di Zanzibar conclusa in nemmeno 40 minuti. Trentotto, per la precisione: dalle 9.02 alle 9.40 del 27 agosto 1896. Le cinque navi da guerra britanniche impegnate nello scontro in realtà indicano sui giornali di bordo quattro momenti diversi di conclusione delle ostilità, in un arco di dieci minuti che vanno dalle 9.35 della Saint George alle 9.45 della Philomel e dello Sparrow. 

Intrigo di palazzo e colpo di mano sul trono 

Ma come si giunse a quel conflitto che viene considerato il più breve della storia? Siamo in epoca coloniale, nell’Oceano Indiano di fronte alle coste della Tanzania di cui oggi Zanzibar fa parte, che alla fine del XIX secolo era Africa Orientale Tedesca come sancito dalla Conferenza di Berlino del 1885. Su Zanzibar, indipendente dal 1856, dal 1890 si stendeva la mano della Gran Bretagna grazie al Trattato di Helgoland-Zanzibar che ne faceva un protettorato. La Germania si impegnava a non interferire. Fin quando il sultano era stato Hamad bin Thuwayni, allineato alle posizioni inglesi, l’equilibrio non era stato turbato.

Zanzibar era una fiorente e autorevole potenza commerciale dell’Oceano Indiano, ma c’era un fattore che metteva in allarme le forze economiche locali: il proposito britannico di abolire la schiavitù e rafforzare in chiave moderna i commerci. La tratta degli schiavi era sempre stata proficua, da quelle parti, e portava ricchezza. La morte improvvisa il 25 agosto, dopo appena tre anni di regno e a 39 di età, del quinto sultano Hamad bin Thuwayni, per di più in circostanze avvolte dal mistero tant’è che si parlò di complotto di palazzo, portò al potere lo stesso giorno il nipote Khalid bin Barghash che a 22 anni si autoproclamò sesto sultano di Zanzibar senza il placet britannico. Il gesto era in violazione degli accordi del 1886 e costituiva un casus belli. 

I cannoni puntati contro il Palazzo delle meraviglie 

Quello che era indicato come legittimo successore, Sayyid Hamud bin Mohammed, si appellò a Londra pretendendo la destituzione dell’usurpatore. Khalid bin Barghash, fortemente indiziato di aver avvelenato lo zio, non ci pensava neppure ad abdicare: radunò un piccolo esercito di tremila uomini armati con mitragliatrici e fucili tedeschi, e fece trasformare lo yacht reale Glasgow in nave da battaglia trasportando a bordo moderni cannoni, anch’essi di fabbricazione tedesca. Ma la Gran Bretagna non poteva rimanere inerte di fronte a quella palese sfida alla sua potenza. Le due navi da guerra Philomel e Thrush fecero sbarcare soldati a protezione del consolato retto da Basil Cave il quale chiese pure l’intervento della Sparrow che ci mise poco ad attraccare.

Nello stesso tempo radunò i fanti di marina e rafforzò il contingente con i locali lealisti, sotto il comando del generale Lloyd Mathews. Quindi gestì la crisi d’intesa con Londra, inviando un ultimatum a Khalid bin Barghash a sgomberare il palazzo reale entro le ore 9 del 27 agosto. La risposta dal Palazzo delle meraviglie era arrivata alle 8 e non era del tenore sperato. Il sultano non aveva nessuna intenzione di farsi da parte e non credeva neppure che davvero i britannici avrebbero aperto il fuoco contro di lui; ma non sapeva che Londra aveva autorizzato Cave ad adottare tutte le misure ritenute opportune dalle circostanze, sottolineando che erano da considerarsi tali quelle di cui aveva la certezza di successo. E per questo il console aveva comunicato al sultano che se non avesse obbedito avrebbe dato ordine al contrammiraglio Harry Rawson di bombardare la sua residenza dove si era asserragliato in attesa dello scontro. 

Una flotta e i fanti di marina per deporre l’usurpatore 

Rawson aveva sotto il suo comando gli incrociatori Saint George, Racoon, Philomel, e le cannoniere Sparrow e Trush, che avevano sotto tiro tanto il palazzo quanto il panfilo reale Glasgow. Alle 9.02 diede ordine di aprire il fuoco, che fu devastante. Il Glasgow ebbe appena il tempo di tirare contro la Saint George per essere subito affondato dalle artiglierie di grosso calibro della nave ammiraglia e della Philomel. Nel Palazzo delle meraviglie su cui si era concentrato il fuoco di Racoon, Sparrow e Trush, si era subito sviluppato un violento incendio, alimentato dall’uso diffuso del legno di costruzione, mentre le salve aprivano varchi nella milizia del sultano e tra i civili.

Alle 9.40 le sorti di quella guerra erano già decise. Khalid bin Barghash si arrese, i cannoni cessarono di tuonare dopo aver sparato circa 500 colpi, ma lui riuscì ad approfittare della confusione in città per dileguarsi e presentarsi con pochi fedelissimi al consolato tedesco dove chiese asilo politico, che naturalmente gli venne concesso. Se gli inglesi lamentavano un solo ferito, un marinaio, le vittime nelle fila di Zanzibar erano circa cinquecento morti e feriti, tra guardia personale, milizia e civili, uomini e donne. 

La caccia all’uomo sotto la protezione dei tedeschi 

I britannici rimisero subito la situazione come la volevano, mettendo sul trono Hamud bin Muhammed. Secondo i loro propositi, la schiavitù fu subito abolita qualche mese dopo, e di fatto venne abolita anche l’indipendenza di Zanzibar. Ma intanto pretendevano dalle autorità imperiali tedesche la consegna del sultano ribelle, che invece venne protetto poiché non era prevista l’estradizione di chi aveva chiesto asilo politico. Rimase al consolato fino a quando non fu possibile esfiltrarlo segretamente il 2 ottobre via mare a Dar es Salaam, oggi capitale della Tanzania. Il consolato era stato circondato da soldati inglesi, ma non si poteva chiudere anche la parte dell’edificio che dava sul mare, e quindi Khalid bin Barghash venne trasferito da territorio tedesco a nave tedesca, rendendo impossibile catturarlo.

I britannici, però, non si dimenticarono affatto di lui. Con lo scoppio della prima guerra mondiale e la fine dell’Africa Orientale Tedesca nel 1916, Khalid bin Barghash fu trovato e arrestato. Venne condotto dapprima alle Seychelles, successivamente sull’isola di Sant’Elena dove gli inglesi avevano recluso Napoleone e infine a Mombasa. Qui il sultano che aveva osato sfidare l’Impero britannico, regnando solo due giorni e provocando la guerra più rapida della storia, si spense a 52 anni il 19 marzo 1927. Zanzibar sarebbe rimasta colonia britannica fino al 10 dicembre 1963.

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Autore
Agi.it

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