Lago Balkhash, lo specchio dell’Asia Centrale dove acqua dolce e salata s’incontrano
- Postato il 18 luglio 2025
- Posti Incredibili
- Di SiViaggia.it
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Il lago Balkhash è uno scenario unico, provate a immaginare: da una parte, un’acqua trasparente e dolce come quella di un fiume di montagna e dall’altra un’acqua salmastra e più densa, dalle tonalità lattiginose e argentate. Nel mezzo, un confine invisibile, ma reale, che taglia in due il lago come una cicatrice liquida. A creare questo fenomeno è la geografia stessa: i principali immissari del Balkhash, come il fiume Ili, riversano le proprie acque nella parte occidentale del bacino, mantenendola dolce.
L’acqua si muove lentamente verso est, ma viene fermata da uno stretto canale che funge da spartiacque naturale. Ed è lì che il lago cambia identità. Il risultato? Due laghi in uno, due ecosistemi che convivono in perfetto disequilibrio. L’evaporazione intensa, favorita dal clima desertico e dalle piogge scarsissime, contribuisce alla salinità nella parte orientale. Eppure, nonostante l’assenza di sbocchi, il lago mantiene da millenni i suoi livelli d’acqua, un dettaglio che continua a lasciare perplessi gli scienziati.
Questa anomalia geochimica ha reso il Balkhash un laboratorio naturale vivente, dove la scienza incontra il mistero. Ma non finisce qui: il lago ospita circa 20 specie di pesci, tra cui carpe, lucci e persici, che prosperano nella metà dolce. È proprio da questa abbondanza ittica che deriva l’antico nome kazako “Balik As”, ovvero “cibo per pesci”.
Tra montagne e canyon, il lato selvaggio del lago Balkhash
Non ci sono stabilimenti balneari, resort di lusso o passerelle instagrammabili. Al Balkhash, in Kazakistan, la protagonista è solo lei: la natura nella sua forma più cruda e maestosa. Per i pochi avventurieri che decidono di esplorarlo, il lago si rivela una destinazione fuori dal comune, fatta di contrasti, silenzi e paesaggi che sembrano appartenere a un altro pianeta.
Una delle aree più spettacolari è quella che si sviluppa a nord del lago: la catena montuosa Bektau-Ata. Si tratta di un insieme di altopiani granitici che emergono come isole di roccia in mezzo alla steppa piatta. Tra canyon stretti e formazioni scolpite dal vento, si aprono vedute mozzafiato che nei giorni limpidi regalano panorami infiniti.
C’è, tuttavia, un’ombra che incombe su questo paradiso anomalo. L’uso intensivo dell’acqua dei fiumi che alimentano il lago, soprattutto da parte di Cina e Kazakistan, sta minacciando l’equilibrio idrico del Balkhash. Le estrazioni eccessive rischiano di alterare la fragile armonia che permette a questo lago di esistere così com’è. Il timore, sempre più concreto, è che possa seguire il destino tragico del Mar d’Aral, svanito in pochi decenni per mano dell’uomo.
Cosa vedere nei dintorni del Lago Balkhash
Per i più curiosi, il Bektau-Ata è una miniera di leggende locali: si narra che le rocce custodiscano spiriti e presenze millenarie e che i pastori kazaki, nei tempi antichi, evitassero certe grotte per timore di disturbare gli antenati. Lì vicino, nelle estati più calde, compaiono piccoli laghi effimeri dove si specchiano stormi di uccelli migratori: un raro spettacolo di biodiversità nel cuore dell’aridità.
E poi c’è la riva sud, con le sue distese sabbiose che ricordano una spiaggia oceanica ma affacciata sull’entroterra più remoto dell’Asia. È lì che i bagnanti si riversano in estate, tra piccoli campeggi spartani, grigliate all’aperto e notti sotto cieli stellati che tolgono il fiato.
Ma non è tutto relax: la fauna del lago merita lenti momenti di osservazione. Aironi, pellicani, cormorani e persino alcune specie in pericolo di estinzione fanno tappa qui. Portarsi un binocolo non è un vezzo da birdwatcher, ma un passaggio quasi obbligato per cogliere le magie che questo ecosistema ancora offre, nonostante le minacce ambientali.