Lamezia, otto ore di attesa al pronto soccorso per una malata oncologica
- Postato il 15 ottobre 2025
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- Di Quotidiano del Sud
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Il Quotidiano del Sud
Lamezia, otto ore di attesa al pronto soccorso per una malata oncologica
Il Tribunale dei Diritti del Malato denuncia il caso di una paziente oncologica lasciata per otto ore al Pronto Soccorso prima essere ricevuta da un medico
LAMEZIA – A che cosa serve il pronto soccorso se le attese sono durano intere giornate prima di una presa in carico? A che cosa serve l’ospedale di una delle città più grandi della Calabria?
Due semplici domande sparite dalla campagna elettorale e rimaste senza risposta anche in eventuali promesse elettorali. Niente di tutto questo.
PAZIENTE ONCOLOGICA IN ATTESA PER OTTO ORE
Una paziente oncologica è stata lasciata per otto lunghe ore ad aspettare all’interno del pronto soccorso di Lamezia prima di ottenere un primo incontro con i medici. A denunciare l’accaduto è stato il Tribunale dei diritti del malato attraverso una nota a firma del responsabile lametino Fiore Isabella. Una nota per «le criticità di un rapporto difficile dell’utenza con la struttura sanitaria, vittima di sottodimensionamenti che ne segnano la difficoltà di soddisfare in pieno i bisogni degli utenti»
I SOTTODIMENSIONAMENTI AL PRONTO SOCCORSO
«In secondo luogo per rispetto di quelle famiglie che hanno vissuto nel reparto del dottore Gerardo Mancuso esperienze di relazione complicate, tante volte finite con morti in solitudine di persone anziane e fragili, tenute al riparo dai familiari sia in tempo di Covid che di post Covid, allorquando – continua Isabella – una rappresentanza significativa di familiari di degenti si sono rivolti al Tribunale dei diritti del malato per segnalare il diniego di visita, ovviamente, con modalità protette ai loro cari».
LA DENUNCIA DEL TRIBUNALE DEI MALATI
«Segnalo soltanto – conclude il presidente del Tdm – chiedendo aiuto alla pedagogia, l’esigenza di avere medici, infermieri, portatori di competenze disciplinari, ma anche di una comunicazione da orientare al “bene dei malati”. E il bene dei malati non è soltanto guarire dalla patologia ma vivere la malattia in continuità con il proprio mondo emotivo ed affettivo. E, come ogni operatore di buon senso sa, che a volte una carezza e un qualsiasi altro gesto empatico sollevano l’umore più di cento flebo».
Il Quotidiano del Sud.
Lamezia, otto ore di attesa al pronto soccorso per una malata oncologica