L’arte sulla carta. Una mostra alla Fondazione Morandini di Varese
- Postato il 20 agosto 2025
- Arte Contemporanea
- Di Artribune
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La Fondazione Morandini è uno di quei luoghi, spesso sconosciuti, nascosti nella provincia italiana, dove la creatività contemporanea si unisce alla tutela della memoria storica locale. Istituita a Varese una decina d’anni fa dall’architetto e designer Marcello Morandini (Mantova, 1940), la Fondazione ne ospita le opere per raccontare la sua lunga e poliedrica vicenda professionale. Le tante creazioni, dall’inconfondibile segno grafico in bianco e nero, convivono fra le architetture di una signorile palazzina, costruita nel 1907 dalla famiglia Zanotti, in pieno centro città. Il dialogo tra le moderne geometrie tridimensionali di Morandini, declinate in mille varianti e forme, e le ricercate decorazioni liberty della villa, immersa in un rigoglioso parco, crea un’atmosfera unica che parla di passato e di presente.
La Fondazione Morandini di Varese
La visita alla Fondazione Morandini vale di per sé una gita a Varese. Insieme alle opere e ai raffinati arredi firmati Morandini – esposti in maniera permanente sui diversi piani della villa – la Fondazione ospita nel seminterrato, a cadenza semestrale, mostre di artisti internazionali, pensate per dialogare con le multiformi geometrie firmate dal designer.
C’è carta e carta, piccola ma interessante mostra in corso fino al 28 settembre a Varese, è curata dal critico d’arte Marco Meneguzzo e da Renato Bender, gallerista di Monaco di Baviera. Si tratta di un breve viaggio nelle infinite potenzialità della carta come materiale duttile, in grado di trasformarsi e di piegarsi sotto le mani degli artisti, senza perdere mai di leggerezza né di delicata fragilità. In Fondazione a Varese si può ammirare dunque una selezione di opere di artisti italiani e di area germanica e asiatica, che non utilizzano la carta come semplice base per disegni, grafici o stampe, ma ne esaltano le qualità tattiche, cromatiche e strutturali usando tagli, rilievi, realizzando collage, incisioni, graffiti. Dando vita a costruzioni che spesso confondono a prima vista, anche celando l’autentica commistione dei materiali usati.
La mostra C’è carta e carta
È il caso dei divertenti pannelli multicolori, di cartapesta, che Reinhard Wöllmer (Germania, 1956) appende al muro come fossero grandi trottole schiacciate, con evidente effetto ottico cinetico, non distante da talune creazioni in bianco e nero di Morandini. O delle bellissime “foglie” stilizzate che Helmut Dirnaichner (Germania, 1942) realizza impregnando la cellulosa con terre, pietre e minerali, tra cui l’azzurrite, la malachite e il lapislazzuli, ottenendo una tavolozza di colori brillanti e naturali che riflettono l’evidente rimando alle origini della pittura primitiva e rinascimentale.Franz Riedl (Austria, 1954) piega e taglia la carta, spesso monocromatica, con l’intento di darle una forte tridimensionalità. Richiamano la tradizione dell’origami, invece, le delicate costruzioni geometriche in rilievo, rigorosamente in carta Washi, dell’artista giapponese residente a New York Rakuko Naito (Giappone, 1935). In una sala al secondo piano, invece, l’artista turco Şakir Göçebağ ha creato un’installazione site specific che offre un’inedita prospettiva sull’impiego artistico della carta.
Le opere in mostra
In questo raffinato gruppo di artisti – che impiegano la carta come fosse pittura, scultura o architettura – non poteva mancare il geniale Bruno Munari (Italia, 1907-1998), maestro di maestri e inventore di infiniti giochi di carta, di piccolo e medio formato. Per Munari, tra i fondatori del Movimento Arte Concreta – cui aderisce anche Morandini – la carta è uno strumento fondamentale di creazione. Lo dimostrano le sue rinomate Sculture da viaggio, in cartoncino colorato, i libri scultura e i tanti mobili, leggere giostrine geometriche da appendere al soffitto e lasciare muovere in libertà al soffio dell’aria circostante. Bellissima, infine, la sala dedicata interamente a Grazia Varisco (Italia, 1937), pioniera dell’arte cinetica italiana. Attraverso le Extra Pagine, realizzate a partire dagli anni Settanta, i quaderni grafici di appunti e gli ultimi patchworkcolorati, pannelli risalenti all’epoca del Covid, l’artista dimostra quali siano gli infiniti talenti della carta, creando inimmaginabili effetti tridimensionali con un semplice foglio a quadretti. E, citando proprio il divertente manifesto grafico e lessicale di Grazia Varisco, esposto in mostra, alla Fondazione Morandini si scopre che “c’è carta e carta. Carta liscia, carta ruvida, carta crespa… carta assorbente… carta moneta… carta straccia … carta musica… carta igienica”. E ovviamente anche carta Varese: quei fogli stampati con fiori e gigliucci per ricoprire cassetti e foderare armadi, che, insieme alle scarpe, resero famosa Varese, città giardino, nel secolo scorso.
Federica Lonati
Varese// fino al 28 settembre 2025
C’è carta e carta
Fondazione Morandini
Via Francesco del Cairo, 41
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