L’artista Franco Guerzoni apre il suo studio a Modena e si racconta: il filmato

Ho incontrato Franco Guerzoni nel suo studio di Modena, uno spazio ampio che sembra contenere fisicamente la sua storia pittorica: tele, carte, pigmenti e frammenti che raccontano decenni di ricerca sul segno e sulla materia. Abbiamo conversato a lungo di pittura e fotografia e di come certe immagini si depositino nella memoria visiva degli artisti.

Franco Guerzoni e la fotografia con Luigi Ghirri

Nella sua traiettoria, la fotografia ha rappresentato un fondamentale punto di partenza, una pratica sperimentale condivisa, negli anni giovanili, con l’amico Luigi Ghirri. I due, inseparabili in quel periodo, avevano acquistato una macchina fotografica in comune, strumento che diventa complice dei primi lavori di Guerzoni.

All’epoca, i loro interessi gravitavano attorno a case abbandonate, pareti scrostate, luoghi dimenticati. Guerzoni in particolare, era affascinato dal potenziale evocativo del deterioramento. Le fotografie di interni in disfacimento diventano il supporto per un’operazione singolare: attraverso un procedimento chimico da lui stesso messo a punto, sulle superfici fotografiche cominciano a crescere muffe e concrezioni. L’immagine documentaria si trasforma così in frammento archeologico immaginario, contaminato dalla materia stessa del tempo. 

La pittura di Guerzoni e le altre discipline

La lettura di autori come André Malraux, insieme a numerosi viaggi nei paesi dell’Est, spinge Guerzoni verso una riflessione più profonda sull’immagine come memoria. È in questo periodo che matura la decisione di dedicarsi completamente alla pittura, senza però rinunciare al dialogo con le altre discipline.

La sua pittura, infatti nasce da un costante intreccio con l’archeologia, l’antropologia, la stratificazione culturale. La città di Modena in quegli anni era attraversata da personalità artistiche importanti con le quali Guerzoni intrecciava il suo percorso: “bisognava trovare un tassello proprio dentro la parola arte che è ipertrofica”.

Quel tassello, per Guerzoni, coincide con una forma pittorica che si costituisce per strati e sedimentazioni. Un immaginario che guarda alla tela non come a una superficie da riempire, ma come a una parete da interrogare e da erodere. I colori si sovrappongono come depositi geologici, evocando la materia dell’affresco e le sue modifiche nel tempo.

La generosità come qualità fondamentale dell’arte

Guerzoni ha sempre dichiarato di apprezzare gli artisti capaci di apertura, quelli che non si rinchiudono nel proprio linguaggio, ma si rendono disponibili al confronto: un’idea di arte intesa come terreno di ricerca condiviso. E questo atteggiamento lo si percepisce nel modo in cui accoglie, nella disponibilità a raccontare le proprie scelte, nel desiderio di includere l’altro nella sua visione. La generosità che rivendica come qualità fondamentale nell’arte è parte integrante del suo modo di essere e di lavorare.

Silvia Camporesi

L’articolo "L’artista Franco Guerzoni apre il suo studio a Modena e si racconta: il filmato" è apparso per la prima volta su Artribune®.

Autore
Artribune

Potrebbero anche piacerti