Le auto elettriche in Cina, da boom industriale a battaglia per la sopravvivenza
- Postato il 22 luglio 2025
- Fatti A Motore
- Di Il Fatto Quotidiano
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Il mercato cinese dei veicoli elettrici, il più grande e dinamico al mondo, sta attraversando una fase di profondo riassetto. Dopo anni di crescita esplosiva sostenuta da forti sussidi statali, oggi il settore si trova al centro di una crisi di sovrapproduzione e di una competizione feroce che sta rapidamente selezionando i vincitori dai vinti. Più di 200 produttori, grandi e piccoli, si contendono una domanda che, seppur in crescita, non riesce più ad assorbire l’ondata di nuovi modelli e volumi in arrivo sul mercato.
La corsa al ribasso nei prezzi, avviata da Tesla nel 2022 e poi seguita da costruttori come BYD, Li Auto e Xpeng, ha ridotto drasticamente i margini di profitto, mettendo in difficoltà le aziende meno strutturate. L’aggressività commerciale si traduce in forti sconti, promozioni e politiche di finanziamento agevolato, che però, alla lunga, erodono la sostenibilità economica del settore.
La Cina, nondimeno, si trova a fare i conti con una concorrenza interna sempre più agguerrita. Oltre ai marchi automobilistici tradizionali, anche aziende tecnologiche come Huawei, Xiaomi e Baidu sono entrate nel mercato con modelli avanzati, dotati di software proprietari, sensori di guida autonoma e integrazione con l’ecosistema digitale. L’obiettivo di queste aziende non è soltanto vendere auto, ma conquistare il controllo dell’interfaccia uomo-macchina e della raccolta dati, trasformando il veicolo in una piattaforma mobile connessa. Questo approccio, unito alla possibilità di investimenti ingenti, le rende molto più competitive rispetto ai produttori nativi più piccoli, che faticano a tenere il passo sia sul fronte tecnologico che su quello finanziario.
Secondo le stime di settore, solo un numero limitato di aziende sopravvivrà a questa fase di consolidamento. Marchi come WM Motor, Byton e Aiways sono già spariti o in grave crisi, e molti altri rischiano di seguire lo stesso destino nei prossimi 12-24 mesi. I gruppi con maggiore capacità produttiva, rete di distribuzione solida e accesso privilegiato alla supply chain (come BYD, Geely o le joint venture sostenute da Huawei) sembrano essere i candidati naturali a guidare il settore nella prossima fase. L’anno in corso viene già definito da alcuni analisti come il vero “round di eliminazione”, una selezione darwiniana destinata a cambiare per sempre il panorama industriale cinese.
Attenzione, però. Nonostante le difficoltà interne, la Cina continua a dominare il mercato globale dell’elettrico, con il 58% della produzione mondiale e oltre un milione di veicoli (Ev e plug-in ibridi) esportati nel primo semestre del 2025. Tuttavia, anche sul fronte internazionale emergono resistenze: dazi negli Stati Uniti, tariffe crescenti in Europa e preoccupazioni legate alla sicurezza e alla dipendenza tecnologica. Il futuro dell’industria EV cinese dipenderà quindi dalla sua capacità non solo di resistere alla pressione interna, ma anche di adattarsi a un contesto globale sempre più protezionista e competitivo.
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