“Le cose come stanno”, il libro per ragazzi che non addolcisce la pillola su razzismo, sessismo, emergenza climatica e guerra
- Postato il 10 ottobre 2025
- Diritti
- Di Il Fatto Quotidiano
- 1 Visualizzazioni
.png)
Un manuale scritto per ragazzi ma utile per tutti. Si intitola “Le cose come stanno” (edito People, 2025) ed è firmato da Eliana Cocca, insegnante alle superiori e blogger del fattoquotidiano.it, con le illustrazioni di Giovanna Buonocore (Giobi). Non è un libro scolastico nel senso classico: assomiglia piuttosto a una guida rapida alle contraddizioni del nostro tempo, raccontate con il linguaggio giovanile ma con la solidità dei dati.
La cornice è chiara fin dall’inizio: “Un libro diviso per capitoli in cui gente diversa racconta cosa c’è da sistemare nella società, senza dire bugie, senza addolcire la pillola”. I temi scelti – razzismo, sessismo e stereotipi di genere, aborto ed eutanasia, emergenza climatica, guerre e rabbia – sono affidati a voci adolescenti che li vivono in prima persona. Così Kamil, 14 anni, nato in Italia da genitori nigeriani, apre il capitolo sul razzismo: “Da piccolo pensavo che fosse una roba storica. Poi alle medie ho capito che a un razzista importa solo di che colore sei”.
L’idea del libro, racconta Cocca, “è nata un paio di anni fa, a scuola. Mi accorgevo che i ragazzi avevano voglia di parlare di questi temi, ma mancavano loro gli strumenti: dati, informazioni, materiali. A noi docenti viene chiesto un ruolo formativo, ma non c’è tempo per affrontare tutto. Ho pensato servisse uno strumento che condensasse queste questioni e permettesse di parlarne con cognizione di causa”.
Proprio il tono diretto ritorna in tutti capitoli. Per esempio in quello sul sessismo, affidato a Karen, 15 anni: “Siamo la metà della popolazione, se ci arrabbiassimo tutte insieme… potrebbe tremare il pianeta”. Non mancano le parti più dure – con avvisi di trigger warning– in cui si affrontano violenza di genere, body shaming e femminicidi. La narrazione non si limita alle esperienze individuali: mette in fila eventi storici, leggi, numeri, dalla colonizzazione all’Olocausto, dal referendum sul divorzio alla legge 194, fino al genocidio a Gaza.
Il capitolo forse più “oggettivo” è quello dedicato all’ambiente. Qui i dati scientifici sono centrali: emissioni, rapporti dell’IPCC, alluvioni e incendi sempre più frequenti. Ma anche in questo caso a parlare è un adolescente che si confronta con l’angoscia di un futuro che sembra già compromesso. “Non volevo mentire ai ragazzi. Non dico che va tutto bene. Do tutti i dati, spiego qual è la situazione. Ma aggiungo che non è finita: c’è ancora spazio per agire” spiega Cocca.
Tra i temi più difficili c’è la guerra. Cocca non ha esitato a citare i conflitti in corso: dall’Ucraina a Gaza, dove parla esplicitamente del genocidio in atto. “Sono argomenti che la scuola tende a evitare perché subito percepiti come divisivi. Ma se non ne parliamo, lasciamo i ragazzi in balìa di slogan e propaganda. Invece serve dare loro strumenti: date, fatti, ricostruzioni storiche. Solo così possono farsi un’opinione autonoma”.
Cocca spiega di aver scelto di dare voce a personaggi adolescenti “perché non volevo un libro in cui l’adulto spiega e il ragazzo ascolta. Ho incontrato tanti studenti che si infiammano su certi temi e ho voluto dare loro una voce. Così il lettore non sente l’insegnante che fa lezione, ma un coetaneo che racconta quello che sa”.
Il merito del libro è la capacità di fondere cronaca, storia e linguaggio generazionale, senza perdere precisione. Cocca e Giobi non indulgono in pedagogia, anzi: scelgono un tono ironico, a volte tagliente. “Il maschio alpha deve nascere con un pacchetto muratore/elettricista/idraulico installato nel cervello”, si legge nel capitolo sul sessismo.
Cocca sottolinea l’importanza della conclusione: “Dopo aver elencato tutto ciò che non funziona, restava la domanda: e adesso cosa faccio? Ho voluto un capitolo finale sulla rabbia, intesa come energia da trasformare in azione. Gli adolescenti vivono ansia e sfiducia nel futuro: serviva uno spazio per dire loro che non tutto è perduto. Non con il gesto individuale – comprare meno fast fashion aiuta ma non risolve la crisi climatica – ma con la dimensione collettiva: il voto, le manifestazioni, lo schierarsi”.
Un passaggio che rimanda anche al ruolo della scuola come luogo di comunità: “Libri così possono aiutare a riscoprire la forza del fare insieme. Nella didattica serve più laboratorio, più lavoro di gruppo, meno individualismo. È l’idea che si salva chi lotta anche per chi non può, e che l’apprendimento stesso è più forte se condiviso”.
Il libro, insiste l’autrice, non intende fornire risposte: “Non è un testo che dice ‘questa è la tua posizione’. È un libro che dà strumenti, che mette sul tavolo i fatti, la storia, i dati. Poi ciascuno si confronta e si forma un’opinione. Questo per me è fare politica nella sua accezione più naturale: discutere partendo da basi solide. Gli adolescenti hanno bisogno di questo: tra tre anni voteranno, ed è fondamentale che abbiano strumenti per pensare in modo critico, non solo slogan”.
L'articolo “Le cose come stanno”, il libro per ragazzi che non addolcisce la pillola su razzismo, sessismo, emergenza climatica e guerra proviene da Il Fatto Quotidiano.