Le emissioni di 180 produttori di combustibili fossili collegate per la prima volta a oltre 200 ondate di calore fatali
- Postato il 11 settembre 2025
- Ambiente
- Di Il Fatto Quotidiano
- 2 Visualizzazioni
.png)
Le emissioni di 180 specifiche aziende produttrici di combustibili fossili e cemento “hanno contribuito in modo sostanziale” al cambiamento climatico che, a sua volta “ha reso più probabili e più intense 213 grandi ondate di calore tra il 2000 e il 2023”. Lo sostiene uno studio di attribuzione pubblicato sulla rivista scientifica Nature e condotto dai ricercatori climatici del Politecnico Federale di Zurigo. Per la prima volta le emissioni di carbonio delle più grandi compagnie petrolifere del mondo, statali e private, sono state direttamente collegate a decine di ondate di calore mortali. Quattordici aziende si distinguono: hanno dato lo stesso contributo al cambiamento climatico delle restanti 166 organizzazioni messe insieme: sono Former Soviet Union, la People’s Republic of China for coal, Saudi Aramco, Gazprom, ExxonMobil, Chevron, National Iranian Oil Company, BP, Shell, India for coal, Pemex, CHN Energy, People’s Republic of China for cement. Secondo lo studio, anche il colosso italiano Eni ha avuto un ruolo, trovandosi al 34° posto (su 180 compagnie) in termini di contributo al riscaldamento globale. “Sebbene i 14 maggiori produttori di carbonio abbiano contribuito maggiormente al verificarsi di ondate di calore, anche i contributi dei soggetti più piccoli svolgono un ruolo significativo”, afferma Yann Quilcaille dell’Istituto per le scienze atmosferiche e climatiche del Politecnico di Zurigo, principale autore dello studio condotto insieme al team della climatologa Sonia Isabelle Seneviratne. Per molti osservatori studi di attribuzione come questo rappresentano un passo fondamentale nelle battaglie legali intraprese in tutto il mondo contro Stati e aziende dell’oil&gas.
Come le aziende hanno contribuito alle ondate di calore – Quasi 500mila persone sono morte a causa del caldo tra il 2000 e il 2019 e molti di questi decessi possono essere direttamente attribuiti al cambiamento climatico. “Per ogni ondata di calore, calcoliamo come il cambiamento climatico ne abbia influenzato l’intensità e la probabilità – spiega Quilcaille – e identifichiamo sia l’impatto di ogni singola azienda sia gli effetti combinati di altri fattori umani e naturali”. Finora, infatti, gli scienziati che studiano gli eventi meteorologici estremi hanno analizzato principalmente un evento alla volta, con una quantificazione limitata dei contributi dei singoli attori come nazioni o aziende. La ricerca arriva alla conclusione che il riscaldamento globale ha reso le ondate di calore 20 volte più probabili tra il 2000 e il 2009 e fino a 200 volte più probabili tra il 2010 e il 2019, rispetto al periodo tra il 1850 e il 1900. Il team ha poi eseguito modelli climatici per evidenziare l’effetto dei singoli attori sulla temperatura media globale. Il contributo individuale di ciascuno dei 14 principali attori è sufficiente a causare oltre 50 ondate di calore che sarebbero state quasi impossibili senza il cambiamento climatico. In pratica, ha reso questo numero ondate di calore almeno 10mila volte più probabili. Tra gli eventi analizzati in Italia, anche le ondate di calore che si sono verificate tra luglio e agosto 2003 (quando si stima persero la vita più di 20mila persone), nel mese di agosto del 2011 e del 2018 e a giugno 2019.
Gli studi di attribuzione – Con questo studio, il team di ricerca mirava a colmare una lacuna nelle conoscenze scientifiche, utilizzando studi di attribuzione per coprire una gamma più ampia di eventi estremi e collegarli ad attori specifici. “Gli studi precedenti hanno esaminato principalmente le emissioni di persone e paesi. Questa volta, ci concentriamo sui grandi emettitori di carbonio” spiega Quilcaille. Lo studio arriva in un momento cruciale per le questioni di politica climatica e di responsabilità delle aziende. A luglio scorso, la Corte internazionale di giustizia dell’Aja, la più alta corte delle Nazioni Unite, ha stabilito che “i trattati sul cambiamento climatico stabiliscono obblighi rigorosi e non rispettarli può costituire una violazione del diritto internazionale”. “La scienza dell’attribuzione ha trasformato la nostra comprensione degli impatti climatici, mostrando come il riscaldamento globale alteri la probabilità e l’intensità di fenomeni meteorologici estremi” commenta Davide Faranda, direttore di ricerca al Centro Nazionale Francese per la Ricerca Scientifica e fondatore di Climameter, secondo cui “lo studio aggiunge un nuovo passo fondamentale, collegando i punti tra specifici disastri climatici e le aziende. Questo ponte potrebbe diventare una pietra miliare per le azioni legali e politiche volte a responsabilizzare gli inquinatori”.
L'articolo Le emissioni di 180 produttori di combustibili fossili collegate per la prima volta a oltre 200 ondate di calore fatali proviene da Il Fatto Quotidiano.