Le giravolte di Giorgia Meloni, dal “tassiamo i giganti del web” all’abolizione della web tax per accontentare Trump

  • Postato il 28 aprile 2025
  • Politica
  • Di Blitz
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La Meloni è uscita rafforzata dall’incontro avvenuto a Washington con Donald Trump. Tra i temi di cui ha discusso con il tycoon c’è stato anche quello della tassazione dei grandi gruppi digitali e nel comunicato congiunto è stato scritto che è necessario “un ambiente non discriminatorio in termini di tassazione dei servizi digitali”. Come si può tradurre questa frase? Semplice: nella richiesta esplicita di dover modificare la web tax applicata ai grandi gruppi tecnologici.

Quando la premier all’opposizione parlava di imposta “troppo blanda”

La premier si è dunque impegnata perlomeno a rivedere questa imposta in vigore dal 2018, ossia quando al governo c’era il Conte 1. La norma venne varata per colpire parte dei profitti dei colossi del web e venne giudicata dalla Meloni all’epoca all’opposizione come troppo blanda. La leader di Fratelli d’Italia chiese con vari messaggi social che al posto della patrimoniale venisse approvata una “giusta tassazione per le multinazionali banche e giganti del web“.

Alla legge approvata dal Conte 1, nel 2021 seguì poi una web tax applicata anche a livello internazionale. Si tratta della digital service tax, una legge in larga parte incompiuta (anche per non scontentare gli Usa) che in Italia ha un’aliquota del 3% sui ricavi realizzati nel nostro Paese da gruppi multinazionali con fatturato complessivo superiore ai 750 milioni di euro. Essa copre tre tipi di servizi: pubblicità, piattaforma commerciale e vendita di dati raccolti dagli utenti.

Si tratta di una goccia nel mare che ora la Meloni sembra voler cambiare per fare un gran favore ad un suo alleato di peso. E nel farlo non sembra nemmeno interessarsi di un altro suo sponsor: la famiglia Berlusconi che si dice preoccupata del crollo di questo piccolo argine che attualmente impedisce ai giganti del web di accaparrarsi tutta o quasi la pubblicità disponibile sul mercato.

Come spesso accade in Italia, la vicenda rischia di finire con un bel, “quando eravamo all’opposizione abbiamo scherzato”. Un must della politica italiana. Giorgia Meloni si sarà resa conto della differenza dello stare all’opposizione e del governare? E si sarà resa conto che nel fare i favori agli alleati stranieri si rischia di diventare, usando una terminologia a lei cara, “antitaliani”?

 

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Blitz

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