Leggero, intelligente, rivoluzionario: cos’è il visore Vivo Vision nato nel cuore della Silicon Valley cinese

  • Postato il 22 agosto 2025
  • Innovation
  • Di Forbes Italia
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Una popolazione di quattro milioni di addetti, tra ingegneri, sviluppatori di AI e robotica, ricercatori, lavora nella cosiddetta “fabbrica del mondo”. Quest’area posizionata a nord di Shenzhen, nota come Silicon Valley cinese, è la provincia del Guandong, “delta del fiume delle perle”, secondo la poetica del naming locale. Qui hanno sede circa 80 mila aziende tecnologiche con un investimento complessivo in R&D di 460 miliardi di yuan (oltre 55 miliardi di euro), 60 mila startup innovative, accanto a colossi come Byd leader mondiale delle Ev car, Dji che fabbrica droni, Vivo, Huawei, Foxconn che assembla famosi smartphone compreso l’iPhone. Qui ha sede anche Tencent madre della super app WeChat con cui si paga tutto scannerizzando un QR code, dal caffè ai voli aerei.

Il contante in Cina è sparito quasi del tutto. Tirar fuori dalle tasche delle banconote provoca occhiatacce da parte dei commercianti.

Vivo Vision Discovery Edition

Questo accumularsi di energia produttiva e investimenti in R&D ha portato al lancio di un prodotto che Forbes Italia può raccontare in anteprima: Vivo Vision Discovery Edition, un visore per la realtà mista (virtual reality abbinata a mondo reale) che adotta tecnologie ottiche della tedesca Zeiss.

E mentre a Cupertino ci si interroga sul futuro di un prodotto pesante anche nel prezzo come Apple Vision Pro (3.499 dollari), il visore nato a Guandong vanta alcuni record. Pesa 398 grammi (650 quello di Apple). Dopo l’hype iniziale Apple Vision Pro sta creando delusione soprattutto per la pesantezza. Lo conferma perfino un’inchiesta del Wall Street Journal che ha intervistato vari utenti early adopter del prodotto.

Da San Diego arriva il processore del Vivo Vision Discovery Edition e rappresenta il cuore del prodotto garantendone le performance. Lo produce la Qualcomm e si tratta della piattaforma Snapdragon XR2+ Gen 2, mentre il sistema operativo OriginOS Vision, basato su Android, è stato personalizzato dai tecnici dell’azienda cinese.

Indossato il device, le informazioni appaiono ai nostri occhi in maniera fluida nello spazio circostante. Riconosce i gesti delle dita e reagisce in un campo di tracciamento verticale di 175 gradi. Per la visione dei film genera uno schermo esterno di 36 metri.

L’intelligenza artificiale e le partnership

Per rendere commercialmente attraente un visore non basta un hardware ergonomico e leggero. Bisogna offrire agli utenti contenuti di qualità. Questo implica accordi con famosi produttori di fiction, di sport che di video games. Nell’elenco presentato dall’azienda a Shenzhen compaiono il Campionato di Serie A, RedBull, Sony, EE Games, Vnova Studios.

“Continueremo ad investire in Intelligenza Artificiale e nel comparto delle immagini, elementi fondamentali per il futuro degli smartphone” afferma Hu Baishan, excecutive vice president & Coo di Vivo.

André Kutz, parlando a nome di Zeiss, ha fatto intuire che lavoreranno con Vivo in ricerca e sviluppo per “andare oltre gli smartphone”. Cosa significa? Tra i consumatori c’è molta sete di prodotti realmente nuovi nel settore della elettronica di consumo. Ad esempio: come ci interfacceremo con i modelli di Intelligenza Artificiale basati sulla voce? Saranno visori ed occhiali ad aprirci le porte del “nuovo mondo”, oppure ciondoli da appendere al collo o anelli da tenere al dito? La sfida è aperta e i primi device dedicati all’AI potrebbero nascere qui, sulla riva del Fiume delle Perle.

 

L’articolo Leggero, intelligente, rivoluzionario: cos’è il visore Vivo Vision nato nel cuore della Silicon Valley cinese è tratto da Forbes Italia.

Autore
Forbes Italia

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