Lettera di Gabriele d’Annunzio a Giacomo Casanova. Un invito al Vittoriale

PIERFRANCO BRUNI

Gabriele d’Annunzio scrive una lettera a Giacomo Casanova con un invito finale al Vittoriale. È tutto immaginario. La lettera si narra, sia stata trovata in un cassetto della Villa Bruni. A trovarla è stato Pierfranco Bruni mentre cercava documenti per scrivere il suo libro dedicato alla sua famiglia. L’invenzione vale quanto il reale? Qui fatti e altro è tutto inventato. Chiaramente. Non sarebbe possibile il contrario.

*

Caro Giacomo.
Forse abbiamo molte cose in comune. Non so cosa se deve essere sincero. È notte
Ti scrivo di notte. La luna splende sulla mia terrazza. Penso a te. Penso a Henriette. Penso alla tua storia d’amore. Penso alla tua inquietante vita.
So di Henriette. La tua Henriette.
Henriette era una donna divina. Una donna che ti ha fatto perdere la testa. Una donna che ti ha fatto sentire vivo. La sua bellezza era come un fuoco che bruciava. Un fuoco che illuminava. Un fuoco che riscaldava. Tu ha completamente sedotto. Ti ha lacerato l’anima soprattutto nei tuoi ultimi giorni di Dux.
Io conosco una donna come Henriette. Una donna che mi ha fatto sentire lo stesso fuoco. La stessa passione. La stessa seduzione. Eleonora è il suo nome. Una donna di teatro. Una donna di fuoco. Una donna alla quale ho dedicato una delle mie poesie più famose.
La sua bellezza è come una tempesta. Una tempesta che ti travolge. Una tempesta che ti fa sentire vivo. La sua passione è come un uragano. Un uragano che ti porta via. Un uragano che ti fa sentire libero e ti intreccia corpo e anima.
Io l’ho vista sul palco. L’ho vista recitare. L’ho vista vivere. E ho sentito il mio cuore battere. Ho sentito la mia anima cantare. Ho sentito la mia passione esplodere. Una divina. Unica per sempre nonostante i miei diversi amori come le biografie raccontano.
La seduzione è un’arte. Un’arte che richiede passione. Che richiede dedizione. Che richiede sacrificio. E Eleonora è un’artista. Un’artista della seduzione. Un’artista della passione. L’arte è Mistero magia alchimia. Lei è in ciò.
Tu conosci la seduzione. Tu conosci la passione. Tu conosci l’amore. E Henriette era la tua musa. La tua ispirazione. La tua passione. Henriette ti ha dato la misura del tempo e il senso della vera fisicità legato al sentimento.
La tua storia con lei è una leggenda. Una leggenda di amore. Di passione. Di seduzione. E io la leggo con il cuore. La leggo con l’anima. La leggo con la passione. La stessa che ha coinvolto me. Ci somigliano? L’ho sempre amata.
Caro Giacomo.
Spero che tu abbia trovato la felicità. Spero che tu abbia trovato l’amore. Spero che tu abbia trovato la passione. Perché l’amore è tutto. L’amore è la vita. L’amore è la passione. Uso parole già usate ma occorre ripeterle sempre per non dimenticare la bellezza e l’estasi. Il piacere è un fuoco.
E io credo che l’amore sia eterno. Che l’amore sia infinito. Che l’amore sia la nostra essenza. E Henriette era la tua essenza. La tua passione. La tua vita. Era appunto ciò che hai scritto nelle tue Memorie. Quelle pagine segrete che rimangono al mio Notturno.
Caro Giacomo.
Spero che tu abbia capito. Spero che tu abbia sentito. Spero che tu abbia amato. Perché l’amore è tutto. L’amore è la vita. L’amore è la passione. L’amore non può conoscere passato. È ciò che viviamo in ogni istante presente. La seduzione di cui io e te parliamo ha sempre il suo presente. Il passato è malinconia. Anche se spesso la viviamo…
Voglio farti una proposta. Ascolta. E taci.
Ti invito al Vittoriale. Al mio rifugio sul lago di Garda. Vieni a festeggiare con me la Bellezza delle donne. La Bellezza di Henriette. La Bellezza di Eleonara.
Faremo baldoria con l’estetica del luoghi e dei nostri sensi. Sarà una notte di poesia. Una notte di musica. Una notte di passione. Vieni a condividere con me la tua storia. La tua passione. La tua bellezza. Vieni con la tua eleganza. La tua presenza è importante. Possiamo parlare di innocenza e di trionfo del piacere …
Il Vittoriale è un luogo magico. Un luogo di sogno. Un luogo di bellezza. E noi berremo vino. Noi canteremo canzoni. Noi celebreremo la Bellezza delle donne. Noi costruiremo l’alchimia della Giovinezza nell’amore infinito.
Vieni, caro Giacomo.
Vieni a festeggiare con me. Vieni a condividere la Vita nelle sue esplosioni e a illuderci che tutto è eterno e tutto finisce. Siamo eredi entrambi di Orazio e della magnificenza. Io sono stato definito Immaginifico. Tu il seduttore per eccellenza anche della morte. Ma non parleremo di Morte. Ci spaventa d’altronde detto tra noi in modo riservato e silenzioso e taciuto.
Ti aspetto al Vittoriale.
Ti aspetto con ansia. Con gioia.
Ti aspetto con passione come si deve ai maestri della bellezza e della vera situazione. L’amore è infinito. L’amore è respirare la pioggia degli amanti. Che bella parola. Amanti! Essere amanti.
Ci faremo un giro con l’aeroplano …
Ti saluto aspettandoti.
Non portarti dietro alcun ricordo e tanto meno gli ultimi giorni nel tuo castello… Qui saremo noi il Vittoriale degli Italiani…
Tuo
Gabriele d’Annunzio

….

Pierfranco Bruni è nato in Calabria.
Archeologo direttore del Ministero Beni Culturali, presidente del Centro Studi “Grisi” e già componente della Commissione UNESCO per la diffusione della cultura italiana all’estero.
Nel 2024 Ospite d’onore per l’Italia per la poesia alla Fiera Internazionale di Francoforte e Rappresentante della cultura italiana alla Fiera del libro di Tunisi.
Per il Ministero della Cultura è attualmente:

• presidente Commissione Capitale italiana città del Libro 2024;

• presidente Comitato Nazionale Celebrazioni centenario Manlio Sgalambro;

• segretario unico comunicazione del Comitato Nazionale Celebrazioni Eleonora Duse.
È inoltre presidente nazionale del progetto “Undulna Eleonora Duse”, presidente e coordinatore scientifico del progetto “Giacomo Casanova 300”.

Ha pubblicato libri di poesia, racconti e romanzi. Si è occupato di letteratura del Novecento con libri su Pavese, Pirandello, Alvaro, Grisi, D’Annunzio, Carlo Levi, Quasimodo, Ungaretti, Cardarelli, Gatto, Penna, Vittorini e la linea narrativa e poetica novecentesca che tratteggia le eredità omeriche e le dimensioni del sacro.
Ha scritto saggi sulle problematiche relative alla cultura poetica della Magna Grecia e, tra l’altro, un libro su Fabrizio De André e il Mediterraneo (“Il cantico del sognatore mediterraneo”, giunto alla terza edizione), nel quale campeggia un percorso sulle matrici letterarie dei cantautori italiani, ovvero sul rapporto tra linguaggio poetico e musica. Un tema che costituisce un modello di ricerca sul quale Bruni lavora da molti anni.

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