Libera: «Riportare al centro dell’agenda lotta contro la mafia»

  • Postato il 21 maggio 2025
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Libera: «Riportare al centro dell’agenda lotta contro la mafia»

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Prosegue il ciclo di seminari di Pedagogia dell’antimafia all’Unical. Il coordinatore regionale di Libera, Giuseppe Borrello, ricorda i 30 anni di attività dell’associazione


«Fame di verità e giustizia è il nostro grido collettivo. È l’urgenza di riportare al centro dell’agenda pubblica la lotta contro mafiosi e corrotti. È tempo di scelte coraggiose, di fare la nostra parte». Con queste parole, l’associazione Libera ricorda i suoi 30 anni di concretezza sul territorio, da quel 25 marzo 1995 una lotta che non si è mai fermata. Per l’occasione, questa storia ieri pomeriggio, martedì 20 maggio, nella Sala Stampa del Centro Congressi, è stata protagonista di uno dei seminari di Pedagogia dell’Antimafia dell’Unical. È Giuseppe Borrello referente regionale di Libera Calabria ad incontrare gli studenti. Ad accoglierlo i Docenti Giancarlo Costabile e Walter Nocito. Sala piena.

LIBERA, BORRELLO: EDUCAZIONE AL CAMBIAMENTO


«Avere Libera in un’aula di pedagogia è soprattutto educazione al cambiamento», riferisce Costabile, definendo l’ospite «un’iconografia della speranza». «Giuseppe ci aiuta a non essere soli, a prenderci per mano e vivere un’altra idea di territorio»; continua, sottolineando l’importanza del nome Libera inteso come lotta per la libertà: «Dobbiamo continuare a rinnovare quotidianamente e in modo attivo, il nostro impegno di contrasto su questa terra che non può restare a guardare; insieme dobbiamo agire e credere in un cambiamento possibile», ribadisce il docente, concetti richiamati dallo stesso Borrelli il quale spiega: «Libera più che proclami per i suoi 30 anni, continua a raccontare la propria storia, le azioni territoriali fatte di pretesa di verità e giustizia, di contrasto alla corruzione, di promozione all’educazione, di dissenso».

LA MEMORIA CONDIVISA

«Una rete di associazioni, cooperative, movimenti, parrocchie», spiega, impegnati in solido contro la mafia, la corruzione, i fenomeno criminali che la alimentano, tenendo bene a mente due saldi principi: l’impegno per la giustizia sociale e la tutela dei diritti attraverso una politica trasparente. Borrello emoziona parlando di memoria condivisa, ricordando quegli attentati del ‘90 che hanno segnato generazioni tutte, parla di indignazione da Nord a Sud, di ribellione morale, richiamando Don Luigi Ciotti, fondatore e presidente Libera; si appella alle azioni forti, quelle che urlano cambiamento, riuso sociale, coraggio e abbandono della paura mettendoci la faccia: «Bisogna adoperarsi per costruire nuova speranza; Libera sostiene voi giovani studenti impegnati in percorsi di studio educativi, lo fa con progetti a cui potete accedere, con percorsi che coinvolgono il territorio», riferisce, riponendo molta fiducia nelle nuove generazioni: «Siate davvero liberi di scegliere», conclude.

NOCITO: «COME DIMENTICARE MANI PULITE»


Tira le fila del pomeriggio il docente di diritto pubblico Walter Nocito, il quale cavalca un approccio incentrato sulle istituzioni, sulla storia, sulla società in continua evoluzione, sulle regole, sul come vengono strutturate, ponendo l’attività di libera in rapporto con ognuno di questi tasselli; Racconta i 30 anni a livello politico: «Come dimenticare “Mani pulite”, la prima e più vasta delle inchieste che descrivono il fenomeno Tangentopoli, come omettere i grandi politici della storia come Berlusconi, Craxi, Bossi. E la costituzione? È da conoscere, da vivere, da praticare».

LIBERA LA PROPOSTA AI CANDIDATI SINDACI


Il professore, ricorda infine la proposta di Libera fatta pochi giorni fa ai candidati a sindaco di Rende, un patto per la legalità, «Segno tangibile di lotta concreta, un’iniziativa lodevole che contrasta in modo diretto la criminalità organizzata». Interrogativi su cui riflettere molti, per un fenomeno sociale che oggettivamente è sempre più penetrante sotto forme diverse.

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