L’imprenditore sotto usura: “Bellocco mi fu presentato da Monardo”
- Postato il 5 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
L’imprenditore sotto usura: “Bellocco mi fu presentato da Monardo”
Il presunto legame tra l’imprenditore sorianese Filippo Monardo e il defunto Antonio Bellocco, rampollo dell’omonimo clan di Rosarno, nella vicenda dell’usura ai danni di Piero Bene
VIBO VALENTIA – E’ legato a doppio filo il rapporto tra l’imprenditore sorianese Filippo Monardo – arrestato stamani 5 maggio 2025 – e il defunto Antonio Bellocco, rampollo dell’omonimo clan di Rosarno, tanto che fu il primo a presentare il secondo a Piero Bene, editore sportivo della BePi Tv che si occupa di trasmettere partite di calcio dilettantistico e con l’acqua alla gola per debiti il quale (mal)pensando di sfuggire ai creditori finisce nel vortice dell’usura.
L’IVA MASCHERATA PER I PRESTITI AD USURA A MONARDO E BELLOCCO
È lo stesso imprenditore a raccontare la sua vicenda riferendo di come sarebbe stato Monardo a presentargli Bellocco. Piero Bene spiegava i rapporti intercorsi con i vari soggetti che, nel corso del tempo, si erano alternati nella veste di suoi finanziatori, concedendogli prestiti che prevedevano un ricarico che andava da un minimo del 10% ad un massimo del 22% (mascherata dal versamento dell’Iva come per legge), e inoltre che la restituzione delle somme ricevute in prestito era legata ad un sistematico ricorso a fatture per operazioni inesistenti ed al relativo pagamento in chiaro mediante bonifici bancari.
“FU FILIPPO MONARDO A PRESENTARMI ANTONIO BELLOCCO”
Parlando agli inquirenti, il 29 ottobre 2024, Bene affermava che Bellocco gli era “stato presentato da Filippo Monardo che a sua volta mi fu presentato da Marco Bono (rinviato a giudizio nell’inchiesta “Hocus Pocus” a Como)” aggiungendo di averli conosciuti perché in quel periodo (2022-2023) aveva problemi economici”. Nello specifico, la conoscenza con Monardo risalirebbe al luglio 2022 in un bar Mozzate. Il motivo di questo incontro era dovuto al fatto che Bono avrebbe riferito all’imprenditore di non essere più disponibile a prestargli i soldi e per tale ragione “dovevo rivolgermi a tale Monardo ma col tempo ho capito che i due soggetti si conoscevano molto bene ed ho sospettato che questa decisione di ‘farmi passare” dall’uno all’altro, fosse il frutto di un accordo tra di loro”.
“A MONARDO DEVO ANCORA 40MILA EURO”
Bene riferisce inoltre che la prima consegna da parte di Monardo era avvenuta a settembre 2022. Una somma di 15-20mila euro a cui poi avrebbe dovuto restituire l’intera somma più l’Iva. Somma che la parte lesa non sarebbe riuscito a restituire nei tempi previsti, ragione per la quale dovette chiedere altri soldi all’imprenditore sorianese (a cui dovrebbe ancora circa 40mila euro). Era finito nel vortice usurario, Piero Bene, che lo avrebbe portato ben presto ad essere debitore di svariate somme di denaro. Denaro che, in alcune circostanze, gli consegnò un amico di Monardo, “tale Giuseppe, che so abitare con lui a Gorla Minore (Va), ed essere un ragazzo di media statura, e robusta corporatura, molto rozzo, che visto più volte anche presso il distributore di Bono”.
Per non destare sospetti, Monardo riferiva a Bene di scrivere che la causale del bonifico doveva riferirsi a prodotti alimentari, mentre per quanto riguarda queste società che emettevano tali fatture per operazioni inesistenti, “mi diceva che erano società di fornitori alimentari a lui vicini, senza entrare nel dettaglio”.
PIERO BENE E LA CONOSCENZA DI ANTONIO BELLOCCO
La conoscenza con Bellocco sarebbe avvenuta in un centro commerciale di Pioltello nel mese di ottobre 2023 alla presenza di Monardo che “aveva ha organizzato l’incontro”.
Il motivo è che quest’ultimo si era tirato indietro dal prestare soldi all’imprenditore ma, com’era avvenuto con Bono secondo la ricostruzione degli inquirenti, lo aveva rimpallato da Bellocco il quale “mi aveva detto che poteva darmi in prestito tutti i soldi che volevo, ostentando una grande disponibilità economica con queste condizioni: lui mi avrebbe dato i soldi in contanti ma io avrei dovuto restituirli mediante bonifico bancario a fronte di fatture inesistenti emesse da una cooperativa, corrente nel Bergamasco”.

Bene racconta di aver accettato subito queste condizioni e “Bellocco si rese disponibile a consegnarmi del denaro già al termine di quell’incontro. Infatti, dopo essersi allontanato, mezz’ora dopo è ritornato nel luogo dell’incontro e mi ha consegnato la somma di 5.000 euro in contanti. Dopo qualche giorno, mi è arrivata una fattura emessa dalla medesima cooperativa bergamasca, di cui fornirò copia, dell’importo di 5.000 euro + iva (22%). Pertanto, a fronte di questa fattura ho effettuato un bonifico”.
L’IMPRENDITORE ORMAI NELLA RAGNATELA DELL’USURA
Piero Bene era rovinato dall’usura: “Capivo di essere in una “ragnatela”, dovevo dare a Bellocco i 23.000 euro che nel frattempo erano diventati 29.000 euro, perché c’era l’iva da pagare, ma non riuscivo a restituirli e nel corso di alcuni incontri, che fissava Monardo, perché io non avevo il numero di Bellocco, gli chiedevo altri soldi, per restituire la somma precedente, ma lui non me li ha dati”.
L’ultimo incontro tra bene e Monardo sarebbe avvenuto il 26 ottobre 2024 nel corso del quale il secondo avrebbe fatto il resoconto della totale che il primo doveva restituire a lui e a Bellocco: “Circa 63.000 euro, intimandomi di saldare tali somme entro Natale 2024”. E gli incontri con l’imprenditore sorianese e con Orecchio avvenivano in genere era presso il negozio “Punto Santino Moda” di Gerenzano e in una circostanza, presso l’abitazione del secondo, sita tra Cislago e Gorla Minore, situata al di sopra di un ristorante.
Il Quotidiano del Sud.
L’imprenditore sotto usura: “Bellocco mi fu presentato da Monardo”