Nomine regionali: l’ombra dell’opacità minaccia la democrazia
- Postato il 5 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Nomine regionali: l’ombra dell’opacità minaccia la democrazia
Opacità nelle nomine regionali: un vulnus alla democrazia, l’analisi giuridica dell’avvocato Dario Giannicola, presidente Nazionale Assapli e proposte per una riforma necessaria.
Opacità nelle nomine regionali: un vulnus alla democrazia, l’analisi giuridica e proposte per una riforma necessaria. Il quadro normativo tradito La Legge 241/1990 e il d.lgs. 33/2013 rappresentano il “patto di trasparenza” tra Stato e cittadini, con tre pilastri: – Pubblicità (art. 22 L. 241: obbligo di motivazione e accesso agli atti); -Meritocrazia (art. 97 Cost.: concorsi salvo eccezioni per incarichi di fiducia); – Controllo diffuso** (art. 5 d.lgs. 33: pubblicazione obbligatoria di CV e compensi) Tuttavia, molte Regioni “hanno snaturato questi principi” attraverso: – Nomine “in deroga” con delibere ad hoc (es. casi Lombardia e Calabria 2022-2023); – Scatole cinesi (sub-deleghe a società partecipate per aggirare i controlli); – Doppi incarichi a figure politiche in enti tecnici (documentati da ANAC nel 2023)
Nomine regionali, la giurisprudenza ambivalente
Il Consiglio di Stato (Sez. VI, n. 4231/2022) ha stabilito che “l’irregolarità procedurale non determina automaticamente l’annullamento”, creando un paradosso pericoloso: – Le nomine restano valide, ma la lesione alla trasparenza permane; – I ricorsi dei cittadini si scontrano con lungaggini burocratiche; – Esempio concreto: in Sicilia, il 68% dei dirigenti regionali nel 2023 è stato nominato senza bando (fonte: Corte dei Conti siciliana).
Il cortocircuito politico-tecnico
L’analisi di 100 incarichi in 5 Regioni (2020-2023) rivela: 82 casi di dirigenti con incarichi politici precedenti; 45 posizioni con compensi superiori del 30% alla media; solo 12 curricula pubblicati integralmente. Caso emblematico: in un ente regionale campano, un ex assessore è stato nominato direttore generale senza esperienza specifica, con uno stipendio di € 15.000/mese (+120% rispetto al predecessore concorsuale).
Gli effetti a catena
Sprechi: secondo l’ANAC, il 23% delle consulenze regionali è inutile o duplicata; – Erosione della fiducia: l’Eurobarometro 2023 colloca l’Italia al 24° posto in UE per fiducia nelle PA locali; – Fuga di competenze: il 41% dei funzionari concorsuali intervistati da ASSAPLI denuncia “demotivazione da sistema parallelo”.
Proponiamo un “Piano a 4 livelli”:
A) PREVENZIONE, – Modifica all’art. 19 d.lgs. 165/2001: “tetto del 10% alle nomine discrezionali” negli enti regionali. – Obbligo di “certificazione ANAC”per le deroghe.
B) CONTROLLI, – Potenziamento dell’articolo 13 d.lgs. 33: “pubblicazione in tempo reale” di nomine e compensi; – “Task force Corte dei Conti – ANAC” con verifiche a campione trimestrali.
C) SANZIONI, – “Decadenza automatica” per nomine con conflitti d’interesse non dichiarati. – “Responsabilità solidale” dei Presidenti di Giunta per violazioni gravi.
D) PARTECIPAZIONE, – “Piattaforma “NomineTrasparenti” dove i cittadini possono: Confrontare curricula, Segnalare anomalie, Avviare ricorsi collettivi.
Conclusioni: opacità nelle nomine regionali, una battaglia per la democrazia
Come dimostrano i casi virtuosi di Emilia-Romagna e Puglia (dove il 90% delle nomine avviene a bando), un’altra strada è possibile. Servono: 1. Coraggio politico per modificare il d.lgs. 165/2001; Strumenti tecnologici per tracciare i flussi; 3. Monitoraggio civico. Ps.: “La trasparenza non è un optional, ma l’ossigeno della democrazia” (Sent. Corte Cost. n. 1/2022). Ogni nomina opaca è un passo indietro verso l’Italia degli anni ’80 che non vogliamo più vedere. Fonti normative e giurisprudenziali: – Legge 241/1990 (artt. 1, 3, 22); – d.lgs. 33/2013 (artt. 5, 13, 40); – Corte Cost. n. 1/2022; Cons. Stato Sez. VI n. 4231/2022; – Rapporti ANAC 2022-2023.
* Dario Giannicola (Presidente Nazionale Assapli -Associazione Appartenenti alla Polizia Locale Italiana-. Esperto in Pubblica Amministrazione, Avvocato.
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