“L’Italia può eliminare Israele, almeno sul campo”: così la destra strumentalizza la frase del cronista del Tg3. La sua reazione: “Polemica assurda”
- Postato il 15 ottobre 2025
- Calcio
- Di Il Fatto Quotidiano
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“L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele, almeno sul campo”. La frase, scritta e riportata così, suona agghiacciante. Ma è stata appositamente estrapolata dal contesto calcistico per farne una polemica politica. Così prima Fratelli d’Italia e altri colleghi della maggioranza di destra, poi anche i giornali della stessa area politica – da Il Giornale a Libero (che ci ha dedicato perfino tre articoli) – hanno strumentalizzato la frase pronunciata in diretta tv da Jacopo Cecconi, cronista del Tg3. Inviato a Udine, stava raccontando il pre-partita di Italia-Israele, prima che avvenissero gli scontri tra un gruppo di violenti e la polizia. Il giornalista stava raccontando le ragioni della manifestazione pace che ha sfilato per le vie della città. Ecco la sua frase completa: “Da questa piazza arriva il messaggio che questa partita non si dovesse giocare, che Israele dovesse essere esclusa dalle competizioni. Allo stadio ci saranno 10mila persone, circa la metà della capienza. L’Italia ha la possibilità di eliminare Israele almeno sul campo, vincendo”.
È chiaro il riferimento al contesto calcistico: secondo i manifestanti, Israele doveva essere esclusa a tavolino dai gironi di qualificazione ai Mondiali. Visto che né Uefa né Fifa lo hanno fatto, come avvenuto invece per la Russia, allora Italia e Israele si sono giocati il passaggio ai play-off sul campo. La perdente, in questo caso poi la Nazionale di Tel Aviv, è stata eliminata dalla corsa per i Mondiali. Questa era il concetto sottolineato brevemente da Jacopo Cecconi. Sui social, però, ha iniziato a circolare un video di appena 15 secondi in cui – probabilmente in modo volontario – è stata tagliata la prima parte del suo discorso per lasciare solo la frase incriminata. La clip è presto diventata virale e questo è bastato per scatenare il can can politico.
La polemica politica
Tra i primi a intervenire il senatore di Fratelli d’Italia, Raffaele Speranzon, componente della Commissione Vigilanza Rai: “Le dichiarazioni in diretta di un giornalista, durante il Tg3, sono imbarazzanti e sintomo di un clima irragionevole messo in atto da certa stampa”. E ancora: “Accusano che una misteriosa Telemeloni voglia imporre la censura in Rai, ma è evidente che il problema sia da tutt’altra parte”. Sono a stretto giro arrivati anche altri esponenti di FdI, da Francesco Filini a Elisabetta Gardini, passando per Galeazzo Bignami: “Parole gravissime che non hanno alcuna logica se non quella della propaganda pro-Pal che per troppe settimane abbiamo sentito nelle piazze e attraverso gli esponenti della sinistra. Ma è inaccettabile che queste frasi siano diffuse attraverso la Rai, mi auguro che l’Azienda intervenga”, ha detto il capogruppo di FdI alla Camera. Non è mancato poi l’intervento di Maurizio Gasparri, senatore di Forza Italia e membro della Vigilanza Rai: “Mi auguro che il direttore del Tg3 ed altri dirigenti della Rai prendano dei provvedimenti immediati contro questo fomentatore di odio. Se poi ha parlato così per incapacità professionale a maggior ragione è bene che vada a meditare sulla sua inadeguatezza”.
La spiegazione del cronista
Frasi durissime, a cui hanno fatto seguito come detto diversi articoli di stampa, ripresi anche da altre testate come Open o Today. Eppure già in serata lo stesso Jacopo Cecconi, intervenuto a Linea Notte sempre su Rai3, aveva già ribadito il suo pensiero: “Mi sembrava del tutto ovvio. Stavo parlando dell’eventualità che era stata ventilata nelle settimane scorse di di escludere a tavolino Israele dai campionati del mondo e stavo dicendo che invece poteva essere eliminata sul campo dall’Italia. Stavo parlando di calcio, ovviamente, no? Lungi da me non solo dire, ma proprio anche pensare all’eliminazione di Israele come Stato. È assolutamente assurdo, sono partite delle polemiche che capisco fino a un certo punto, però parlavo di calcio da almeno 30 secondi, mi sembrava chiaro”.
La difesa di Cdr e Usigrai
A difesa del cronista è intervenuto anche il Comitato di redazione del Tg3, che in una nota scrive: “A scanso di equivoci molto spiacevoli, si chiarisce che il collega Jacopo Cecconi non ha mai nemmeno pensato di accennare o alludere all’eliminazione dello Stato di Israele. Cosa inverosimile anche per i suoi trascorsi professionali“. La frase che ha destato critiche, sottolinea il Cdr, “è stata estrapolata dalla diretta del Tg3 di stasera e faceva parte di un discorso riferito esclusivamente alla competizione calcistica“. La nota conclude: “La parola ‘almeno’ è chiaramente riferita all’eventualità di esclusione a tavolino che era stata ventilata nelle settimane scorse”.
“Giù le mani dal Tg3 e da colleghi dalla professionalità specchiata, che svolgono quotidianamente il proprio lavoro con equilibrio e correttezza“, si legge invece in un duro comunicato di Usigrai, l’organizzazione sindacale interna alla tv pubblica. Jacopo Cecconi è finito “al centro di un linciaggio mediatico del tutto ingiustificato e inqualificabile“, si legge nella nota. E ancora: “Nessuna allusione a vicende politiche, solo il riferimento a questioni di campo: la nazionale di calcio, infatti, poteva battere Israele sul rettangolo di gioco, come è avvenuto, anziché aspettare i risultati degli altri incontri o l’esclusione a tavolino da parte della Fifa, ipotesi circolata nelle scorse settimane. A questo si riferiva Cecconi. Chi vuole dare letture diverse è evidentemente in malafede e tenta di distogliere l’attenzione dai veri problemi della Rai che in questi giorni sono al centro dell’attenzione. Attacchi volutamente scomposti e fuorvianti che utilizzano temi dolorosi per colpire professionisti stimati sono e saranno sempre respinti e non ci vedranno restare in silenzio. Quel silenzio inaccettabile che, al contrario, mantengono i vertici dell’azienda in merito all’intervento della direttrice dell’Ufficio Stampa Rai. Sull’argomento e sul ruolo del giornalismo nel raccontare il conflitto ha espresso una posizione chiara e precisa. Rinnoviamo la domanda: é questa la stessa posizione della Rai?”, conclude la nota dell’esecutivo Usigrai.
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