“Luci sulla Palestina”, i sanitari illuminano gli ospedali per Gaza: “Nostri colleghi presi di mira da Israele, basta complicità”

  • Postato il 3 ottobre 2025
  • Cronaca
  • Di Il Fatto Quotidiano
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Con torce, lumini e candele hanno voluto simbolicamente “illuminare la notte della Palestina“, un flash mob in segno di protesta contro il genocidio commesso da Israele a Gaza, così come contro le complicità dei governi occidentali, compreso quello italiano guidato da Giorgia Meloni. Più di 25mila operatori sanitari coinvolti, oltre 230 ospedali in tutta la penisola: questi sono i numeri dell’iniziativa organizzata dalle reti #DigiunoGaza e Sanitari per Gaza, che hanno voluto ricordare i 60mila palestinesi ammazzati dall’esercito israeliano in due anni, e tra questi tutti i colleghi vittime dei bombardamenti. “Ospedali, medici, ambulanze sono stati deliberatamente presi di mira, al momento sono 1677 le vittime. Alcuni colleghi sono stati torturati. Tutto questo non è stato né un caso, né un incidente, ma una scelta precisa dell’Idf”, c’è chi rivendica fuori dall’ospedale San Giovanni Addolorata, a Roma, per il presidio più numeroso della Capitale, alla quale hanno preso parte oltre 200 sanitari. “Abbiamo letto i loro nomi, perché dare un nome è dare loro dignità“, hanno rivendicato nel corso dell’iniziativa. E ancora: “Immaginate cosa significhi spesso sentirsi impotenti. Affrontare turni da 24 ore, poi, distrutti, ricominciare, tutto sotto continui bombardamenti, da due anni. Un collega la scorsa notte mi diceva che nel loro ospedale avevano visitato 500 pazienti, tutto mentre lo stesso ospedale era stato pure attaccato, possiamo immaginare anche quale possa essere stata la sua situazione emotiva. Nonostante le enormi difficoltà, la risposta di resistenza e vera dedizione dei nostri colleghi a Gaza mi colpisce”, sottolinea Chiara, che lavora come medico di base.
Come lei tanti altri scesi in piazza a manifestare sottolineano come continuare a lavorare a Gaza sia un’impresa o quasi: “Manca tutto, i bambini vengono amputati senza anestesia. Molti muoiono, senza antidolorifici. In Europa e in Italia si lotta tanto per dare dignità al paziente che perde la vita, a Gaza questo è impossibile”, precisa anche Engy, un’altra sanitaria del San Giovanni. “Il fatto che non ci sia stata alcuna risposta della comunità internazionale e dei governi occidentali di fronte a queste palesi violazioni del diritto internazionale, e, al contrario, ci sia stata complicità, è gravissimo”, attacca Elisa, medico di pronto soccorso, tra i promotori della rete. “Israele da due anni impunemente attacca nosocomi e strutture sanitarie, nonostante sia vietato dalla convenzione di Ginevra. Sentire dire che ‘il diritto internazionale è importante, ma fino a un certo punto“, come detto dal ministro degli Esteri Antonio Tajani, è vergognoso, ma soprattutto pericoloso. Perché se si scardina il diritto a Gaza, lo si farà anche qui. Ma il comportamento del governo è stato inaccettabile fin dall’inizio”, c’è chi attacca.
Altri rivendicano che a prendere posizione debbano anche essere gli ordini professionali: “Perché non si schierano?”. Pur con le limitazioni dovute alla professione e garantendo il diritto alla salute, anche i sanitari si preparano così a scendere in piazza per manifestare e scioperare, in supporto agli attivisti della Flotilla: “Grazie per la vostra impresa coraggiosa, disarmata, umanitaria e politica”, rilanciano dal presidio. Sfidando Matteo Salvini, Giorgia Meloni e lo stesso governo che ha attaccato i sindacati: “Altro che weekend lungo, se soltanto la presidente del Consiglio sapesse quanto prende un infermiere e che scioperare ha un costo, capirebbe che non c’entra nulla”. La mobilitazione dei sanitari, quindi, non si fermerà: “In piazza ci saremo, sempre”.

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Il Fatto Quotidiano

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