Lukaku: “Io e Conte abbiamo la stessa mentalità. Ora sono l’uomo che volevo diventare”

  • Postato il 7 agosto 2025
  • Calcio
  • Di Blitz
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Intervistato dalla Gazzetta dello Sport, Romelu Lukaku si racconta con sincerità e orgoglio dopo il trionfo con il Napoli. “Tanta gente che festeggia, sorrisi, la gioia di una città. Non avevo mai vissuto una festa così”, ricorda pensando alla celebrazione dello scudetto. Sotto la guida di Conte, la sua carriera ha trovato nuova linfa: “Abbiamo la stessa mentalità: solo con il lavoro si migliora. Quando sono a casa cerco di apprendere i suoi concetti di gioco. Sa stimolarmi ogni giorno”. Conte come un padre calcistico? “Sì, come Martinez, Koeman e Jacobs. Mi hanno cambiato la vita”. Sul suo ruolo nell’arrivo di De Bruyne minimizza: “Solo due chiamate. Gli ho detto cosa significa giocare qui. A lui piacciono le sfide”. Lukaku si sente cresciuto: “Ora sono più esperto. Studio le squadre, leggo il gioco. Sono anche più altruista, lo dicono gli assist. Quando sono arrivato in Italia guardavo solo a me stesso”. La delusione di Istanbul brucia ancora: “L’ho vissuta male per un anno. Non ho parlato, ho lasciato parlare gli altri. Ora voglio evitare polemiche”. Sulla sua prima stagione al Napoli: “Volevo fare di più. 14 gol e 10 assist non bastano. Ma la squadra ha vinto, questo conta”. Oggi si sente realizzato: “Ho dato alla mia famiglia la possibilità di studiare. I miei figli parlano già tre lingue. Sono l’uomo che volevo diventare”. E papà Lukaku? “Coccolone. Li abbraccio sempre. È difficile essere severo con loro”. Sul razzismo è netto: “Bisogna fare, non parlare”.

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Blitz

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