Manifestare per Gaza è un atto di ribellione all’industria bellica e alla regressione occidentale

  • Postato il 7 giugno 2025
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di Enza Plotino

Quanto pesano gli interessi dell’industria bellica nel decidere le guerre? Fin dagli anni Sessanta, il presidente Eisenhower metteva in guardia gli Stati Uniti sul pericolo del complesso militare-industriale. Perché da sempre, il padre dei conflitti è sempre stato quello legato ai grandi mercati e mercanti d’armi e alle multinazionali degli armamenti.

E’ il business della guerra la vera ragione della guerra stessa, in Ucraina, come nel resto del mondo. I signori della guerra che detengono più ricchezza di 4,6 miliardi di persone (dati Oxfam), hanno bisogno di un nemico da combattere o un amico da difendere. Hanno bisogno di una guerra sulla quale investire. E’ la logica base del mercato della domanda e dell’offerta. Per questo, periodicamente, esplodono conflitti e per questo il mercato delle armi non ha mai conosciuto crisi nella storia e probabilmente mai ne conoscerà.

E oggi la “Terza guerra mondiale a pezzi” denunciata fermamente da Papa Francesco, soddisfa la voracità del capitalismo di guerra, si autoalimenta e fa proseliti in occidente. Più guerre, più affari. Insomma, per dirla con Alberto Sordi: “finché c’è guerra c’è speranza”. Un sistema che ha la capacità di condizionare i rapporti internazionali, riuscendo a volte a spingere verso opzioni militari, anche quando queste non sono necessarie. Ciò che sta succedendo in Occidente con sempre più ossessione.

E tra le popolazioni dei grandi sistemi democratici si stanno diffondendo livelli di insicurezza e disorientamento impressionanti. L’insicurezza sociale, la precarietà, la distruzione del welfare, uniti alla vicenda della pandemia del Covid e oggi al clima di guerra stanno determinando un vero e proprio spaesamento, uno diffuso stato di choc.

L’insicurezza si nutre anche di una forte perdita di credibilità delle narrazioni pubbliche: buona parte della comunicazione non è finalizzata a informare i cittadini ma a manipolare l’opinione pubblica. Pensate solo a come viene rappresentato dai media il genocidio del popolo palestinese a Gaza. Lo sterminio di 60mila civili palestinesi giustificato da un atto terroristico che ha portato la morte a 1.700 israeliani, uccisi da Hamas il 7 ottobre. Una risposta feroce e sproporzionata che sta distruggendo un intero popolo tra i silenzi colpevoli dell’Occidente democratico.

Per legittimare la guerra, per convincere le persone a sacrificare la propria vita, ad accettare la distruzione delle proprie case, le lobby degli armamenti – supportate e munte dalla Nato – ci stanno imponendo una ideologia incivile. Per giustificare la guerra occorre dipingere il resto del mondo come abitato da barbari che, se non combattuti preventivamente, ci rubano il lavoro e minaccerebbero il nostro stile di vita e le nostre famiglie. La stessa Russia e lo stesso regime autoritario e repressivo di Putin con il quale, fino a tre anni fa l’occidente intratteneva rapporti economici prolifici e intensi, oggi è diventato “il nuovo Hitler”. Vi è quindi una grande “colonizzazione dei cervelli”, operata quotidianamente a reti unificate: noi occidentali siamo le vittime e gli altri, tutti gli altri, gli aggressori.

Un altro assurdo assioma è che noi occidentali siamo gli unici portatori di una civiltà superiore fondata sulla democrazia e sui diritti. Che il sistema mediatico sia nelle mani di potentati economici e politici e che la censura la faccia da padrona anche nei social, con algoritmi programmati per impedire la circolazione di informazioni fuori dal coro, è considerato regolare.

Che i diritti sociali in Occidente siano in via di disintegrazione, si fa finta di non saperlo. Non a caso la lotta alla fake news (che esistono e dilagano) viene usata dall’informazione mainstream per imporre la censura e produrre una montagna di falsità di regime. Denunciare questo stato di regressione e di buio dell’Occidente deve diventare l’atto di ribellione di tutta quella parte di popolazione che vede chiaramente il pericolo e lo vuole fermare!

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Il Fatto Quotidiano

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