Matera, Natuzzi, incertezza per 1100 lavoratori

  • Postato il 5 novembre 2025
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Matera, Natuzzi, incertezza per 1100 lavoratori

Negli stabilimenti Natuzzi a Matera, cresce la preoccupazione dei lavoratori dopo la scadenza della cassa integrazione. In attesa della firma ufficiale e di un nuovo piano industriale in un contesto di crisi e dazi USA


Una situazione ancora piena di incertezze che riguarda la Natuzzi e i suoi lavoratori. Molti dei quali, circa 1100 hanno visto scadere nello scorso mese di ottobre l’ammortizzatore sociale della cassa integrazione.

NATUZZI, MANCA LA FIRMA UFFICIALE PER LA CASSA INTEGRAZIONE

Ma in realtà al momento la firma ufficiale del prosieguo della stessa cassa non c’è stata ancora malgrado le rassicurazioni di un recente incontro al Ministero del lavoro non lascino spazio ad alcun tipo di sorpresa.
Ma servirà una convocazione nelle prossime ore per formalizzare l’utilizzo dell’ammortizzatore sociale anche per capire i tempi di questo prosieguo che al momento non sono ancora ben chiari.
Passaggi che finiscono per mantenere comunque i lavoratori con il fiato sospeso in attesa che ci siano le prime risposte in una situazione complessiva che richiederà evidentemente comunque più ampi approfondimenti.

IL CONFRONTO SUL PIANO INDUSTRIALE

Una volta definita infatti la questione cassa integrazione per i lavoratori di 4 dei 6 stabilimenti Natuzzi tra cui i due della città di Matera si potrà procedere con un confronto che riguarda il piano industriale che azienda e organizzazioni sindacali avevano concordato in passato ma che evidentemente richiederà una serie di cambiamenti e di aggiornamenti.

CONCENTRARE PRODUZIONE NELL’AREA MURGIANA

L’obiettivo posto alla base era quello di concentrare il più possibile la produzione nell’area murgiana e in Italia superando e dismettendo anche altre situazioni.
E dunque superando anche i problemi relativi agli esuberi che comunque in passato erano stati dichiarati e che questo percorso poteva contribuire a superare completamente. In realtà oggi la situazione per una serie di congiunture più generali pare decisamente più complessa e dunque si dovrà riaprire un ragionamento con un primo confronto tra le parti e poi probabilmente la richiesta di riportare la discussione nella cabina di regia esistente ancora adesso presso il Ministero del Made in Italy a Roma.

NATUZZI E L’INTRODUZIONE DEI DAZI AMERICANI

Ciò che appare certo al momento è che soprattutto l’introduzione dei dazi da parte degli Stati Uniti d’America hanno creato grossi problemi e limitato mercati importanti che costituivano un punto di riferimento e una preziosa fonte di ordini per le aziende del settore a partire proprio da Natuzzi.
La compressione inevitabile del mercato in quella direzione del nordamericano ha finito per danneggiare complessivamente il settore e Natuzzi pare aver risentito e non poco di questa situazione che si aggiunge ad una serie di difficoltà oggettive che rimangono nel settore e nell’approviggionamento delle materie prime.

VACCARO, FILLEA, «STIAMO ATTENTI A QUANTO ACCADE»

In questo contesto evidentemente complesso e non semplice il piano industriale richiederà, questa è almeno la concreta sensazione, una revisione o quantomeno un aggiornamento e bisognerà capire su quali basi la discussione potrà riprendere. «Siamo attenti a quanto accade per risolvere le questioni che riguardano da un lato la definizione dell’ammortizzatore sociale e poi quelle del piano industriale e dunque della prospettiva su cui bisognerà confrontarsi con attenzione» spiega al “Quotidiano” Angelo Vaccaro segretario regionale della Fillea Cgil di Basilicata che insieme a Filca Cisl e Feneal Uil sta seguendo direttamente la situazione.

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