Maxi truffa a Rc auto, arresti e centinaia di indagati in provincia di Avellino

  • Postato il 23 ottobre 2025
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Maxi truffa a Rc auto, arresti e centinaia di indagati in provincia di Avellino

Maxi truffa Rc auto in provincia di Avellino: arresti e centinaia di indagati, smascherata una rete di falsi incidenti. Coinvolti avvocati, periti e medici. Migliaia di euro sottratti alle compagnie assicurative tramite sinistri mai avvenuti.


AVELLINO – Una vera e propria “enciclopedia delle truffe”. Così è stata definita, negli ambienti giudiziari, l’inchiesta che ha portato alla scoperta di un sistema di frodi ai danni delle compagnie di assicurazione operanti in tutta Italia. Al termine di un’articolata indagine, il Gip del Tribunale di Avellino, Mauro Tringali, ha disposto gli arresti domiciliari per tre persone, tra cui un avvocato, accusate di aver orchestrato centinaia di falsi incidenti stradali per intascare risarcimenti indebiti.

Maxi truffa a Rc auto in provincia di Avellino: le indagini

L’indagine, condotta dal Commissariato di Polizia di Lauro (Avellino) sotto la direzione del vice questore Elio Iannuzzi e coordinata dalla Procura di Avellino guidata da Domenico Airoma, è partita nel 2020 e coinvolge 135 persone tra avvocati, medici, periti assicurativi e falsi testimoni. Il fulcro dell’organizzazione era localizzato nel Vallo di Lauro, ma le truffe si estendevano su tutto il territorio nazionale.

Secondo quanto emerso dalle oltre duecento pagine dell’ordinanza del Gip, i membri del gruppo avevano costruito un meccanismo ben rodato: incidenti inventati, referti medici falsificati, perizie manipolate e richieste di risarcimento presentate a diverse compagnie. In alcuni casi, gli indagati avrebbero simulato persino danneggiamenti a imbarcazioni trasportate su bisarche durante l’inverno, per ottenere ulteriori compensi assicurativi.

Uno dei principali indagati, secondo gli inquirenti, avrebbe percepito risarcimenti per otto falsi sinistri consecutivi, tutti accuratamente costruiti e corredati da documentazione apparentemente autentica. Le tre persone agli arresti domiciliari risiedono nei comuni irpini di Quindici e Taurano. La Procura aveva inizialmente chiesto al Gip la custodia cautelare in carcere per undici indagati, ma il giudice ha disposto misure meno restrittive per tre di loro, ritenuti comunque figure chiave del sistema fraudolento.

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