Meglio avere un cane che un figlio? Ecco perché i “bambini pelosi” contribuiscono al calo delle nascite – Lo studio

  • Postato il 26 luglio 2025
  • Animal House
  • Di Il Fatto Quotidiano
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I cani sono stati il miglior amico dell’essere umano per secoli. Ma negli ultimi tempi sono riusciti a fare un ulteriore passo avanti nella scala delle nostre relazioni e per alcuni sono diventati dei veri e propri “figli”. Ora la scienza suggerisce che questa “promozione” potrebbe essere avvenuta a discapito dei nostri figli “naturali”, contribuendo all’inverno demografico che sta colpendo l’Occidente, Italia in testa. Per i ricercatori dell’Università Eötvös Loránd, in Ungheria, infatti, sebbene i cani non sostituiscano effettivamente i bambini, possono, in alcuni casi, offrire l’opportunità di soddisfare un istinto di accudimento simile alla genitorialità, compensando per l’assenza di figli, ma con meno esigenze rispetto all’allevamento della prole biologica.

Per giungere a questa conclusione gli studiosi, che hanno pubblicato i loro risultati su European Psychologist, hanno completato un’ampia revisione della letteratura scientifica dalla quale è emerso un assunto piuttosto netto: per molte persone, i cani rappresentano il compromesso perfetto. Tutti noi abbiamo un istinto genetico alla cura degli altri, e i nostri legami sociali con i cani possono soddisfare questo istinto. I “bambini pelosi” permettono ai loro proprietari di raggiungere risultati emotivi simili a quelli dei genitori tradizionali, tra cui emozioni positive e un senso di scopo. Tutto questo, però, spendendo meno tempo e denaro rispetto ai bambini umani. Le capacità cognitive dei cani , che permettono loro di apprendere e rispondere alla comunicazione umana, sono in parte il motivo per cui sono al nostro fianco da così tanto tempo. Questi speciali adattamenti contribuiscono anche allo sviluppo dei loro comportamenti sociali, molti dei quali sono incredibilmente simili a quelli dei bambini nelle fasi di vita pre-verbali. Alcune razze, addirittura, come i carlini e i bulldog francesi, possono persino mostrare l’innocenza e l’impotenza dei bambini piccoli.

Come i bambini, anche i cani dipendono dagli umani che si prendono cura di loro. I cani domestici non possono nutrirsi da soli, andare a spasso o organizzare interazioni sociali. I “genitori” umani sono pienamente responsabili di fornire loro i mezzi necessari alla sopravvivenza. D’altro canto sebbene le aspettative siano elevate e sebbene i cani si affezionino profondamente agli umani che si prendono cura di loro, l’impegno è comunque inferiore a quello previsto per un bambino. Queste dinamiche se hanno permesso di appagare i nostri istinti, non sono però state senza conseguenze. Oltre al possibile contributo alla minore natalità diffusa nelle società avanzate, i ricercatori hanno sottolineato che i cani non sempre desiderano e hanno bisogno di ciò che gli umani ritengono sia meglio per loro. Anzi questi atteggiamenti potrebbero addirittura essere controproducenti e dannosi: ad esempio, il crescente interesse per i tratti infantili ha portato all’allevamento intensivo di razze non sane. Inoltre, essere iperprotettivi e proteggere i cani può causare loro problemi emotivi e comportamentali. Nel complesso, gli autori dello studio sperano che i loro risultati portino a una visione più ampia del legame tra le persone e i loro animali domestici, favorendone un rapporto più sano.

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Il Fatto Quotidiano

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