Mercedes con motori BMW? Svolta storica nella rivalità tedesca. Tutti i dettagli

  • Postato il 22 agosto 2025
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  • Di Il Fatto Quotidiano
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Mercedes-Benz potrebbe presto montare motori prodotti dalla sua rivale BMW: una storia che se confermata avrebbe dell’incredibile, ma che riflette il momento di grande trasformazione che sta attraversando il settore automobilistico europeo. La notizia proviene da Manager Magazin, autorevole testata economico-finanziaria tedesca, che ha svelato l’esistenza di trattative avanzate tra i due gruppi automobilistici, ed è stata rilanciata con maggiore dovizia di particolari dalla testata specializzata Autocar.uk. E’ stata altresì confermata da fonti vicine all’industria automotive, anche se al momento non ci sono comunicazioni ufficiali da parte delle due case.

Secondo indiscrezioni, il costruttore di Stoccarda sarebbe pronto a utilizzare i propulsori a benzina BMW B48, motori a quattro cilindri da 2.0 litri, per alimentare i suoi futuri modelli plug-in hybrid e range extender. Si tratterebbe della prima volta che Mercedes acquista motori termici da BMW, dando così vita a un’intesa industriale senza precedenti tra due marchi da sempre protagonisti di una competizione fierissima nel segmento premium. I primi modelli con motori BMW potrebbero arrivare sul mercato dal 2027.

Il motore in procinto di essere utilizzato da Mercedes per le versioni ibride plug-in (il 1.5 turbo M252, prodotto in Cina) non sarebbe infatti giudicato sufficiente a garantire le prestazioni e l’autonomia richieste dalle nuove generazioni di vetture elettrificate. Il B48, invece, è un motore collaudato, efficiente e già integrato con successo in una vasta gamma di modelli BMW.

I primi modelli Mercedes che potrebbero beneficiare dei motori BMW sono le compatte e le berline più diffuse: CLA, GLA, GLB, oltre a Classe C e Classe E nelle varianti ibride. La produzione dei motori dovrebbe iniziare presso lo stabilimento BMW di Steyr, in Austria, con eventuali estensioni in altri impianti per esigenze logistiche e commerciali.

Questa mossa risponde alla necessità, da parte di Mercedes, di contenere i costi di sviluppo e affrontare in modo più efficiente il rallentamento delle vendite globali, l’impatto dei dazi sulle auto cinesi e la transizione energetica, che procede più lentamente del previsto. Il motore B48, già conforme alla normativa Euro 7, rappresenta una soluzione tecnica solida e disponibile, adattabile sia a piattaforme longitudinali che trasversali.

Insomma, più che una semplice fornitura, questa possibile collaborazione rappresenterebbe una svolta simbolica e culturale. Per decenni, Mercedes e BMW si sono misurate su ogni fronte: design, motori, innovazione, sportività. Vederle ora collaborare su un elemento tecnico così cruciale come la propulsione termica è il segnale più chiaro che l’industria automobilistica sta cambiando pelle.

Entrambe le aziende sono oggi chiamate a bilanciare gli investimenti nell’elettrico (e su questo versante la casa di Stoccarda è più esposta di quella di Monaco) con una domanda ancora forte per motorizzazioni ibride e termiche, soprattutto nei mercati extraeuropei. Un’alleanza tattica come questa consentirebbe di ottimizzare risorse, accelerare i tempi di sviluppo e affrontare insieme le difficoltà economiche comuni.

Ma restano domande fondamentali. La prima: perché proprio Mercedes e BMW, due rivali storiche, scelgono oggi di collaborare? La risposta sta forse in un equilibrio instabile tra necessità economiche e scelte strategiche, in un mercato in cui la transizione all’elettrico è tutt’altro che lineare (per usare un eufemismo), e in cui perfino i colossi devono fare i conti con margini più sottili e costi industriali crescenti.

E c’è un altro interrogativo, ancora più delicato. Cosa pensa Geely di tutto questo? Il gruppo cinese, azionista di riferimento di Mercedes-Benz con una quota significativa (9,7%), osserva da vicino ogni mossa del marchio tedesco. È plausibile che una scelta di questa portata, affidare a un concorrente diretto una componente chiave come il motore (per lo più “basic”, perché trattasi di un 4 cilindri termico), sia stata concordata o almeno accettata dal colosso cinese. Ma non è da escludere che possa anche generare tensioni: un’alleanza europea tra due marchi storici potrebbe ridurre l’influenza industriale di Geely, o spingerla a pretendere contropartite.

In definitiva, più che una semplice scelta tecnica, questa collaborazione pone interrogativi strategici di lungo periodo. Segna davvero l’inizio di una nuova fase di cooperazione pragmatica nell’automotive europeo? O è solo una mossa d’emergenza per superare un momento di difficoltà, con equilibri ancora tutti da definire? O forse, fantaindustria ma non troppo, si tratta di una colossale exit strategy dall’elettrico?

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Il Fatto Quotidiano

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