Metropolitana, Salis: “Vogliamo arrivare a San Martino e Sampierdarena”. Prime novità per la Valbisagno
- Postato il 24 dicembre 2025
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- Di Genova24
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Genova. San Martino a levante, Sampierdarena a ponente. La sindaca Salis mette nel mirino due obiettivi per il prolungamento della metropolitana di Genova durante il suo mandato. “I trasporti sono la priorità – spiega nell’intervista di fine anno a Genova24 che sarà pubblicata in versione integrale nei prossimi giorni -. Noi vogliamo lasciare questa amministrazione con una metro più grande, più potente, più forte, perché la metro è il sistema di trasporto che distingue le città grandi”.
Era stata già la giunta Bucci a dare impulso ai tecnici per valutare la fattibilità delle due estensioni. Per le due fermate oltre San Fruttuoso, una sotto viale Benedetto XV e l’altra in corrispondenza di via Mosso al servizio del Monoblocco e del pronto soccorso, era stato affidato uno studio alla ditta Tecnosystem di Napoli: per 1,8 chilometri di tracciato e quattro nuovi treni servono 493,3 milioni di euro che Tursi ha già chiesto al Mit lo scorso febbraio. Sul fronte occidentale, invece, c’è uno studio del Rina del 2022 che ipotizza quattro fermate (Matitone, Villa Scassi, Montano e Fiumara) per un costo di 400 milioni che andrà certamente rivisto al rialzo.
Cifre che sarà difficile ottenere, soprattutto ora che si sono chiusi i rubinetti del Pnrr. Ma la sindaca ha già un piano d’azione: “Sono andata recentemente a Bruxelles e ho chiesto che possibilità ci saranno nei prossimi anni per queste grandi opere. La metropolitana sicuramente rientra nei progetti che una città può presentare al proprio governo, ma ottenendo anche fondi europei“.
“Noi non possiamo accettare che dal 2012 non si apra una fermata in questa città. È una cosa incredibile – attacca ancora Salis -. La giunta del fare doveva lasciarci tutto che andava a 200 all’ora. I cantieri della metro erano bloccati completamente. Abbiamo dovuto cambiare Manelli con altre ditte del consorzio Conpat. Abbiamo trovato un accordo, a gennaio parte la prima tratta Brin-Canepari, a marzo parte Brignole-Martinez“.
Per ora i ritardi accumulati sulla tabella di marcia, attribuibili solo in parte a imprevisti di cantiere, sono sensibili. Il nuovo cronoprogramma concordato dall’assessore Massimo Ferrante con le ditte Iic, Dr Ferroviaria e Nuova Psc prevede l’arrivo a Certosa entro giugno 2027, a San Fruttuoso entro dicembre 2028. Secondo le previsioni iniziali, oggi le nuove stazioni dovrebbero già essere in funzione.
Ma la metro guarda anche alla Valpolcevera con una tappa ulteriore a Rivarolo, finanziata da Roma con 64,1 milioni che torneranno formalmente in bilico in attesa di essere riassegnati. Anche sulla base delle interlocuzioni col Mit, il Comune ha già avviato l’iter per la conferenza dei servizi.
E la Valbisagno? Nei giorni scorsi è arrivato lo stop “ufficiale” allo Skymetro con una delibera in cui si certifica che “le condizioni al contorno” non permettono di procedere con l’affidamento dell’appalto. “L’orientamento – si legge – è di privilegiare interventi meno impattanti, più integrati con il trasporto pubblico locale e coerenti con le esigenze ambientali del territorio”. Tuttavia viene confermato “l’obiettivo strategico di dotare la Valbisagno di un sistema di trasporto rapido di massa”, con la necessità però di “riconsiderare l’impostazione progettuale” nella bassa vallata “caratterizzata da più alta densità abitativa”.
A ottobre il Comune ha affidato uno studio al Politecnico di Milano sulla mobilità in Valbisagno. Il lavoro degli esperti dovrà concludersi entro il 30 gennaio. Intanto il 30 dicembre la sindaca Salis incontrerà il professor Pierluigi Coppola: “Presto mi darà il risultato dei primi studi e procederemo per capire in modo pratico come calarli sul territorio”.
Nell’affidamento si parlava anche di “incontri con l’amministrazione e gli stakeholder locali per la condivisione delle soluzioni progettuali adottate”. Finora non si è visto nulla, ma la prima cittadina conferma: “Coinvolgeremo i cittadini prima di prendere una decisione definitiva”.
Sono tre i principali argomenti sul tavolo. Il primo è il potenziamento dell’asse di forza già previsto da Prato alla Foce, fattibile solo modificando la viabilità e la sosta in sponda destra, operazione destinata a creare tensioni e malumori. Ma in prospettiva potrebbe tornare in auge proprio la metropolitana, magari con un prolungamento sotterraneo nelle viscere di Marassi, come dallo studio che Tursi aveva provato a proporre al Mit. Infine il tram, su cui spingono da anni i comitati che si oppongono allo Skymetro, rimasto finora sullo sfondo.