Migranti, dirigenti FdI a Lampedusa per “fare il punto”. Croce Rossa li batte sul tempo: “Più 25% di arrivi”
- Postato il 7 giugno 2025
- Politica
- Di Il Fatto Quotidiano
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Lunedì a Lampedusa ci sarà buona parte dello stato maggiore di Fratelli d’Italia. Dai due capigruppo di Camera e Senato, Galeazzo Bignami e Lucio Malan, ai responsabili di dipartimento Giovanni Donzelli, Francesco Filini, Sara Kelany e Arianna Meloni, e infine i vicepresidenti Augusta Montaruli, Salvatore Sallemi, Marco Scurria e il senatore Raoul Russo. Tanti ne serviranno, si legge nel comunicato, “per fare il punto della situazione sull’hotspot e sull’isola dopo due anni e mezzo di governo Meloni”. Tanto impegno per essere battuti sul tempo dalla Croce Rossa. Non certo per fare un torto al partito della premier, ma perché sono due anni da quando, il primo giugno 2023, la Cri ha preso in gestione l’hotspot di Lampedusa. E per fare il punto comunica che, da inizio anno, il centro ha ospitato 18.035 persone registrando una crescita del 25 per cento rispetto all’anno scorso.
Più in generale, l’inversione di tendenza sugli arrivi è iniziata ad aprile, dopo il consistente calo dell’anno scorso. Più 28 per cento rispetto allo stesso mese dell’anno scorso. Più 31 per cento a maggio. Percentuali coerenti con quelle dell’hotspot di Contrada Imbriacola a Lampedusa, dove in due anni la Cri ha assistito 144.641 persone per un totale di 3.434 sbarchi. E dove, tra l’altro, non arrivano più, se non di rado, i migranti raccolti in mare dalle navi del soccorso civile, alle quali il Viminale assegna sistematicamente porti distanti, a costo di rischiare vite umane: 233 quelle perse nei primi cinque mesi dell’anno e 225 i dispersi (dati OIM). Soccorsi da Guardia costiera e Guardia di finanza anche i 109 sbarcati la scorsa notte a Pozzallo, nel ragusano, e i 174 arrivati a Roccella Jonica e Reggio Calabria. Tutti partiti dalla Libia orientale, mentre nei giorni scorsi è stata intercettata anche un’imbarcazione partita dalla Tunisia, come non accadeva da settimane.
“Siamo preoccupati non certo dai numeri, ma dalle storie che accompagnano ciascuna di queste vite: violenze, disastri, crisi e conflitti che spingono ogni anno migliaia e migliaia di persone a scegliere il pericolo di un viaggio difficile pur di avere un’alternativa a tanto sconforto”, ha dichiarato Rosario Valastro, presidente della Cri. Ben altre le preoccupazioni dei fratelli d’Italia in rotta su Lampedusa “dopo il varo delle politiche di contrasto all’immigrazione clandestina da parte del governo”. Dunque: dall’insediamento del governo Meloni sono sbarcate 274.628 persone e sono stati eseguiti meno di 15 mila rimpatri, il 5 per cento circa. Hai voglia a dire, come fa il Viminale, che nei primi mesi del 2025 i rimpatri sono saliti del 30 per cento: parliamo di 322 persone. O che il 45 per cento degli irregolari trasferiti in Albania è stato espulso: 32 persone. Piuttosto, se l’anno scorso gli sbarchi si sono ridotti del 58 per cento rispetto al 2023, perché il sistema accoglienza è sempre rimasto saturo, tanto da sbattere sulla strada anche i titolari di protezione internazionale? A ben guardare, è l’unica emergenza rimasta, mentre la presenza di irregolari è in diminuzione: 321mila nel 2024, mai così pochi dal 2013.
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