Mimmo Varrà: «Hanno svilito la figura del direttore sportivo»

  • Postato il 29 luglio 2025
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Mimmo Varrà: «Hanno svilito la figura del direttore sportivo»

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Il direttore sportivo lo fa da una vita e adesso Mimmo Varrà si è messo a fare anche il consulente di mercato. «D’altronde – ci dice subito, con la solita schiettezza – ormai chiunque può fare il ds. Si pensa di avere competenze e capacità, ma questo non è un ruolo che si improvvisa. Servono tante componenti». Con il direttore rosarnese l’analisi che facciamo è a 360 gradi e come sempre le sue sono riflessioni mirate, che tendono a sollevare validi argomenti di discussione. Siamo in pieno mercato, fra i Dilettanti, e ci si muove fra procuratori sempre più presenti, calciatori sempre più esigenti e dirigenti disposti a cedere sui conti, salvo poi ritrovarsi, fra qualche mese, con il fiato (e il portafoglio) corto. «Anche per questo serve una figura che operi sul mercato e che sappia bene come muoversi». In tal senso le squadre allestite da Varrà non hanno mai sfigurato. Giusto per rimanere alle ultime due stagioni: ha allestito lui il Soriano terzo in Eccellenza e la Virtus Rosarno prima in Promozione. Ma guarda caso in entrambe le occasioni è andato via prima del previsto «perché avendo 70 anni, quando vedo che certe cose non vanno per come devono andare, allora preferisco farmi da parte, senza alcuna polemica». Poi aggiunge, parlando in generale: «Il calcio lo vedo in una certa maniera e non esistono, per me, compromessi, chiacchiere da bar, sussurri, sospiri e suggerimenti».

Il direttore sportivo figura essenziale e Mimmo Varrà lo ribadisce

Serve un direttore sportivo fra i Dilettanti: Mimmo Varrà lo conferma e lo ribadisce. «È una figura fondamentale – dice – che è lì anche per fare gli interessi della società, che ovviamente sono ben diversi da quelli dei calciatori e dei loro procuratori e dalle idee degli allenatori». Dice poi di essere «un appassionato di calcio, ma non mi piace il mondo del calcio» proprio per via di alcune situazioni che si ripetono di frequente e che abbracciano diverse figure, compresa, appunto, quella del direttore sportivo». Ed ancora: «Si fa spesso confusione fra direttore sportivo e direttore generale. Secondo me il ds deve aver respirato calcio a determinati livelli. Solo così capisce e percepisce subito se c’è qualcosa che non va e quindi dove e come intervenire». Oggi, poi, c’è la “moda” di fare il mercato con l’aiuto dei procuratori «e allora in questo caso non c’è bisogno del direttore sportivo. Però, poi – avverte Varrà – quando le cose non vanno bene, perché mi venite a cercare? È successo e succederà».

Mimmo Varrà, i procuratori e i rapporti con il direttore sportivo

«Ci sono società che fanno il mercato attraverso agenzie di intermediazione e procuratori. E si prendono calciatori a scatola chiusa. A me – dice il ds rosarnese – è capitato di prendere qualche calciatore straniero, ma sapevo che il procuratore non mi avrebbe fatto fare una brutta figura. Poi è chiaro che se hai un allenatore che conosce i calciatori, tutto viene più facile. Penso per esempio a uno come Graziano Nocera: ha rapporti personali con i giocatori, che lo seguono ovunque e in tal senso rappresenta una risorsa». Riguardo ai procuratori aggiunge: «Ce ne sono seri e validi, ma ci sono anche tanti lestofanti che cercano di fare soprattutto il loro interesse. Quando una società fa un’offerta per il calciatore, la prima cosa che fanno è capire quale potrebbe essere il modo migliore per avere il proprio guadagno. La maggior parte ti parla di “percentuale” da pagare, ossia la parte che gli spetta». Calciatori da prendere a scatola chiusa? «Io vado sempre a guardare il loro rendimento degli ultimi tre anni. A meno che non si tratti di giocatori noti, come Fioretti e Stillitano, Raso e Guerrisi, Condemi e Alvarez e via dicendo». Sui procuratori conclude: «Preciso che non è giusto generalizzare, perché come dicevo ce ne sono anche di seri e competenti, capaci di portare dall’estero calciatori di un certo valore. Ma con i procuratori devi anche saper interloquire e fare gli interessi della società per la quale lavori».

Allenatori e calciatori

Sui tecnici, Mimmo Varrà spiega: «L’allenatore deve indicare caratteristiche e tipologia di calciatore. Poi spetta al direttore sportivo individuare le figure idonee. Dovrebbe funzionare così: il direttore sportivo è una figura fondamentale, essenziale, eppure assisto a situazioni incomprensibili». E sui tecnici aggiunge un altro aspetto, con la schiettezza che gli è solita: «Mi dicono tutti che i tempi sono cambiati. Sarà anche vero. Infatti fino a qualche anno addietro un tecnico, se perdeva tre, quattro partite di fila, si dimetteva. Adesso non lo fa neanche se ne perde dieci di fila. Preferisce farsi esonerare, per avere tutto il compenso, con un aggravio di spese per le società. Un tempo era un dovere morale e sportivo farsi da parte quando i risultati non arrivavano».

Sui calciatori, invece, afferma: «Devono mettersi in testa di non essere impiegati statali. Nel calcio, fra i Dilettanti, i ritardi ci stanno. Allo stesso tempo, ai dirigenti, dico che la puntualità nei pagamenti non dovrebbe essere un motivo di vanto, bensì la normalità. Quando pagano puntuali, fanno solo il proprio dovere». Mimmo Varrà “bacchetta” anche quei giocatori che si fanno assistere dai procuratori: «Trovo assurdo che a certi livelli ci siano queste situazioni. Davvero non si è in grado di badare a se stessi? In Prima categoria, Promozione oppure Eccellenza? Se uno è bravo e merita, non ha bisogno di essere “spinto” da altri. Per sé parla la sua storia e quel che ha fatto in campo».

Giovani e stranieri

Il direttore sportivo Mimmo Varrà parla anche della “sudamericanizzazione” dei nostri campionati. «Nulla contro gli stranieri e i sudamericani in particolare. Ne ho presi anche io e si sono dimostrati dei validi calciatori. Però mi chiedo che senso ha avere in una squadra, espressione di una determinata comunità, nove, dieci stranieri in campo». Poi sento spesso dire che i nostri giovani non hanno voglia, ma sta a noi invogliarli, dargli fiducia, mandarli in campo e avere pazienza. E sta alle società curare a dovere il Settore giovanile. Ma alcuni dirigenti vogliono prendersi dei meriti come se fossero allenatori e quindi puntano tutto o quasi sulla prima squadra». In tal senso «la mia ammirazione va a quei dirigenti che portano avanti questa passione con lungimiranza e che quando vanno via, lasciano la società senza debiti e dopo aver profuso energie nel Settore giovanile».

I dirigenti

A proposito della classe dirigenziale, Mimmo Varrà è sempre stato aziendalista. Puntualmente ha fatto risparmiare parecchio, aprendo gli occhi su determinate situazioni. «Dei dirigenti ammiro la passione: a questi livelli si spende e basta. Ma leggo cose assurde. Come fate ad allestire le squadre per la prossima stagione, prendendo impegni “pesanti” dal punto di vista economico, se ancora dovete saldare le spettanze della passata annata calcistica? Rimango perplesso». Quindi aggiunge: «Ammiro di più chi non vince i campionati, ma si mantiene nel tempo a determinati livelli con costanza e lungimiranza. E ribadisco: mai fare il passo più lungo della gamba. E d’altronde basta vedere quel che succede in giro per rendersene conto. Purtroppo il dover “dimostrare” porta a pessime conseguenze. Se si opera senza megalomania, l’essere un dirigente è un qualcosa di nobile e di utile per la collettività. Oggi, a parte qualche raro esempio, non vedo gente del calibro di Giuliano e Giannitti, De Masi e Ferrigno o Rombolà, gente che ha gestito il club in maniera sana e oculata».

Fenomeni o presunti tali e la stampa social che fa “copia e incolla”

«Calciatori stranieri a volontà, a volte dei perfetti sconosciuti. Ci vengono descritti come dei fenomeni sui profili social delle varie società. La stampa, che non è più quella di una volta, adesso – dice Varrà – sui social ci si limita a fare un semplice “copia e incolla” senza andare a controllare e a verificare. E si alimenta il “mito” di questi presunti fenomeni. Che poi, se è vero, magari, che hanno giocato a determinati livelli, ci sarà un motivo per cui adesso vengono a giocare fra i Dilettanti». E poi sulla stampa aggiunge: «Una volta attendevo con ansia il giornale del lunedì, per leggere i commenti sulla partita. Oggi, nell’era dei social, è tutto diverso. Leggo di tutto, senza che qualcuno si sia preso la briga di assistere alla partita. Mi è capitato di ricevere telefonate per avere il tabellino della partita e per sapere qualche cenno di cronaca! Il giornalista di una volta, lavorava sul campo. Oggi, a parte delle valide eccezioni, si scrive dal divano, senza aver visto nulla. Che tristezza».

La stagione 2025/26

Con il direttore sportivo Mimmo Varrà facciamo il punto della situazione in vista della stagione 2025/26. In Eccellenza «DB Rossoblù Luzzi e Rossanese sembrano le favorite, anche per il tipo di mercato che stanno portando avanti e per le potenzialità economiche. La Virtus Rosarno ha già messo a segno acquisti di rilievo e sarà sicuramente protagonista. Il Soriano ormai è una bella realtà del torneo e saprà farsi rispettare. Vedo bene anche il Praia Tortora. Di rilievo sarà il girone B di Promozione, con tante squadre molto attive sul mercato. Poi bisogna anche dire che, con tutti questi stranieri acquistati questa estate, alcuni dei quali sconosciuti, azzardare dei pronostici è complicato».

A proposito di Rosarno ricorda che «sono sempre state allestite formazioni di valore e per due anni abbiamo lottato per salire nei professionisti. Ho portato a Rosarno gente del calibro di Vicentin e Favasuli, Lorenzini e Criaco, ma anche Scorrano, Lio e Vanzetto, Saffioti e Fiorino. Per non dimenticare Di Maio, Cirillo, Di Sabato e tanti altri ancora».

Osservatore nei professionisti o ds nei Dilettanti

Mimmo Varrà vorrebbe continuare a fare ciò che gli riesce meglio, ossia il direttore sportivo nei Dilettanti. Ma potrebbe anche fare l’osservatore nei professionisti: «Potrebbe essere, quest’ultima, una soluzione, per trovare giovani talenti. Sto valutando. Fino a novembre farò da consulente di mercato per chi me lo chiede. D’altronde ricevo centinaia di telefonate in tal senso. A me piacerebbe fare il ds ma oggi è difficile trovare delle società che sappiano riconoscere pienamente questa figura. Ritengo, ad ogni modo, che a novembre si aprirà un altro mercato fra i Dilettanti, per cui non escludo il ritorno».

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