Miniere, riprende la caccia alle materie prime in Italia: approvati 14 progetti di esplorazione

  • Postato il 1 luglio 2025
  • Ambiente
  • Di Il Fatto Quotidiano
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L’Italia riapre le miniere? Potrebbe succedere. Sono 14 i progetti di ricerca approvati in tutta Italia dal Comitato interministeriale per la transizione ecologica (Cite): Funtana Raminosa in Sardegna, la Sila in Calabria e Finero in Piemonte sono solo alcune delle aree coinvolte nel Programma nazionale di esplorazione mineraria generale. L’obbiettivo è costruire un quadro aggiornato delle potenzialità minerarie nazionali, integrando le informazioni storiche con una nuova campagna di esplorazione, dopo oltre 30 anni dall’ultimo investimento pubblico nel settore. Le pregresse attività minerarie del Paese, però, hanno lasciato un’eredità di circa 150 milioni di metri cubi di scarti di lavorazione, stoccate in depositi spesso fatiscenti.

Il programma, affidato dal ministero dell’Ambiente e della Sicurezza energetica (Mase) e dal ministero delle Imprese e del Made in Italy (Mimit) al Servizio geologico d’Italia di Ispra, coinvolge 15 unità operative e oltre 400 specialisti, con un investimento di 3,5 milioni di euro per la prima fase di indagine sui depositi naturali. Tra le regioni coinvolte ci sono Lombardia, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Liguria, Toscana, Lazio, Campania, Calabria, Emilia-Romagna, Marche e Sardegna.

Le attività di indagine si concentreranno sulle aree più promettenti, selezionate da un team di esperti di giacimenti minerari. Il focus sarà rivolto in particolare alle materie prime critiche e strategiche individuate dalla Commissione europea, tra cui: litio, boro, grafite, rame, manganese, fluorite, barite, feldspato, antimonio, tungsteno, titanio, bismuto, arsenico, magnesio, terre rare e metalli del gruppo del platino. L’esplorazione si concentra in particolare sui territori già noti per la loro potenzialità mineraria o per la presenza di formazioni geologiche favorevoli.

Nel Nord-Est, Lombardia e Trentino-Alto Adige saranno al centro delle ricerche per la presenza di fluorite e barite, ma anche di terre rare nelle Alpi meridionali. A Nord-Ovest, invece, nell’area di Finero, in Piemonte, l’indagine riguarderà metalli del gruppo del platino e nelle ofioliti liguri si cercheranno giacimenti di rame e manganese. In Piemonte e Liguria, poi, si esplorerà anche la presenza di depositi di grafite. Nel Centro Italia, in particolare in Toscana, Lazio, Emilia-Romagna e Marche, si guarderà al litio, sia in contesti geotermali che sedimentari. In Toscana si studieranno i noti depositi di antimonio e magnesio delle Colline metallifere, mentre nel Lazio le attività si concentreranno sulla fluorite, anche in relazione alla sua concentrazione in terre rare. Nel Sud Italia, saranno esaminati i giacimenti di grafite della Sila in Calabria e la Campania sarà interessata da indagini sul litio e su altri minerali industriali strategici.

La Sardegna storicamente è la principale regione mineraria italiana e l’attività di esplorazione sull’isola riguarderà diversi materiali: dai minerali industriali, come feldspati, zeoliti e bentoniti, ai depositi metalliferi. In particolare, si opererà nel distretto di Funtana Raminosa, dove verranno indagati tungsteno, terre rare, rame e altri solfuri, e nel settore sud-occidentale dell’isola, dove si guarda al rame e al molibdeno.

In tutte le aree oggetto di indagine saranno anche mappati e caratterizzati i depositi di rifiuti estrattivi abbandonati. Questa attività avviene nell’ambito del Progetto PNRR URBES, che contribuisce alla definizione di un quadro nazionale aggiornato sulle passività ambientali legate alle attività minerarie del passato e finanziato con 10 milioni di euro. Durante la prima fase di esplorazione, verranno condotte esclusivamente indagini non invasive, come rilievi geologici, geochimici e geofisici. Saranno inoltre sperimentate tecnologie avanzate come la radiografia muonica, basata sull’utilizzo di particelle cosmiche, e l’impiego di software di intelligenza artificiale per l’elaborazione e l’integrazione dei dati acquisiti. I sondaggi esplorativi diretti, invece, saranno previsti, quando necessari, solo nelle fasi successive e comunque subordinati alle opportune valutazioni ambientali. Tutti i dati raccolti confluiranno nel database minerario nazionale GeMMA, sviluppato nell’ambito del progetto GeoSciencesIR del PNRR, per rendere disponibili le informazioni in modo strutturato, trasparente e consultabile per il mondo scientifico, le istituzioni e i potenziali investitori.

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Il Fatto Quotidiano

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