“Mio padre Alain Delon ha spaccato la testa a mia madre. Le ha rotto il naso due volte, le ha rotto otto costole”: lo rivela il terzo figlio Alain-Fabien
- Postato il 24 maggio 2025
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- Di Il Fatto Quotidiano
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Paranoico, violento, picchiatore. Questo è quello che emerge da “Les Derniers jours du Samouraï” (Gli ultimi giorni del samurai, ndr), il ritratto tutt’altro che all’acqua di rose di Alain Delon firmato dai giornalisti Laurence Pieau e François Vignolle, disponibile nelle librerie francesi per Laffont.
Tra le pagine della biografia dell’attore morto il 18 agosto scorso all’età di 88 anni, riemergono i tanto citati lati oscuri, per certi versi veri e propri reati penali, compiuti presumibilmente da Delon tra le mura domestiche. La premessa è che fin quando l’interprete de “Il Gattopardo” era vivo tutto questo materiale sarebbe diventato in un amen motivo di denuncia. Ora, con la sua dipartita le voci di corridoio, le mezze parole di straforo, diventano un dato biografico, a detta degli autori, letteralmente inoppugnabile.
Nel libro parlano, del resto, i dipendenti di Delon, i suoi vicini, i suoi amici, alcuni agenti di polizia e qualche familiare. Poche ore fa su Le Parisien sono stati pubblicati alcuni estratti significativi. Il quadro che ne emerge, scrivono diverse testate francesi, è spesso di “precisione agghiacciante nelle confessioni rese” sul clima violento all’interno della sparsa, ramificata, già ampiamente e da tempo divisa, famiglia Delon.
Davanti a ogni possibile questione va anteposto ciò che riporta il terzo figlio, Alain-Fabien, che descrive le violenze subite da sua madre, Rosalie van Breemen, per mano di Alain Delon: “Ha spaccato la testa a mia madre. Le ha rotto il naso due volte, le ha rotto otto costole”. E ancora: ecco la violenza di Alain nei confronti di Hiromi Rollin (conferma indiretta che fosse davvero la sua compagna ndr): “Non saprei dire quante volte ha picchiato Hiromi”. A corroborare le accuse ci pensano altri testimoni, come un’amica della Rollin che ha ricordato di aver incontrato diverse volte Hiromi “con gli occhi neri e lividi” o “con il segno delle sue dita sul viso”. Mentre, scrive sempre Le Parisien, Hiromi Rollin ha addirittura raccontato alla polizia che un giorno Alain Delon “l’ha strangolata e le ha puntato la pistola alla testa, dicendole ‘Ti ucciderò’”.
Delon viene anche definito “paranoico”, in quanto la sua passione per le armi in vecchiaia sarebbe diventata addirittura paranoia. “Teneva una pistola carica nel suo letto”, scrivono sicuri i due autori che poi ricordano che nemmeno un anno fa nella sua casa a Douchy vennero sequestrate 72 armi da fuoco e oltre 3.000 munizioni.
La paranoia deriverebbe, infine, dal fatto che negli ultimi mesi della sua vita, l’attore spesso puntava una pistola contro la sua guardia del corpo mentre uscivano per fare la spesa. Anthony, Anouchka e Alain-Fabien, i tre figli non ci fanno una bella figura nemmeno loro (“Dallas è una barzelletta in confronto”). Alain-Fabien, ad esempio, ha registrato “tutte” le discussioni avute con la sorella Anouchka per diversi anni. Anche gli uomini della sicurezza della residenza di famiglia a Douchy “annotavano tutto nei registri”. Tra i tre fratelli scopriamo una sorveglianza costante e reciproca di ogni mossa dell’altro ma anche del loro padre, il cui telefono veniva “sequestrano regolarmente” per “bloccare e sbloccare i suoi contatti”.
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