Missile Houthi su Tel Aviv, colpito l’aeroporto
- Postato il 5 maggio 2025
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Il Quotidiano del Sud
Missile Houthi su Tel Aviv, colpito l’aeroporto
Colpito da un missile l’aeroporto di Tel Aviv: La risposta si annuncia durissima e non potrà non porre nell’obiettivo anche l’Iran
La fallita intercettazione di un missile lanciato dallo Yemen ha costretto Israele a chiudere per circa 30 minuti il suo principale aeroporto internazionale Ben Gurion mettendo a nudo le vulnerabilità del Paese davanti alla capacità dei ribelli Houthi di colpire con missili balistici a medio raggio obiettivi distanti circa duemila chilometri, nonostante una prolungata campagna militare anglo-statunitense e delle stesse forze israeliane che hanno compiuto nell’ultimo mese e mezzo circa 300 attacchi e colpiti oltre 800 obiettivi per degradare l’arsenale dell’organizzazione terroristica yemenita che aveva lanciato decine di droni e missili a medio raggio. Il missile è atterrato nell’area aeroportuale e vani sarebbero stati i diversi tentativi di intercettazione da parte della difesa israeliana. Almeno sei persone sono rimaste ferite nell’esplosione.
È il primo attacco avvenuto con successo contro un aeroporto internazionale israeliano da parte del gruppo terroristico yemenita. Secondo le Forze di difesa israeliane (Idf), quello di ieri segna il terzo giorno consecutivo di lanci di missili dallo Yemen verso Israele, questa volta condotto con enorme precisione e capacità di penetrazione delle difese aeree israeliane e ciò segna una grave violazione della sicurezza in uno dei siti più protetti del Paese e solleverà probabilmente forti interrogativi sulla capacità di Israele di intercettare simili minacce nonostante il suo decantato sistema di difesa missilistica. Lo scudo antimissile israeliano, come il sistema Thaad americano, i Patriot, l’Iron Dome, ha finora intercettato dozzine di droni e missili Houthi.
Certamente nulla è infallibile e può capitare che un missile tra tantissimi sfugga all’intercettazione, ma agli Houthi basta un solo successo per dimostrare di essere ancora “vivi” nonostante i pesanti raid americani e israeliani. L’Idf ha dichiarato di aver lanciato il suo intercettore a lungo raggio, Arrow, contro il missile in arrivo. In Israele èattivo anche un sistema antimissile THAAD avanzato, schierato dagli Stati Uniti. Bloccati anche i treni da e per l’aeroporto e la polizia ha chiesto ai cittadini di astenersi dall’arrivare nella zona. Ricordiamo che è dal novembre del 2023 che gli Houthi, sostenuti dall’Iran, prendono di mira Israele in segno di dichiarata solidarietà con i palestinesi di Gaza, lanciando decine di attacchi missilistici, anche con droni kamikaze, tutti intercettati dal sistema di difesa dello Stato ebraico.
Spesso gli attacchi con droni delle milizie yemenite hanno interrotto la navigazione globale attraverso le strategiche vie d’acqua nel Golfo Persico, al largo dello Yemen. A dicembre, un missile Houthi aveva colpito la capitale economica israeliana Tel Aviv dopo un’intercettazione fallita, causando oltre una dozzina di feriti. Gli Houthi dichiararono di aver lanciato anche un missile balistico ipersonico denominato “Palestina 2” contro un obiettivo militare israeliano nella zona di Giaffa e a luglio 2024 portarono un attacco mortale con drone a Tel Aviv. I ribelli Houthi, eterodiretti dall’Iran, hanno rivendicato la responsabilità dell’attacco, affermando che è stato compiuto «in segno di rifiuto del crimine di genocidio (di Israele)» contro la popolazione di Gaza.
Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha promesso una risposta durissima all’attacco degli Houthi. «Risponderemo all’attacco come sempre abbiamo fatto, ma non sarà un attacco “una volta e via”, saranno inferti ripetuti colpi», si legge in un suo videomessaggio pubblicato sui social media. Il ministro della Difesa Israel Katz è stato più esplicito, ha detto che la risposta sarà «settuplicata». Subito convocato il gabinetto di sicurezza israeliano per discutere della reazione. La risposta non può non porre nell’obiettivo anche l’Iran che avrebbe sviluppato missili a lungo raggio in grado di per eludere le difese aeree e si sospetta che tale tecnologia avanzata sia stata trasferita agli Houthi. Al vaglio delle Forze di difesa israeliane sono attualmente in esame gli aspetti tecnico-elettronici che ne hanno impedito la tempestiva intercettazione.
Hamas ha elogiato l’attacco e ha definito lo Yemen «il gemello della Palestina, poiché continua a sfidare le forze più brutali dell’oppressione, rifiutando la sottomissione o la sconfitta nonostante l’aggressione che subisce». Gli Houthi sostengono che i loro missili ipersonici sono dotati di tecnologia stealth, hanno una gittata di 2.150 chilometri, sono altamente manovrabili e possono raggiungere velocità di Mach 16. È da qualche anno che l’organizzazione sciita yemenita con l’apporto della tecnologia cinese sta cercando di rendere più efficaci i sistemi d’arma forniti da Teheran.
Esperti di tecnologia militare in occidente sostengono che gli Houthi non hanno capacità tecnologiche sufficienti per costruire droni e missili. Nessuno di essi sarebbe di produzione indigena, ma sono progettati e costruiti con componenti di fabbricazione iraniana e cinese e assemblati nello Yemen. Infatti, l’arsenale degli Houthi dei velivoli armati a pilotaggio remoto include droni iraniani Shahed-136 che anche la Russia utilizza nella sua guerra di aggressione all’Ucraina. Questi droni hanno una gittata di circa 2 mila chilometri.
Un altro modello di drone da combattimento utilizzato dagli Houthi è il Samad-3, già lanciato contro gli Emirati Arabi Uniti e l’Arabia Saudita. Tali droni utilizzano la guida GPS nel loro volo pre-programmato contro precisi obiettivi. Gli Houthi stanno coordinando le loro azioni nella guerra contro Israele non solo direttamente con Teheran, ma anche con la milizia paramilitare sciita irachena che fa parte delle Forze di mobilitazione popolari sostenute dall’Iran, Kataib Hezbollah.
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Missile Houthi su Tel Aviv, colpito l’aeroporto