Mobilità in Valbisagno, tre mesi per lo studio del Politecnico: “Ridurre la congestione da traffico”
- Postato il 24 ottobre 2025
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- Di Genova24
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Genova. “Individuazione di soluzioni di mobilità per la Valbisagno per ridurre la congestione da traffico urbano e favorire una mobilità più sostenibile e sicura”. È l’obiettivo dello studio che il Comune di Genova ha formalmente affidato al Politecnico di Milano per un importo complessivo di 103.700 euro (Iva compresa), come aveva anticipato la sindaca Silvia Salis dopo aver messo una pietra sopra il progetto dello Skymetro. Il lavoro degli esperti dovrà concludersi “non oltre il 30 gennaio 2026“.
“Lo studio – si legge nell’offerta tecnico-economica inviata dal professor Pierluigi Coppola – analizzerà scenari di progetto comprendenti la riorganizzazione della circolazione stradale e della sosta, nonché il potenziamento e la eventuale riorganizzazione delle linee di Tpl, ivi
compresa la soluzione di Bus rapid transit (Brt) a servizio della Val Bisagno”. Nient’altro che un termine tecnico per definire l’asse di forza Prato-Foce già progettato e finanziato: un sistema di trasporto di superficie che dovrebbe caratterizzarsi per elevata frequenza e velocità, caratteristiche che non possono prescindere da un’alta percentuale di corsie riservate.
Ma lo studio affronterà anche il tema della mobilità dolce. E il Politecnico anticipa quelle che potrebbero essere le soluzioni: “Verranno studiate e valutate anche proposte di riorganizzazione delle linee di Tpl al contorno e dei collegamenti dei parcheggi con il centro città mediante percorsi ciclopedonali, l’estensione o modifica delle zone a traffico limitato e delle aree pedonali, la disponibilità di auto/bici elettriche e altri veicoli condivisi, al fine di migliorare l’accessibilità a tutte le zone e alle attività presenti in città”.
Si tratterà insomma di un’analisi a 360 gradi sulla mobilità della vallata che coinvolgerà trasporto pubblico, rete stradale, sosta e piste ciclabili. I ricercatori del Politecnico – avvalendosi di alcuni dati forniti dal Comune – prenderanno in esame la domanda (origine e destinazione degli spostamenti, motivi, ore di punta e ore di morbida, flussi stradali, occupazione dei parcheggi) e i progetti per la mobilità sostenibile previsti dal Pums e altri strumenti di pianificazione. Seguirà una “valutazione tecnico-funzionale degli scenari di analisi” con un “modello di progetto del sistema di trasporto di tipo what if” e la simulazione degli impatti sulla mobilità.
“Le attività – si legge ancora – prevedono inoltre l’organizzazione di incontri con l’amministrazione e gli stakeholder locali per la condivisione delle soluzioni progettuali adottate e dei risultati delle valutazioni, nonché per il recepimento di istanze e la co-progettazione di soluzioni alternative”. Un punto che sembra venire incontro alle richieste dei comitati di cittadini, da sempre indispettiti per il fatto di non essere coinvolti prima delle scelte progettuali.
Dunque tre mesi per avere un’idea del futuro del trasporto pubblico (e non solo) in Valbisagno, con un’ipotesi progettuale che dovrà poi essere elaborata dal Comune ed eventualmente proposta alla prossima call ministeriale nel 2026. L’unica certezza è che, superata la scadenza tassativa del 31 dicembre 2025, i 398 milioni dello Skymetro non saranno più nella disponibilità di Palazzo Tursi. Nella partita col Governo la sindaca Silvia Salis ha segnato finora un solo punto a favore: Genova non dovrà restituire 7 milioni già spesi e rendicontati per la progettazione.
La metropolitana sopraelevata era stata individuata come soluzione migliore nell’analisi effettuata da Amt tra le integrazioni chieste in itinere dal Consiglio superiore dei lavori pubblici. Il centrosinistra, mantenendo le promesse della campagna elettorale, ha escluso la possibilità di andare avanti con quel progetto, ritenendolo comunque impossibile da attuare. Ora si aprono diversi scenari: